Il caso

Ferragosto a Lugano: «Chiusure ingiustificate»

Fa discutere la scelta di molti esercenti di non aprire il giorno festivo - Secondo alcuni gestori «non conviene», mentre per il direttore dell’ente turistico «manca dialogo tra i ristoratori»
(Foto Zocchetti)
Chiara Nacaroglu
17.08.2019 06:00

LUGANO - «La chiusura di bar e ristoranti a Ferragosto? Ingiustificata e non certo un bel biglietto da visita per la città». Non le manda certo a dire il direttore dell’Ente turistico di Lugano (Lugano Region), Alessandro Stella, commentando la decisione di quegli esercenti (circa l’80%) che l’altro ieri, in occasione del giorno festivo, hanno deciso di non aprire. La città pullulava di turisti e gli alberghi in questi giorni sono pieni. «Molti esercenti dicono che non lavorano con i turisti, - continua Stella - ma siamo matti? Si deve fare un lavoro di squadra se si punta davvero allo status di città turistica». È da mesi infatti che si parla di questo statuto e dei passi che si stanno percorrendo per ottenerlo. Ma Lugano è davvero pronta? «Noi, come ente turistico, sì. - ci dice Stella - Ma tra gli operatori, forse, non c’è tutto questo interesse». «Nonostante sul lungolago e in piazza Riforma, i luoghi più frequentati dai turisti, bar e ristoranti erano aperti , - dice dal canto suo il capodicastero Cultura ed Eventi Roberto Badaracco - sarebbe bello che tutti facessero uno sforzo maggiore per dare di più a chi viene a trovarci».

La mia clientela è composta principalmente da persone che a Lugano ci lavorano; le domeniche e festivi non apro perché economicamente non conviene.

«Gastro faccia di più»

«Fa male vedere che tanti locali sono rimasti chiusi, - dice ancora Stella - sinceramente la situazione mi lascia basito. Magari Gastro Lugano potrebbe fare di più, almeno dare delle raccomandazioni per i locali del centro città. Serve maggior impegno nel comunicare con i propri associati». Come conferma il neopresidente dell’associazione di categoria, Michele Unternährer, un dialogo sulle aperture a Ferragosto non c’è stato. E tra i locali del centro che giovedì sono rimasti chiusi c’era anche il bar Canapè, gestito proprio da Unternährer. Come mai? «La mia clientela è composta principalmente da persone che a Lugano ci lavorano; le domeniche e festivi non apro perché economicamente non conviene», spiega. «Poi un giorno festivo con i negozi chiusi non è un giorno dove si lavora», dice ancora. Siamo al solito gatto che si morde la coda del quale più volte abbiamo discusso su queste colonne. La gente la domenica e i festivi evita la Città perché i negozi e i ristoranti sono chiusi, i negozi non aprono perché la Legge non lo consente e i bar tengono chiuso perché in giro non c’è abbastanza gente. Ma giovedì di gente ce n’era. «Sì, ma anche perché la mattina era nuvoloso, - continua il presidente di Gastro Lugano - altrimenti in molti non avrebbero deciso di passare la giornata in città». E gli hotel pieni di gente? «Cosa ne so io che gli alberghi sono pieni», ribatte. «Comunque mi auguro che un Ferragosto così affollato possa essere una normalità in futuro, se così fosse allora andrà studiata una strategia diversa. In ogni caso, anche gli esercenti sono imprenditori e devono fare i loro calcoli per cercare di stare in piedi. Non è che vogliamo fare vacanza!». Un riferimento, quest’ultimo, a coloro che ieri commentando la notizia sui social media se la sono presa proprio con gli esercenti. «Ma come - ha scritto, ad esempio, il consigliere comunale UDC Tiziano Galeazzi - si lamentano che la cifra d’affari retrocede ogni anno e poi non approfittano di giorni come questi? Poi non piangano miseria, si vede che non hanno bisogno di lavorare».

Fa male vedere che tanti locali sono rimasti chiusi, sinceramente la situazione mi lascia basito.

