Ticino

Frontalieri: la Svizzera avanza, il Ticino rallenta

Nel terzo trimestre 2025 i lavoratori con permesso G in Svizzera superano le 410.000 unità – Nel Cantone il numero resta invariato a 79.812
©Chiara Zocchetti
Red. Online
06.11.2025 08:48

Alla fine di settembre 2025, in Svizzera erano attivi 410.422 frontalieri, pari a un aumento dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I dati, diffusi oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST), indicano un incremento complessivo su scala nazionale ma una situazione stabile in Ticino, dove i lavoratori con permesso G sono 79.812, con una variazione nulla su base annua (0,0%) e un lieve aumento rispetto al trimestre precedente (+0,3%).

Negli ultimi cinque anni, il numero di frontalieri in Svizzera è passato da 342.000 nel terzo trimestre 2020 a oltre 410.000 nel terzo trimestre 2025, segnando una crescita del 19,9%.

Distribuzione geografica

Oltre metà dei frontalieri è domiciliata in Francia (57,6%), seguita da Italia (22,7%) e Germania (16,5%). L’Italia conta 93.245 lavoratori frontalieri attivi in Svizzera, in crescita dello 0,5% rispetto al terzo trimestre 2024. Tra le grandi regioni svizzere, l’aumento più marcato si registra nella Svizzera nordoccidentale (+2,1%) e nella Regione del Lemano (+2,0%), mentre si osservano cali leggeri a Zurigo (−0,9%) e nell’Espace Mittelland (−0,8%).

Il Ticino, con i suoi quasi 80.000 frontalieri, rappresenta da solo quasi un quinto del totale nazionale.

Ripartizione per settore economico

A livello svizzero, il settore terziario impiega 285.760 frontalieri (+1,7%), seguito dal settore secondario con 121.617 lavoratori (stabile, +0,0%) e dal settore primario con 3.045 (+5,0%). Nel Ticino, come negli anni precedenti, la quota maggiore si concentra nell’industria manifatturiera e nelle costruzioni, con una componente crescente nei servizi alla persona e nel turismo.

Variazioni per sesso e Paese

Gli uomini rappresentano 264.487 frontalieri (+1,3%) e le donne 145.935 (+1,2%). Tra i Paesi di provenienza, si osservano incrementi significativi per i lavoratori provenienti dal Liechtenstein (+5,7%) e dall’Austria (+0,3%), mentre diminuiscono quelli da altri Stati (−2,7%).

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