FoxTown, CCL rinnovato: «Condizioni all’avanguardia»

Ha più di due decenni ormai il Contratto Collettivo di Lavoro (CCL) per gli oltre 1.200 collaboratori attivi nei 160 negozi del FoxTown di Mendrisio. E ieri è stato rinnovato per la sesta volta dal patron Silvio Tarchini e dai sindacati OCST, UNIA, SIC e SIT. L’intesa entrerà in vigore il prossimo primo gennaio e durerà sino al 31 dicembre 2024.
«Da parte nostra c’è senz’altro soddisfazione, perché questo è il sesto rinnovo», commenta Tarchini. Questo anche alla luce degli stipendi versati dai negozi, «più che decenti»: quello minimo, per l’assistente alla vendita non qualificato al primo anno, parte dai 3.751 franchi mensili. «L’ambiente di lavoro è ottimo – prosegue il patron – sono 24 anni che siamo aperti, e abbiamo parecchie persone che sono attive qui sin dall’inizio. È un luogo di lavoro molto ambito». La durata del lavoro settimanale è di 40 ore e sono previste 5 settimane di vacanza all’anno.
Diverse le migliorie sui piani professionale e sociale contenute nel rinnovato CCL. Tra queste, sei settimane di congedo non pagate aggiuntive al periodo di assenza retribuito a tutte le neomamme e ai «freschi papà» che ne faranno richiesta, una giornata lavorativa della durata minima di 4 ore per i dipendenti assunti a tempo parziale e una maggior tutela dei collaboratori «over 50» e delle neomamme. Ciò significa che per le persone che hanno (più di) 50 anni e hanno accumulato 15 anni di esperienza lavorativa al FoxTown il licenziamento non è possibile se non per motivi gravi. Per le neomamme vale la stessa cosa nei dodici mesi successivi al rientro dalla maternità; a tal proposito è stata inserita una clausola apposita. Un altro aspetto interessante è l’utilizzo della tecnologia, che non potrà diventare «invasivo»: «salvo emergenze – si legge nel paragrafo aggiunto appositamente – fuori dall’orario di servizio, il lavoratore non è obbligato a controllare sulla posta elettronica o sul telefono cellulare eventuali comunicazioni di lavoro».
Soddisfazione anche da parte di Giangiorgio Gargantini, segretario regionale di UNIA: il rinnovo «è stato giudicato positivamente dalla nostra assemblea. Siamo contenti di continuare questo partenariato». Diversi gli aspetti positivi: in particolare la protezione contro il licenziamento per le neomamme al momento del rientro al lavoro. «Sappiamo che purtroppo sono un problema enorme, sul mercato del lavoro, i casi delle lavoratrici licenziate al momento del rientro dalla maternità. Crediamo che questa misura darà una risposta a un problema assolutamente urgente. Nell’anno dello sciopero delle donne è una risposta sicuramente positiva». Gargantini sottolinea d’altra parte come non sia stato possibile, «purtroppo», intervenire ulteriormente sui livelli salariali: «La zavorra rappresentata dal contratto cantonale del settore, che prevede minimi salariali vergognosamente bassi, impedisce di migliorare i salari negli altri contratti esistenti nel settore».
Sulla stessa linea anche Giuliano Butti, segretario regionale dell’OCST: «È un CCL molto importante, perché contiene delle condizioni lavorative all’avanguardia». Due normative in particolare costituiscono a livello svizzero «se non un unicum, poco ci manca»: anche Butti sottolinea come sia «sostanzialmente considerato abusivo il licenziamento della mamma nel primo anno dopo il parto, a meno che il datore di lavoro non riesca a dimostrare che ci sono dei motivi di disdetta giustificati». Questa, tecnicamente, è «un’inversione dell’onere della prova: si presume che sia abusivo il licenziamento nel primo anno dopo il parto». Il secondo aspetto, analogo, riguarda il considerare abusivo il licenziamento del lavoratore «over 50» con 15 anni di anzianità di servizio al FoxTown.