Furti, danneggiamenti e tanto altro: forzati anche due posti di blocco

Quattro atti di accusa, due incidenti della circolazione, altrettante fughe da posti di blocco della Polizia o delle Guardie di confine e una lunga serie di furti e danneggiamenti e altri reati, dalla guida in stato di inattitudine alla violenza contro le autorità. E un augurio, quello espresso dal presidente della Corte delle assise criminali, Marco Villa, all’imputato alla sbarra, un 36.ennne italiano, affinché «possa riprendere in mano la sua vita». Questo dopo aver scontato ancora tre mesi di carcere: la Corte (a latere Luca Zorzi e Chiara Ferroni) lo ha condannato a 36 mesi di carcere, 15 dei quali da scontare e la parte restante sospesa per tre anni (oltre a una multa e una pena pecuniaria sospesa).
L’uomo è reo confesso e in aula accusa – la procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis – e difesa – l’avvocata Marina Gottardi – si erano accordate su una proposta di pena (36 mesi, 18 dei quali da scontare). Pena poi rivista dalla Corte in quando uno dei numerosi capi d’accusa (falsità in certificati) non è stato riconosciuto. Il 36.enne si è reso protagonista dei vari reati imputatigli tra il 2022 e il 2025 e ha trascorso dietro le sbarre, tra carcerazione preventiva e espiazione anticipata, quasi un anno.
Spiccano due episodi: il primo a fine gennaio 2024, quando si era dato alla fuga da un blocco della Polizia cantonale a Rancate, finendo fuori strada a Stabio dopo una serie di manovre e sorpassi azzardati. Il secondo risale invece a inizio marzo 2025. L’imputato, che qualche giorno prima aveva sottratto una bicicletta elettrica, si era imbattuto alla stazione di Paradiso in una pattuglia dell’Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini (UDSC) e si era dato alla fuga. Dopo aver seminato gli agenti, era incappato in un blocco dell’UDSC a Melide. Lì non aveva rispettato l’alt e aveva urtato un’agente, che si era ferita alla testa, e opposto resistenza al fermo operato da un collega della donna, rimasto pure contuso. In aula, il 36.enne ha promesso di cambiare vita. «Mi auguro di non rivederla più qui», ha chiosato il giudice Villa.