Commenti che hanno dato fastidio anche ad Alex Moscatelli, che gestisce locali a Lugano da oltre vent’anni e ora ha il bar Bistrot e il ristorante Orologio in via Nizzola. «Negli anni ho fatto diverse prove di apertura la domenica e i festivi - spiega - e mi sono messo sempre in prima linea, anche lavorando da solo per contenere i costi. Il risultato? Nullo. È capitato di non fare neanche cento franchi d’incasso in un giorno e questo perché la mia zona è tagliata fuori dal passaggio e non è una novità, è sempre stato così. I miei clienti sono coloro che in città ci lavorano, il turista viene a Lugano e passeggia sul lungolago e in piazza Riforma: perché dovrebbe venire a fare l’aperitivo con la vista sul cantiere se può farlo con la vista lago?». Moscatelli sottolinea un altro aspetto: «Se un gestore decide di tenere chiuso il proprio locale fa una scelta economica e la paura non è di non guadagnare abbastanza, ma addirittura di andare in perdita». Tra i locali chiusi a Ferragosto risultava anche il Ciani, situato nell’omonimo parco e di proprietà della Città. Il ristorante è chiuso per ferie dal 5 al 20 agosto, in un periodo dove il tappeto verde a picco sul lago pullula di gente. «È un neo perché il parco è un biglietto da visita della città - commenta Roberto Badaracco – ma non possiamo obbligare i gestori a tenere aperto. La chiusura del locale coincide con quella del Palazzo dei Congressi, dal 21 agosto però sarà sempre aperto, sette giorni su sette e ne siamo contenti».

Se è vero che Gastro Lugano non può obbligare i bar ad aprire, le indicazioni si possono dare.

Ma come uscirne?

Ma davvero non si riesce a trovare un compromesso che permetta alla nostra città di essere attrattiva fino in fondo? Un accordo tra gli esercenti affinché si garantisca l’apertura dei bar e dei ristoranti del centro in un giorno come Ferragosto? Secondo il direttore di Lugano Region Stella, «una soluzione potrebbe essere instaurare un tavolo di discussione tra ente turistico, albergatori e ristoratori per stabilire un piano che regoli le aperture nei giorni festivi, organizzando almeno delle aperture a rotazione in modo da garantire un servizio come si deve». Che manchi comunicazione tra i diversi operatori si era capito e uno dei motivi è da ricercare nell’assenza, da tre anni a questa parte, di un rappresentante di Gastro Ticino nel Consiglio d’amministrazione di Lugano Region. Un problema, questo, che l’ente è intenzionato a risolvere. Come ci spiega Stella, «per l’anno prossimo (la nomina del CdA avverrà nel giugno 2020, ndr) abbiamo previsto una modifica dello statuto per garantire la presenza di un rappresentante di ogni categoria che collabora con il turismo. Purtroppo l’assenza di contatti e comunicazione non fa bene a nessuno. Se è vero che l’associazione di categoria non può obbligare i bar ad aprire, le indicazioni si possono dare. Poi, chiaramente, ognuno fa la propria politica aziendale».

Questa proposta trova d’accordo anche Badaracco, che però precisa come «l’Esecutivo abbia compiuto tutti i passi necessari per ottenere lo statuto di città turistica. Ora aspettiamo risposte da chi sul territorio lavora. Il turismo deve diventare uno dei settori trainanti della nostra economia, da parte degli operatori ci vogliono una strategia chiara di marketing e una progettualità sul lungo periodo». Cosa che, almeno a Ferragosto, sembra essere mancata.

IL NOSTRO SONDAGGIO

Bar e ristoranti chiusi a Ferragosto: un’assurdità? Questa la domanda che abbiamo girato ai nostri lettori con un sondaggio sul sito www.cdt.ch. Tra coloro che hanno risposto, il 75% pensa di sì e che «è inconcepibile in piena stagione turistica». Il 14% è convinto che si possa «stabilire una quota minima di esercizi aperti», mentre l’11% pensa che non sia un’assurdità e che «anche il personale della ristorazione può concedersi un giorno di riposo». Ieri in serata avevano espresso la loro preferenza oltre 1.200 lettori.