Fatale lo scoppio di una gomma?

Se c'era una cosa che tutti conoscevano di lui era la sua grande passione per la bicicletta. Quella stessa due ruote che lo ha in qualche modo «tradito», sabato: vi sarebbe infatti lo scoppio del copertone anteriore (o una sua foratura) all'origine dell'incidente costato la vita a Gabriele Valentini, classe 1968, precipitato nel Lago Maggiore poche decine di metri a sud della dogana di Madonna di Ponte, tra Brissago e Cannobio. Erano da poco passate le 12.30 e la vittima, insieme a due amici, stava rientrando in Ticino dopo aver trascorso la mattinata pedalando sulle rive del Verbano. A Monte Carasso, per la precisione, dove viveva insieme alla moglie.
Gabriele Valentini era un ciclista di talento, che poteva vantare ottimi risultati in gare amatoriali di rilievo come il Gianetti Day e la Maratona delle Dolomiti, ma non solo. «Era una brava persona, modesta. Uno a cui era facile voler bene», racconta al CdT un amico di lunga data nonché collega nella ditta di Cadenazzo in cui era impiegato da quasi trent'anni. «Da qualche tempo – spiega – la sua passione per lo sport era diventata parte anche della sua vita professionale: aveva infatti deciso di diminuire la percentuale di lavoro in azienda per poter aprire un suo studio di massaggi sportivi, che conduceva insieme alla compagna di vita». Cresciuto a Giubiasco, a Monte Carsasso Valentini si era trasferito da alcuni anni, dopo aver comprato casa. «Esprimo le mie più sentite condoglianze alla famiglia», commenta il sindaco Ivan Guidotti. «Non lo conoscevo di persona ma era un viso noto nel nostro comune. È un grande dispiacere – continua – apprendere di simili disgrazie. Siamo tutti rammaricati per ciò che è successo».
Sul fronte della tragedia, i carabienieri e la Polizia comunale di Cannobio stanno indagando. Ma, man mano che il quadro va chiarendosi, sembra farsi sempre più strada l'ipotesi secondo cui l'incidente sarebbe stato provocato dallo scoppio del copertone della ruota anteriore della bicicletta su cui si trovava Valentini. Un problema tecnico improvviso che lo avrebbe fatto sbandare e finire contro la barriera, alta un circa metro, che si trova sul lato della strada a protezione di un muraglione di cemento che scende a picco sul lago per una decina di metri. Di lì, superato il guard rail a causa dello slancio, egli è precipitato nelle acque che, in quel punto, presentano una fascia di rocce in superficie. Violento l'impatto. Nonostante l'immediato intervento dei compagni di viaggio e degli uomini del 118, giunti sul posto con un elicottero, per lui non c'è stato nulla da fare: Gabriele Valentini è deceduto sul posto a causa dei gravi traumi interni riportati. I sanitari hanno potuto solo recuperare la salma. La sua bicicletta, nel frattempo, è rimasta appesa a metà del muro, incastrata ad un cavo.