Fratelli in affari, ma sono illegali

Di versioni della storia ne hanno raccontate svariate, tanto che per il giudice Amos Pagnamenta - come ha detto lui stesso oggi in aula - «è impossibile ricordarle tutte». Anche se resta l’incognita di quanti viaggi abbiano fatto attraverso la Svizzera con della droga in auto (verosimilmente quattro), su una cosa di dubbi non ce ne sono. Il 22 febbraio sono stati fermati con oltre 209 chilogrammi di hashish nascosta in auto. I due fratelli marocchini residenti in Italia alla sbarra oggi di fronte alla Corte delle assise criminali di Mendrisio presieduta da Pagnamenta non hanno quindi potuto che essere ritenuti colpevoli di infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti.
La condanna stabilita è di 30 mesi di detenzione, di cui 7 da espiare e 7 anni di espulsione dalla Svizzera. Una pena identica anche se i due non hanno hanno fatto ammissioni parallele, uno ha infatti sostenuto di essere venuto a conoscenza del carico che trasportavano il 22 febbraio solo a viaggio iniziato. Un viaggio iniziato in Marocco e che avrebbe dovuto portarli in Germania.
La vendita della sostanza stupefacente avrebbe potuto fruttare oltre 1,3 milioni di franchi, ma i due erano stati incaricati solo del trasporto. Il compenso promesso era di 3.000 euro, ha spiegato quello che ha fatto ammissioni più complete.