Lugano

Ghisletta «offre» lo stadio a Mansueto: ecco servito un altro strappo in Municipio

In una nota stampa, il capodicastero Immobili s’interroga sul perché la Città non possa avviare una discussione per cedere l’Arena sportiva – I colleghi nell’Esecutivo non ne sapevano nulla – Durissimo il sindaco Michele Foletti: «Ennesima dimostrazione di non essere adatto al ruolo»
© CdT/Gabriele Putzu

Vendere l’Arena sportiva al patron del FC Lugano Joe Mansueto. Una proposta che già di per sé è destinata a fare rumore (questo scenario non era mai stato sul tavolo), ma che tra le mura di Palazzo Civico è risuonata come una vera e propria bomba (politica). Già, perché a «sganciarla» è stato il municipale de La Sinistra Raoul Ghisletta in una nota stampa inviata alle redazioni poche ore dopo la fine della riunione settimanale dell’Esecutivo. L’interrogativo, «legittimo» a mente del capodicastero Immobili, è nato dopo che il proprietario americano dei bianconeri ha presentato pubblicamente il progetto (vedi il CdT di oggi) per realizzare uno stadio per la sua squadra al di là dell’Atlantico, i Chicago Fire, con un finanziamento diretto di 650 milioni di dollari.

Il ricorso della discordia

Una bomba, dicevamo. Non tanto per la proposta in sé (ci torneremo) ma per come è stata formulata. Già, perché l’Esecutivo non ne è stato informato. Ed ecco servito il secondo strappo istituzionale in pochi giorni dopo quello legato alla richiesta leghista di «arrocco» dipartimentale. «Uscite di questo genere non aiutano a migliorare il clima in Municipio», ha affermato il sindaco Michele Foletti al Corriere del Ticino. Il riferimento è alle recenti nomine in seno al CdA delle AIL che qualche strascico lo hanno lasciato eccome. Foletti non le manda a dire: «È l’ennesima dimostrazione che non è la persona adatta a ricoprire il ruolo di municipale. È stato messo in lista dal suo partito ed eletto dai cittadini e lo accetto, ma dal mio punto di vista non ci si comporta così».

Non è la prima volta che l’agire del municipale socialista viene mal digerito dai colleghi: l’ultimo strappo si era consumato lo scorso novembre in occasione del ricorso contro il Consuntivo 2023, sottoscritto dallo stesso Ghisletta e dai consiglieri comunali Edoardo Cappelletti e Cristiano Canuti, i quali avevano contestato la contabilizzazione della cassa dei Pompieri. Cassa che, come raccomandato dal Governo, dovrà essere integrata nei conti comunali. Ma questa è un’altra storia.

È ancora da acquistare

Torniamo allo stadio (proprio per domani mattina, il Municipio ha indetto un infopoint per fare il punto sullo stato di avanzamento del PSE): nel suo scritto, Ghisletta ritiene che con una vendita la Città avrebbe «più agio nella politica degli investimenti a favore dei bisogni della popolazione luganese» dopo che «per ridurre il debito straordinario generato dagli enormi investimenti sportivi», ha annunciato «un draconiano piano degli investimenti limitato a 45 milioni annui». Diciamolo subito, questa fuga in avanti in solitaria di Ghisletta a discapito della collegialità dell’intero Esecutivo non è piaciuta per niente ai colleghi di Palazzo Civico. Anche perché, rileva Foletti, «poteva portare questa idea in Municipio». In ogni caso, precisa il sindaco, «ad oggi lo stadio non è ancora nostro. L’opzione va formalizzata entro fine novembre. In caso si volesse vendere lo stadio, bisognerebbe tornare in Consiglio comunale per chiedere al Legislativo se è d’accordo a procedere, con tutte le incognite del caso». Tra Chicago e Lugano, conclude Foletti, ci sono grossissime differenze: «Il PSE non è solo uno stadio, bensì fa parte di un quartiere che la Città ha voluto riqualificare».

«Meglio tenerselo»

A ribadire che l’Esecutivo non si è mai chinato su questa proposta e che quindi non è mai entrata in linea di conto è anche il vicesindaco Roberto Badaracco. «Abbiamo sempre ribadito di voler mantenere la proprietà delle strutture sportive anche per evitare di incappare in situazioni che in passato hanno investito altre realtà sportive nel resto della Svizzera». Il riferimento è al FC Neuchâtel Xamax, il cui fallimento della vecchia società per motivi finanziari è stato decretato nel 2012. «In questa ottica e nella peggiore delle ipotesi, se il FC Lugano dovesse fallire la città rischierebbe di perdere lo stadio e diventerebbe un grosso problema».

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