Arzo

Gaggiolo in secca, in campo la Procura

In luglio, una pompa idraulica utilizzata per irrigare il campo sportivo ha prosciugato il fiume – Il Ministero pubblico ha aperto un’inchiesta e l’ipotesi di reato è infrazione alla Legge federale sulla protezione delle acque – Al vaglio la posizione di due persone
L'apparecchio incriminato. ©CdT/Gabriele Putzu
Stefano Lippmann
14.11.2022 06:00

Potrebbe esserci la mano dell’uomo dietro la «secca» del torrente Gaggiolo ad Arzo. Oltre al periodo particolarmente siccitoso vissuto nel Mendrisiotto quest’estate, il prosciugamento verificatosi nel fiume a valle del campo sportivo di Arzo potrebbe dunque essere stato causato da un’imperizia umana. Ed è per questo motivo che la questione è finita negli uffici del Ministero pubblico.

Il tutto è nato da una segnalazione, nei primi giorni di luglio, da parte di un passante che aveva visto in funzione la pompa di captazione dell’acqua in una pozza del riale. Macchinario che serve a riempire la cisterna d’acqua del centro sportivo per permettere l’irrigazione del manto erboso. La pompa in azione però, unitamente al prolungato periodo senza precipitazioni, ha portato alla «secca» e alla moria di pesci e gamberi di fiume. Quanto accaduto ad Arzo ha spinto l’Ufficio della caccia e della pesca ad indagare sull’accaduto e ora – come confermatoci dalla Procura – è stato aperto un incarto. «A seguito di una denuncia-segnalazione inoltrata dal Dipartimento del territorio – ci viene spiegato dal Ministero pubblico – è stato aperto un procedimento finalizzato a verificare eventuali fattispecie penali». Stando a nostre informazioni, nelle scorse settimane alcune persone sono state convocate in polizia e interrogate. E, in questo senso, al momento si sta vagliando la posizione di due persone. Non è dato sapere, ora come ora, se si tratti di operai dell’Ufficio tecnico comunale di Mendrisio, di responsabili, o di terze persone. Quel che è certo è che il Ministero pubblico ha promosso, quale ipotesi di reato, l’infrazione alla Legge federale sulla protezione delle acque.

Oltre a quanto accaduto concretamente lungo il Gaggiolo, sono nate riflessioni in merito alla convenzione che, da decenni, regolamentava il prelievo dell’acqua dal fiume per irrigare il campo sportivo. Una convenzione è infatti in essere dal 1991, poi rinnovata nel 2012 con scadenza ventennale. Documento che il Municipio, già quest’estate, ha prontamente rivisto. I dubbi sul corretto prelievo dell’acqua, allo stato attuale rimangono. Non è da escludere, infatti, che malgrado nella convenzione fosse previsto un prelievo di un certo quantitativo di acqua, il macchinario utilizzato per attingere dal fiume, avesse una capacità nettamente maggiore. In un periodo di particolare siccità, potrebbe dunque aver dato il «colpo di grazia» a quel tratto di torrente.

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