Finisce all'asta lo studio del «medico tuttofare»

Prima un piccolo, ma significativo indizio per identificare il protagonista della vicenda di cui vi parleremo nelle prossime righe: secondo le autorità sanitarie cantonali ha fatto uso di titoli di cui era sprovvisto. Nel senso che nel corso degli anni si è definito dentista, fisioterapista, massaggiatore, psicologo e specialista in medicina generale. In Svizzera, però, disponeva solamente dell’autorizzazione di libero esercizio quale dentista e medico. Un altro indizio, visto che la vicenda risale a diversi anni fa e a volte i cassetti della memoria tendono ad arrugginirsi: è stato invischiato in varie vicende giudiziarie e nel 2016 sulla porta dello studio in centro a Chiasso dove esercitava sono comparsi i sigilli rossi della Magistratura. Lo stesso studio che questo autunno verrà battuto all’asta a Mendrisio per una stima che un perito ha stabilito in 759.000 franchi (si tratta di un quadri locale di circa 100 metri quadri con cucina, corridoio, atrio e servizi. Chi fosse interessato può presentarsi il 13 novembre nella sala del Consiglio comunale, chi invece ha insinuazioni da presentare, può farlo entro il 1.luglio).
Poliedrico
Il protagonista è colui che è stato ribattezzato in "medico tuttofare", oppure medico dai mille volti, scomparso dai radar ticinesi ormai diversi anni fa. L’ultima volta che il suo nome è balzato (ancora) agli onori della cronaca era il 2018, quando la Corte di appello e di revisione penale ha riconosciuto l’ormai quasi ottantenne cittadino italiano colpevole di contravvenzione alla Legge federale sulle professioni mediche, contravvenzione alla Legge federale sulle professioni psicologiche e contravvenzione alla Legge sanitaria, oltre ad infliggergli una multa di 5.000 franchi. Le uniche tracce che il poliedrico medico ha lasciato dietro di sé, oltre che quelle impresse su vecchie pagine di giornale, nelle sentenze dei tribunali e negli incarti del Ministero pubblico, sono la ditta individuale regolarmente iscritta a Registro di commercio nel 2017 e che attualmente risulta ancora attiva e la vendita all’incanto dell’appartamento sito in centro a Chiasso, di proprietà di una fondazione riconducibile al dottore e in cui ha esercitato tra il 2013 e il 2015. Le vicende del dottore erano inevitabilmente arrivate anche all’orecchio della politica. Ad esempio, ai tempi il leghista Massimiliano Robbiani aveva interrogato il Governo circa i numerosi titoli che il medico italiano millanta di avere. Nella sua risposta, il Consiglio di Stato aveva rilevato che «purtroppo alcuni, pochi, operatori sanitari evidenziano una certa reticenza a rispettare le regole, e ciò anche dopo svariati richiami o provvedimenti».