Famiglie sfrattate, Chiasso reagisce

Ci sono espressioni che fanno paura persino nella loro burocratica immobilità. «Disdetta collettiva del contratto di locazione» ne fa sicuramente parte. È questa che, nel mese di giugno, ha drasticamente ridisegnato i destini dei sedici nuclei familiari – diversi con persone in età avanzata – del palazzo Carpano, in piazza Boffalora a Chiasso. La notizia è giunta per raccomandata. Mancava una firma, niente di più. Il preavviso concesso: novanta giorni, il minimo. Le condizioni fisiche, l’età, le singole situazioni degli inquilini: apparentemente irrilevanti. Tutto perfettamente (e un po’ asetticamente) a norma di legge.
Difficile non interrogarsi, se non sulla legittimità, perlomeno sull’etica e sulla frequenza di tale modo di procedere. «Leggendo i giornali, sa anche lei che purtroppo è prassi», ci dice Adriano Venuti, presidente dell’Associazione Svizzera Inquilini (ASI) sezione Svizzera italiana. «Quando qualcuno compra uno stabile e vuole ristrutturarlo, evidentemente lo fa per guadagnarci e non per fare carità», prosegue. Il presidente immagina ad ogni modo che il Comune possa, attraverso i servizi sociali, occuparsi dei casi più estremi, per quanto riguarda le spese di trasloco o il sostegno nella ricerca di una nuova sistemazione. L’ASI sta seguendo le persone che si sono rivolte a essa, non solo per la disdetta ma anche per la situazione in cui già volgeva lo stabile. Le udienze previste all’Ufficio di conciliazione non vertono infatti solo sulla disdetta, ma anche per stati a essa antecedenti.
Un dato di fatto, questo, confermatoci anche dalla segretaria cantonale dell’associazione Francesca Coda, che ci spiega il meccanismo per cui maggiore è stata la durata del contratto di locazione, maggiore può essere la sua protrazione, per un massimo previsto di quattro anni. «È chiaro che devono reagire come inquilini», precisa Coda: «Ne vediamo ancora, purtroppo, di disdette collettive». E rispetto al caso della coppia di novantenni che risiede nello stabile da 36 anni, «come Associazione inquilini non accetteremo mai una protrazione di sei mesi». La segretaria riconosce d’altra parte che il proprietario ha il diritto di dare le disdette entro i termini; ciononostante, «gli inquilini hanno il diritto di chiedere una protrazione», nonché di esigere la riparazione dell’ascensore, bloccato da lunedì, e la riduzione della pigione per difetti.
Appuntamento in Conciliazione
È importante sottolineare come i residenti di palazzo Carpano non siano soli, come ci spiega il sindaco della cittadina di confine, Bruno Arrigoni: «La questione umana sicuramente è molto importante. Dispiace parecchio che queste persone che abitano in quell’edificio da 40, 50 anni si siano trovate in questa situazione». Arrigoni è stato contattato proprio dalla coppia di novantenni, circa un mese fa, e li ha rassicurati: il Comune si sarebbe attivato per trovare una soluzione idonea alle persone anziane. Inoltre, con l’Ufficio di conciliazione il Comune si è già messo d’accordo al fine di prolungare il termine di disdetta al 31 marzo 2020 per alcuni inquilini. Per altri, invece, l’incontro è previsto per il 21 agosto.
Da notare che le autorità sono al corrente del passaggio di proprietà e dei lavori di ristrutturazione dello stabile «che, effettivamente, è alquanto vecchio»; ma sul tavolo del Comune per il momento non è ancora stato depositato alcun atto ufficiale per quanto riguarda i lavori. Quanto alla carenza di manutenzione delle ultime settimane – come detto non vengono più fatte pulizie da mesi e il lift è fuori uso da qualche giorno –, le autorità si dicono pronte a intervenire per ripristinare «un servizio idoneo e necessario per queste persone» e per «riportare almeno un minimo di dignità». E alla coppia di novantenni, senza figli, il sindaco ha assicurato tutto il supporto possibile.
Abbiamo tentato di contattare i nuovi proprietari, con sede oltralpe, che tuttavia non hanno risposto alle nostre sollecitazioni.
L’appello di Fonio e le soluzioni del Dicastero
Del caso si sta occupando anche il consigliere comunale e capogruppo Giorgio Fonio (PPD), che con un’interrogazione chiede al Municipio se «è intenzionato a prendere contatto con i nuovi proprietari allo scopo di sostenere gli inquilini in questa delicata situazione» e se i lavori iniziati nello stabile nelle ultime settimane erano soggetti ad una domanda di costruzione. «In caso di risposta affermativa, quest’ultima è stata presentata?», domanda ancora il politico, che nel testo ricorda la situazione estremamente delicata di alcuni inquilini e il peggioramento delle condizioni abitative avvenuto nelle ultime settimane. «Posso capire che lo stabile debba essere ristrutturato e quindi la presenza di inquilini non potrà essere accettata per lungo tempo, ma questi anziani meritano rispetto e un accompagnamento degno di questo nome!», scrive nell’interrogazione, intitolata «Anziani in strada! Una vergogna “chiassese” made in Zürich!».
Nel frattempo, anche il Dicastero Socialità della cittadina di confine ha deciso di offrire il suo aiuto. Lo fa attraverso il progetto Frequenze, iniziativa di promovimento economico e inclusione sociale di cui abbiamo riferito di recente (cfr. edizione del 22 luglio). Dice di prendere atto della situazione relativa alla nuova gestione di palazzo Carpano «che, seppur nei termini legali corretti, sta creando disagio a diversi inquilini anziani». In seguito ad una riunione urgente tra la capodicastero Roberta Pantani, il direttore delle Attività sociali Andrea Banfi e la coordinatrice di Frequenze Elisa Volonterio si è deciso di mettere a disposizione la squadra di Frequenze «per sostenere nella preparazione e nel trasloco le persone coinvolte». I collaboratori del dicastero si dicono fiduciosi «che le persone in oggetto, soprattutto anziani e disabili, possano giovare del sostegno offerto».