Fra un anno si inaugurerà la nuova ala dell’OBV

Ancora un anno di attesa, esattamente uno, poi l’Ospedale Beata Vergine (OBV) di Mendrisio sarà più grande. E anche più ricco nella sua offerta. L’inaugurazione della nuova ala, in costruzione da poco più di due anni a ridosso dell’ospedale mendrisiense, è infatti in programma il 1. gennaio 2022. La data è confermata, malgrado il coronavirus, spiega l’EOC, a cui abbiamo chiesto delucidazioni sui lavori in corso. «La pandemia ha avuto un influsso sul cantiere e ci ha fatto perdere circa 2 mesi sulla tabella di marcia. Questo tuttavia, allo stato attuale, non ha causato dei posticipi nella data di apertura, che è rimasta invariata. In tutti i progetti di grosse dimensioni, come quello dell’OBV, nella fase di progettazione e programmazione delle tempistiche, vengono considerati e conteggiati anche dei possibili ritardi legati ad imprevisti non programmabili. Il lockdown della primavera scorsa ha naturalmente avuto un influsso e ha rallentato i lavori. Questo rallentamento ha "bruciato" le riserve per imprevisto che erano state considerate nella fase di pianificazione».
Apertura contemporanea
La simbolica posa della prima pietra della nuova ala si è tenuta alla fine di settembre del 2018, alla presenza di Graziano Selmoni, allora direttore dell’OBV; Paolo Beltraminelli, allora direttore del Dipartimento della sanità e della socialità; Samuele Cavadini, sindaco di Mendrisio; Michele Gaggini, architetto e Paolo Sanvido, presidente dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC). Da quel giorno molte cose sono cambiate. Oggi la nuova ala è ben visibile ed è già possibile immaginare le sue future sembianze. L’edificio disporrà di quattro piani fuori terra (uno in più di quelli previsti in un primo momento) e uno interrato. «Abbiamo previsto l’apertura di tutti gli spazi contemporaneamente, in modo da agevolare gli aspetti organizzativi e di gestione. A fronte di cambiamenti strategici, attualmente stiamo riprogettando il piano terreno, motivo per il quale non è escluso, nell’apertura di questo piano, un lieve ritardo».
Anziani e associazioni esterne
Il progetto per la nuova ala, era stato spiegato durante la cerimonia per la posa della prima pietra, è nato dalla necessità di assicurare ad un numero crescente di anziani cure adeguate che tengano conto della polimorbidità, della cronicità delle malattie e della fragilità che spesso le accompagna. I contenuti dello stabile in costruzione rispecchiano quindi questo obiettivo. «Al terzo piano ci saranno 30 letti RAMI (reparto a minore intensità), di cui 22 in camere singole precisa l’EOC - un paio d’anni fa il numero dei letti post acuti nel Mendrisiotto era stato al centro del dibattito, ndr -. Al secondo piano abbiamo previsto l’ambulatorio IOSI (con sale dedicate alle terapie), l’emodialisi, l’angiologia e l’ambulatorio di chirurgia vascolare – continua l’EOC -. Il primo piano sarà occupato prevalentemente da ambulatori chirurgici (urologia, proctologia, otorinolaringoiatria, dermatologia, ambulatorio cure ferite, ambulatorio chirurgia e ortopedia), mentre al piano terra è prevista l’occupazione con ambulatori prevalentemente internistici (consultorio di medicina d’urgenza, pneumologia, nutrizione clinica, diabetologia ed endocrinologia). Il piano meno uno lato sud ospiterà associazioni esterne (Lega polmonare, Hospice, Lega contro il cancro), mentre il lato nord, sempre al piano meno uno, ospiterà cardiologia e neurologia».
L’accordo sfumato con ACD
Non ci sarà invece il Servizio di assistenza e cura a domicilio del Mendrisiotto e Basso Ceresio (ACD). Il suo trasloco, che sembrava scontato e che era già stato tratteggiato in un precontratto tra le parti, è sfumato. Negli scorsi mesi ACD ha rinunciato all’accordo. A venir meno sarebbero state le garanzie di collaborazione a carattere clinico e socio-assistenziale concordate inizialmente con EOC (per il reparto RAMI).