Il caso

Galleria troppo bassa? «Tutte scuse» per gli esperti

Continua a far discutere la difesa di Trenord dopo l'impasse sul confine
Davide Illarietti
10.12.2023 12:15

Quindici centimetri. È la misura della discordia: il disavanzo non calcolato che rischia di risvegliare polemiche mai sopite, costrette a scontrarsi a cavallo del confine e del terzo millennio - con un fatto ineluttabile: il treno non ci passa. Non c’è niente da fare.

Sembra una barzelletta. Ma non hanno riso per niente i 30 mila viaggiatori che ogni giorno attraversano in treno il confine Como- Chiasso e che giovedì scorso si sono ritrovati «scaricati» a metà strada, sul trattino («-») più problematico della sintassi transfrontaliera. I convogli nuovi fiammanti di Trenord, subentrati in sostituzione di un treno a causa di un guasto, hanno dovuto fermarsi alla stazione San Giovanni (otto le corse interessate, dalle 10.39 fino alle 21.13). Motivo: i due-piani «Caravaggio» consegnati dalla giapponese Hitachi all’azienda ferroviaria lombarda sono troppo alti per la galleria di Chiasso, 15 centimetri in più per l’appunto rispetto ai «vecchi» Tilo (4,15 metri) che nella galleria si infilano benissimo.

«Colpa della galleria»

Il risultato è stata una giornata di caos su tutta la linea. E una figuraccia a mezzo stampa la notizia è stata ampiamente ripresa, in Italia e in Ticino - per Trenord che ieri è corsa ai ripari divulgando una nota di spiegazioni. La colpa, in sintesi, non sarebbe dei nuovi treni «troppo alti» ma della galleria «troppo bassa ». La società ferroviaria sottolinea come il «modernissimo treno acquistato da Regione Lombardia» per sostituire gradualmente l’intero parco-ferroviario, ormai datato, sia stato concepito «innanzitutto per le linee suburbane che collegano le province lombarde all’area metropolitana» di Milano. Tra queste linee c’è anche la Como-Milano-Rho, la quale «richiede convogli ad alta capienza» precisa la nota. «Va da sé quindi che non è il treno, ma è la galleria di Chiasso ad essere inadeguata alle esigenze della mobilità ferroviaria lombarda».

A scapito del tono serio e un po’ piccato «nessuna beffa, nessuna sorpresa» - il messaggio è stato accolto con ironia sul web e nei gruppi social dei pendolari. Le spiegazioni sanno di «scuse» al portavoce del comitato viaggiatori S9-S11 Giorgio Villa, che fa notare come «in un periodo di festività la situazione risulta molto strana e non fa presagire nulla di buono per le prossime, vicinissime Feste ». L’idea di alzare la galleria di Chiasso poi, seppur solo di quindici centimetri, evoca scenari catastrofici di cantieri interminabili, con migliaia di pendolari deviati sul congestionato traffico stradale - mentre l’autostrada A9 è già interessata da un lungo e malvisto cantiere, proprio tra Chiasso e Como. Un incubo per gli esperti di mobilità.

«Impossibile alzarla»

Ma la causa di tutti i problemi è davvero la galleria di Chiasso? «La vetustà del tunnel non è certo una novità» sottolinea Remigio Ratti, presidente del gruppo di studio Coscienza svizzera e da sempre fautore di migliori collegamenti a cavallo del confine italo-svizzero. L’ex consigliere nazionale fece parte, negli anni ‘80, della delegazione svizzera che negoziò con Roma l’apertura di una galleria alternativa, poi effettivamente costruita sotto il Monte Olimpino per una lunghezza di sette chilometri e in funzione dal 1989. «I problemi della ‘‘vecchia’’ galleria erano già noti all’epoca e addirittura risalgono a due secoli fa, quando la stessa era percorsa da treni a vapore e a causa della pendenza era necessaria l’aggiunta di una locomotiva aggiuntiva nella tratta tra Chiasso e Como» ricorda Ratti. Un innalzamento della galleria, conferma l’esperto, sarebbe «assai problematico dal punto di vista organizzativo» e sicuramente da escludere «anche perché nessuna delle compagnie coinvolte nel dossier ha un vero interesse» a risolvere il problema. Trenord, in particolare, ha un mandato pubblico per coprire il territorio lombardo «e non ha nessun interesse a portare i treni fino a Chiasso». Quanto alla controparte svizzera ha poca voce in capitolo «in quanto la galleria sorge interamente su suolo italiano».

Il progetto per il 2035

Come se ne esce? Le corse Chiasso-Milano gestite da Trenord con treni Caravaggio, in futuro partiranno da Como San Giovanni. Quanto al collegamento con il Ticino, ricorda Ratti, esiste il progetto di un potenziamento della galleria di Monte Olimpino che prevede la costruzione di un terzo binario. A luglio un incontro tra il consigliere federale Albert Rösti e l’omologo Matteo Salvini ha prodotto un memorandum d’intesa. «Le previsioni più ottimistiche però parlano del 2035» sottolinea l’esperto. Fino ad allora, i viaggiatori continueranno a fare i conti con una galleria troppo bassa O con treni troppo alti, a seconda dei punti di vista.

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