Fu tentata violenza carnale

Condannato a 12 mesi sospesi l'uomo del Locarnese che nel 2014 costrinse la moglie - da cui si era separato - a un atto sessuale contro la sua volontà
Red. Online
19.04.2018 12:16

LUGANO - Un anno di detenzione, posto al beneficio della condizionale per un periodo di prova di due anni. È questa la pena emessa dalla Corte delle Assise criminali di Locarno, riunite a Lugano, a carico del 45.enne del Locarnese che nel marzo 2014 costrinse la moglie - dalla quale si era separato da alcuni mesi - a un atto sessuale contro la sua volontà. L'uomo, secondo la pubblica accusa, l'avrebbe minacciata brandendo un coltello, per poi impedirle di uscire di casa.

Il cittadino portoghese (con precedenti penali per reati contro l'integrità della persona) è stato riconosciuto colpevole di tentata violenza carnale (non c'è stata effettiva penetrazione), danneggiamento dei telefoni della moglie e di minaccia a danno di un uomo che credeva frequentasse la donna.

"Non potendo credere a una versione piuttosto che all'altra, perché nelle dichiarazioni dei due consorti ci sono dei passaggi che stridono e hanno quindi reso impossibile stabilire in modo chiaro e senza dubbi che i fatti si siano svolto in un determinato modo", la Corte lo ha invece prosciolto dalle accuse di sequestro di persona, tentata coazione, lesioni semplici, appropriazione semplice, violazione del dovere di assistenza ed educazione, nonché dall'accusa di minaccia nei confronti della moglie.

La Corte, presieduta dal giudice Marco Villa, ha quindi solo parzialmente confermato l'atto d'accusa firmato dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni, che ieri in aula aveva chiesto che l'uomo venisse condannato a 3 anni. Mentre, l'avvocato difensore Fiorenzo Cotti, lo ricordiamo, si era battuto per il proscioglimento del suo patrocinato dalla maggior parte degli addebiti (ad eccezione delle lezioni semplici e danneggiamento, unici reati ammessi dall'uomo), chiedendo, in caso di condanna che la pena non fosse superiore ai 18 mesi, sospesi con la condizionale.

Il 45.enne dovrà inoltre risarcire la donna (con la quale nel frattempo è tornato a vivere e ha avuto un secondo figlio) per torto morale. La Corte ha però ridotto la richiesta di indennizzo - presentata dalla sua legale, Francesca Lepori Colombo - da 15.000 a 1.000 franchi, perché "non è possibile constatare una sofferenza successiva ai fatti".

Il caso a giudizio, come lo ha definito la Corte, riflette "una situazione nebulosa". I due, come detto, sono tornati insieme, ma - come ha sottolineato ieri l'avvocato dell'accusatrice privata - è presumibile che "questo dibattimento porterà a decisioni difficili, che per il momento la mia patrocinata non ha colto, appunto, perché aspettava di vedere che cosa sarebbe successo davanti al giudice".

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