Politica

Fiorenzo Dadò: «Vinceremo se sapremo tradurre le parole in fatti»

Il Centro, riunito in congresso cantonale a Castione, guarda alle elezioni del 2 aprile promettendo capacità di mediazione e concretezza
© CdT/Chiara Zocchetti
Martina Salvini
28.01.2023 16:45

Il partito della mediazione, della concordanza. Ma anche della concretezza. Queste le parole d’ordine del Centro per affrontare non solo la campagna elettorale in vista delle elezioni del 2 aprile, ma anche la prossima legislatura. «La missione del nostro partito, la nostra missione come rinnovato partito del Centro, è in primo ordine quello di contribuire a trovare soluzioni. Se vogliamo vincere possiamo farlo, ma dobbiamo uscire da questa sala convinti», ha detto con forza il presidente Fiorenzo Dadò davanti alle oltre 500 persone riunite a Castione per il congresso cantonale. Il mondo attorno a noi, ha ricordato Dadò, «sta cambiando molto in fretta e questo imporrà anche nel nostro piccolo Ticino di assumere posizioni coraggiose e responsabili nei confronti dei cittadini».

Di qui, la necessità di essere concreti, perché «a vincere la partita, ad aprile, saranno coloro che avranno la capacità di tradurre le parole in fatti». Per farlo, ha però sottolineato Dadò, «dovremo avviare la nuova legislatura sedendoci attorno a un tavolo, dove condividere sogni, proposte e conoscenze con l’obiettivo di affinare due o tre progetti-faro che fungano da traino per garantire un futuro prosperoso alle nuove generazioni». Il Centro intende porsi quale «trait d’union tra le diverse sensibilità politiche agli estremi», ha evidenziato il presidente. «L’obiettivo finale dei partiti è il bene comune» ha detto ancora Dadò. «Pur comprendendo la necessità di vendere ognuno il suo prodotto, il Ticino di oggi a urgentemente bisogno di una classe politica che presti attenzione a cosa fanno anche gli altri, a un confronto che ci unisca». Non a caso, tra le linee guida approvate dal congresso figura appunto la volontà di porsi quale «partito della mediazione»: «Le polemiche generate ad arte – riporta il documento - da posizioni estreme e populiste hanno bloccato per troppo tempo decisioni importanti per le prossime generazioni. È perciò importante impegnarsi insieme e superare futili steccati». L’azione politica del Centro, dunque, «mira a soluzioni praticabili e rifugge perciò da slogan e indignazioni inutili».

Il ceto medio chiede di avere qualche franco in più alla fine del mese
Maurizio Agustoni, capogruppo Centro e candidato al Consiglio di Stato

I cinque candidati al Governo

A prendere la parola, poi, sono stati i cinque candidati al Consiglio di Stato. Il capogruppo Maurizio Agustoni ha sottolineato tre priorità che dovranno essere al centro della legislatura: potere d’acquisto, scuola e mobilità. «Il ceto medio – ha spiegato Agustoni – chiede di avere qualche franco in più alla fine del mese». Per questo, «è urgente sostenere il potere d’acquisto del ceto medio, non solo tramite sgravi fiscali, ma anche attraverso altre misure, come assegni familiari sui livelli degli altri Cantoni». Sul fronte della formazione, secondo Agustoni «la priorità sarà quella di ridare tranquillità e stabilità alla scuola ticinese, preservandola da tensioni ideologiche che rischiano di tenerla perennemente in ostaggio». Mentre in tema di mobilità, nonostante il trasporto pubblico sia stato potenziato «in modo significativo, continua a mancare una visione di insieme».

Il deputato Paolo Caroni ha invece voluto ricordare come «in questa legislatura in molte occasioni abbiamo fatto la differenza. Siamo stati determinanti in talune scelte politiche e abbiamo cercato di sostenere i valori alla base del nostro partito». E proprio parlando dei valori cari al Centro, secondo Caroni «non dobbiamo temere di esprimere i nostri principi e dobbiamo andarne fieri, perché solo così sapremo contraddistinguerci dalle altre forze politiche».

Il consigliere di Stato uscente Raffaele De Rosa ha spiegato che «il vero obiettivo, che tutti dobbiamo perseguire, è costruire e preservare il benessere di tutti, soprattutto di chi arriverà, ma senza scordare chi, invece, ha già dato tanto e ha diritto al riposo». Il concetto più alto di politica, ha proseguito il direttore del DSS, «deve essere quello di pensare soprattutto agli altri. Ecco perché il mio slogan è composto da tre semplici parole: io ci sono». E proprio questa vuole essere la promessa di De Rosa: «Come ci sono stato negli ultimi anni, nelle difficoltà e nella fatica di superare un brutto periodo, voglio esserci anche domani, per continuare il lavoro».  

Il vicepresidente del partito, il sindacalista dell'OCST Giorgio Fonio, ha invece usato la metafora dei mattoni per riassumere il suo percorso – di vita e politico – e per parlare degli obiettivi che gli stanno a cuore: «Un Ticino attento alle fasce più deboli della società. Un Ticino che garantisca a tutti i bambini di studiare e formarsi, indipendentemente dal ceto sociale. Un Ticino che sappia agire tempestivamente per affrontare la transizione energetica, che garantisca la parità tra uom e donna e il diritto di lavorare».

Infine, per Laura Tarchini, portavoce di ProSenectute Ticino e Moesano, sono cinque i temi chiavi da portare avanti: giovani («fornendo loro una scuola adatta alle necessità e al loro futuro»), sostenibilità finanziaria (con la «ricerca di un equilibrio finanziario che necessiterà di un’ampia condivisione in materia di contenimento della spesa»), ambiente («puntando sulle rinnovabili, in particolare sul fotovoltaico»), famiglie (promuovendo misure per il potere d’acquisto e la conciliabilità lavoro-famiglia) e anziani («valorizzandoli per quanto di utile fanno per la società»).

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