Genitori che lavorano, il Ticino raccoglie la sfida

Conciliabilità tra famiglia e lavoro. Un tema ampiamente discusso, che a livello concreto coincide per i nuclei familiari con l'organizzazione di una quotidianità non sempre di facile attuazione. Ma il Ticino è impegnato da anni nell'ottica di «migliorare la qualità di vita, valorizzare le competenze per un'accresciuta partecipazione al mondo del lavoro e favorire la realizzazione sul piano professionale». È quanto sottolineato dal direttore del DFE Christian Vitta, durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto sulla conciliabilità famiglia e lavoro per il quadriennio 2025-2028.
145 nuovi posti in nidi e micro-nidi, 300 nei centri extrascolastici
Che cosa verrà fatto, concretamente? Il rapporto analizza l’evoluzione dell’offerta di nidi, micro-nidi, centri extrascolastici e famiglie diurne, mettendo in evidenza i progressi compiuti negli anni, come pure i bisogni attuali e futuri, tracciando al contempo le priorità di intervento. Ne è emerso che le regioni del Bellinzonese e del Luganese sono quelle con le maggiori esigenze di intervento per la fascia pre-scolastica (0-3 anni) e che si rende necessaria, per il Cantone, la creazione di 145 nuovi posti in asili nido e micro-nidi (53 nel Bellinzonese e 92 nel Luganese) entro il 2028 (con estensione fino al 2029).
Per i bambini in età scolastica (delle Elementari) le necessità e l'offerta sono un po' diverse. Da una parte c'è il bisogno di ospitarli prima e dopo l'orario scolastico, come pure nella pausa pranzo, il mercoledì pomeriggio e durante le vacanze. Dall'altra, oltre ai centri extrascolastici, l'offerta comprende le famiglie diurne e i Comuni. Il Cantone ha stimato quindi una necessità di 877 posti nei centri extrascolastici, con particolare attenzione sulle regioni di Luganese, Locarnese e della Vallemaggia. La scelta pianificatoria impone pertanto la creazione di 300 nuovi posti nei centri extrascolastici nei prossimi 4-5 anni, meno della metà rispetto a quelli necessari. Stefania Mirante, capo settore finanze dell’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, ha spiegato che «ci sono tempistiche e particolarità tecniche che renderebbero irrealistico realizzarne 877. La proposta di 300 posti nuovi è invece fattibile», tenendo conto delle esigenze temporali e a livello finanziario.
Il Ticino che investe nella conciliabilità famiglia e lavoro ha in programma (iniziative già annunciate) la creazione di 301 nuovi posti tra il 2025 e il 2027, ai quali si aggiungono i già citati 445 (145 in nidi e micro-nidi, 300 nei centri extrascolastici). L'obiettivo, entro il 2029, è pertanto di avere 746 nuovi posti da offrire ai bambini, con un costo supplementare per il Cantone di 4.2 milioni di franchi spalmati sui cinque anni. «Crediamo che quanto è stato pianificato permetterà di migliorare altresì la situazione delle liste d'attesa per l'accesso agli asili nido», ha concluso il direttore del DSS, Raffaele De Rosa. «Anche il tema dell'estensione delle fasce orarie (per i genitori che hanno orari di lavoro più variabili) è nei nostri radar. Ma bisogna bilanciare gli interventi con l'esigenza di offrire strutture sostenibili economicamente».
I risultati finora raggiunti
«Quello della conciliabilità non è un tema di nicchia», ha precisato De Rosa. «Si tratta di un asse portante per la nostra economia e per la società». Anche per le aziende: «È fondamentale per la continuità dell'impiego, per non perdere il capitale umano produttivo a seguito della nascita dei figli. Entrambi i genitori devono poter lavorare, così come dividersi la gestione dei figli». È per questo che il Governo ha approvato il rapporto. «Un lavoro che riflette la notevole crescita e il cambiamento culturale avvenuti nel settore, grazie all’introduzione di misure strutturali efficaci».
La Riforma fiscale e sociale del 2019 ha rappresentato un punto di svolta, ha ancora fatto notare il consigliere di Stato. È stato possibile, per esempio, introdurre aiuti diretti che, in alcuni casi (famiglie beneficiarie di sussidi di cassa malati), hanno dimezzato le rette a carico dei nuclei con un reddito medio-basso. Inoltre l’assegno parentale, nuovo strumento di politica familiare, offre un sostegno per contribuire alle spese conseguenti alla nascita di un figlio. «Il numero di strutture e di posti sussidiati è cresciuto in modo costante, con oltre 10.700 bambini accolti nel 2023».
Il ruolo delle aziende
Se da una parte c'è il ruolo del Cantone, dall'altro si inserisce quello dei datori di lavoro. Prosegue pertanto il dialogo con le associazioni di categoria, che consente di informare le aziende sull’uso dei contributi versati, promuovendo la conciliabilità come valore condiviso e strategico. «Non è mera teoria, ma un discorso concreto», ha fatto notare Alberto Petruzzella, membro dell’ufficio presidenziale della Camera di commercio (Cc-Ti). «I datori di lavoro, con la riforma fiscale e sociale, hanno contribuito in sei anni con 115 milioni di franchi. Un investimento sensato che appoggiamo». La Cc-Ti, insieme all'Associazione industrie ticinesi (AITI), mette a disposizione delle imprese competenze e misure di accompagnamento per l'introduzione di misure volte a favorire la conciliabilità. «Quando le persone hanno l'opportunità di collocare il figlio, possono fare scelte più serene, in famiglia e sul lavoro», ha concluso Nicola Giambonini, rappresentante di AITI. «L'invito alle aziende è di confrontarsi con i partner e i mezzi messi a loro disposizione, per creare un ambiente lavorativo che tenga conto dei bisogni del personale».