Monte gambarogno

Fuoco lontano dalle case, ma non ancora domato

I domiciliati di Indemini potranno far rientro da domani, venerdì, nelle loro abitazioni - Samuele Barenco: «Siamo più ottimisti, ma non abbassiamo la guardia»
Spartaco De Bernardi
03.02.2022 18:03

«L’incendio non è ancora sotto controllo al cento per cento, ma le operazioni di spegnimento nelle quali siamo stati impegnati in questi cinque giorni stanno dando i loro frutti». È un cauto ottimismo quello ostentato dal comandante dei pompieri della Città di Bellinzona Samuele Barenco nel fare il punto della situazione sulle operazioni di spegnimento del rogo scoppiato nelle prime ore di domenica scorsa sulla vetta del Monte Gambarogno. Rogo innescato, secondo quanto appurato dall’inchiesta, da un fuocherello di un bivacco che due escursionisti del canton Svitto credevano di aver spento prima di coricarsi. Ma che in un battibaleno, alimentato dal vento, si è sospinto minacciosamente verso Indemini. «Il villaggio non è mai stato in pericolo» rileva ancora Barenco, ricordando come lo sgombero della cinquantina di residenti nella notte tra domenica e lunedì sia stato deciso a titolo precauzionale anche in considerazione del denso fumo che aveva invaso il villaggio. Fumo che, al pari del fuoco, ora è lontano. Tanto che domani, venerdì, dopo quattro giorni di esilio forzato gli sfollati potranno far ritorno nelle loro case. Ma non tutti: solo i domiciliati, che sono una ventina. Indemini e le sue frazioni restano invece inaccessibili a chi vi possiede una residenza secondaria e ai vacanzieri.

L’acqua non è potabile

Il problema è l’acqua corrente: l’incendio l’ha resa non potabile. Il Comune, con l’aiuto della Protezione civile, potrà garantire l’approvvigionamento idrico solo ai domiciliati facendo capo ad un’autobotte. I proprietari di residenze secondarie dovranno dunque attendere ancora prima di poter rientrare nelle loro abitazioni del villaggio montano. Il Comune li ha comunque tranquillizzati inviando loro una lettera nella quale specifica che le loro abitazioni sono state preservate dalle fiamme. Abitazioni nelle quali sono però invitati a non far rientro almeno fino alla fine del mese di febbraio, cioè per il tempo necessario per permettere ai servizi comunali e di soccorso di ripristinare la normalità nell’erogazione di acqua potabile ed energia elettrica e nella sicurezza pubblica. Da parte sua la Polizia cantonale rammenta che la strada cantonale che conduce all’Alpe di Neggia e a Indemini è chiusa al traffico. L’invito è quindi a voler rispettare il divieto di circolazione per motivi di sicurezza e per non intralciare le operazioni di spegnimento.

Pompieri attivi su più fronti

Se per gli abitanti di Indemini è giunto il momento di tornare ad una certa normalità, per i pompieri il lavoro è tutt’altro che finito. Proseguirà anche oggi sia da terra - con una cinquantina di militi impegnati nella bonifica del terreno dentro il perimetro dell’incendio per togliere il combustibile naturale con il quale si alimentano le fiamme -, sia dal cielo con sei elicotteri, due SuperPuma dell’esercito e quattro privati. «Dobbiamo scongiurare il pericolo che il fuoco si propaghi verso il Monte Paglione, una zona molto delicata dove negli scorsi anni si era già verificato un incendio importante» precisa il comandante dei pompieri di Bellinzona. Altri due fronti sui quali si concentrano le operazioni di spegnimento sono quello verso il confine con l’Italia e quello della bocchetta attraverso la quale le fiamme potrebbero scendere verso la sponda sinistra del Lago Maggiore. Non da ultimo le energie si concentrano anche per evitare che un altro fronte del rogo possa spingersi verso la zona del Tamaro. Un lavoro che si annuncia ancora impegnativo e la cui durata dipenderà anche dalle condizioni meteorologiche. «Fino a quando non vi saranno delle precipitazioni importanti, la situazione non potrà considerarsi del tutto risolta» rileva a tal proposito Barenco.

Un plauso alle forze in campo

Per sincerarsi della situazione e ringraziare gli attori del pronto intervento impegnati da giorni nelle operazioni di spegnimento dell’incendio, sul posto si è recato il presidente del Gran Consiglio Nicola Pini accompagnato dal vicesindaco di Gambarogno Michele Sussigan e dal municipale Tiziano Rossi. Il primo cittadino del Cantone ha espresso anche un pensiero di vicinanza e solidarietà nei confronti degli abitanti di Indemini e delle frazioni di Ri, Pezze e Boè.