Turismo

Funicolari, trenini e funivie stanno cercando di risalire

Numeri incoraggianti per gli impianti sui monti Lema, Tamaro, Brè, San Salvatore, Generoso e San Giorgio - Dopo la chiusura forzata a causa della pandemia si spera che il meteo permetta di recuperare gli incassi perduti
© Keystone / Francesca Agosta

Impianti di risalita in tutti i sensi. Trenini, funicolari e funivie del Sottoceneri stanno facendo registrare numeri incoraggianti nell’estate più strana degli ultimi cent’anni. Vediamo che aria si respira lassù, una cima alla volta.

Lo stupore del bambino

Mentre la cabina sorvola il versante boscoso sopra Miglieglia, un bambino in braccio alla mamma osserva gli alberi con occhi sgranati, quasi impauriti: è la prima volta che li vede dall’alto. Le famiglie sono un pubblico prezioso per la Funivia del Monte Lema, che a giugno e luglio ha visto aumenti del 23% e del 53% rispetto agli stessi mesi dello scorso anno. Alle 16 di un caldo pomeriggio la terrazza del ristorante in vetta è piena di clienti, alcuni dei quali, incuranti dell’orario, si gustano un piatto di gnocchi al formaggio.

Gli escursionisti arrivano anche dal sentiero che porta al Tamaro: una traversata allettante per chi alloggia nella regione, ma anche per chi ci vive. La presenza di ticinesi è una delle note più liete per Augusto Testini, che da quest’anno gestisce il ristorante: «È bello ospitare anche la clientela locale (per il resto sentiamo parlare soprattutto tedesco e schwyzerdütsch) questo in fondo è il monte dei malcantonesi. In generale va meglio del previsto – ci racconta Testini, mentre un aereo radiocomandato ronza nel cielo sopra il locale – agosto alla grande. Se il tempo ci assiste, i turisti arrivano».

Distanze? No problem

La traversata verso il Tamaro, virtualmente, la facciamo anche noi. E troviamo pari soddisfazione per il numero di visitatori. «In luglio – ci spiega la società di gestione della funivia – l’aumento è stato del 35% e nei primi d’agosto siamo al 15% in più dell’anno scorso. In primavera temevamo che sarebbe andata male, invece...». Invece ci sono tantissimi ticinesi (i principali clienti, da sempre) e tanti romandi in più. Gli svizzero-tedeschi diminuiranno con la riapertura delle scuole ma si spera di recuperarli in ottobre. Un vantaggio del Tamaro è costituito dalle cabine a quattro posti a flusso continuo, che permettono di salire anche da soli. Era possibile anche prima della pandemia. Ora ci vogliono le mascherine (se mancano le fornisce l’azienda, n.d.r.) ma poi in vetta le attività all’aperto sono molte e la distanza può essere facilmente garantita».

Una danza contro la pioggia

Spostiamoci a Lugano, sui due monti che s’innalzano come colonne alle estremità del golfo. A Cassarate un cartello d’altri tempi indica la via per salire sulla funicolare del Brè. Le carrozze sono quasi piene, come le terrazze dei due locali in cima: l’osteria della Funicolare e il ristorante Vetta. Claudio Dani, gerente del Vetta, è soddisfatto, «anche se mancano i nordeuropei e gli statunitensi». La consolazione, come per tutti, è l’aumento degli svizzeri. «Anche ticinesi. Un signore mi ha detto: “Erano trent’anni che non salivo più sol Brè”». L’impossibilità di lavorare in primavera comunque si è fatta sentire (la TPL non ci ha fornito dati sui biglietti rimandandoci a un’analisi, tuttora in corso, avviata dal Cantone) e da qui in avanti Dani e la squadra sperano nella clemenza del tempo. Il sogno resta quello di avere una copertura, anche parziale, per difendere pranzi e cene dai temporali, perché all’interno lo spazio è minimo, «ma sappiamo che non è facile». La Città, proprietaria dell’impianto, ha sul tavolo un piano di rilancio. Tra le varie idee c’è la creazione di una passerella pedonale attorno alla terrazza e di sicuro verranno riviste la segnaletica e, in generale, la promozione.

Pensieri invernali

Già rodata, invece, la macchina organizzativa della Funicolare del San Salvatore, che sta cercando di rimediare ai danni economici della pandemia. «Da gennaio – fa sapere il direttore Felice Pellegrini – abbiamo perso il 45% rispetto ai primi sette mesi del 2019. Ci mancano incassi per un milione. Ma se guardiamo i dati da metà giugno, quando abbiamo riaperto, sono in linea con quelli dell’anno scorso, che era stato eccezionale. Per fare meglio serviva un miracolo: siamo contenti così, con una buona presenza di svizzero-tedeschi e la sorpresa dei romandi. Ottima anche l’affluenza dei ticinesi».

Le prossime settimane saranno decisive ma sul San Salvatore si pensa già alla stagione invernale. «Siamo stati i primi, l’anno scorso, ad aprire anche durante i mesi freddi». Un’iniziativa poi fermata dal coronavirus. Pellegrini conclude con un appello: «Per gli impianti di risalita sarebbe auspicabile un aiuto da parte dell’ente pubblico, come avvenuto per alberghi e ristoranti».

Statistiche generose

Chiudiamo il tour delle cime nel Mendrisiotto. Sul Monte Generoso in luglio i passeggeri del trenino sono aumentati del 15%, mentre i primi giorni di agosto hanno regalato un +4%. Significative due differenze statistiche: gli svizzeri quest’anno sono il 92% del pubblico totale contro il 76% dell’anno scorso, mentre i visitatori della Svizzera italiana sono saliti dal 23% al 39%, grazie anche a una promozione mirata. «Sono stati apprezzati gli eventi organizzati in collaborazione con le strutture in vetta – sottolinea la società di gestione della ferrovia – come ad esempio gli aperitivi al tramonto, le serate ticinesi e il brunch del 1. agosto».

Ci erano mancate

I gestori della Funivia Serpiano si aspettavano invece qualcosina in più, «ma siamo contenti, visto com’era la situazione in primavera». Dalla riapertura i numeri sono più o meno quelli del 2019. «Molti i ticinesi, ed è bello vedere clienti arrivare dal Sopraceneri o dal Luganese, mentre i momò sembrano sfruttare un po’ meno questo gioiello». La funivia è comunque apprezzata perché piccolina e aumentando il numero di corse, una famiglia può salire senza altre persone. Apprezzata come l’hotel, del resto. «Una meta scelta da molti – ci spiegano – perché isolata e in montagna». La vista fa la sua parte, come per tutte le nostre vette. Ora possiamo godercele: ci sono mancate.

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