Giardinieri, cauzione antipadroncini

L'associazione di categoria cerca d'arginare l'afflusso d'operatori dall'Italia
Red. Online
15.01.2014 05:05

BELLINZONA - Non avete tempo o siete a digiuno di conoscenze ma avete un giardino da sistemare? Qualche pianta da potare in vista della primavera? O una siepe da livellare? La risposta sembra evidente: chiamate un giardiniere. Ma quale giardiniere se non ne conoscete qualcuno di persona?

Oggi non è facile districarsi nel settore. Ne è cosciente anche il presidente della sezione Ticino di Jardin Suisse, Mauro Poli, perché la categoria deve far fronte a due «attacchi»: dai giardinieri provenienti dall?Italia e da coloro che anche da noi si improvvisano professionisti del verde senza averne le capacità. Diciamo subito che costoro non operano nell?illegalità, anche se può sorgere più di un dubbio in merito alla loro formazione ed alle loro conoscenze specifiche.

«Alla lunga la situazione preoccupa. Certi lavoratori rovinano l?immagine ed il prestigio della nostra categoria. Senza contare il fatto che operano a qualsiasi ora e perfino la domenica» afferma Poli. Ma andiamo con ordine. Negli ultimi dieci mesi fra padroncini e distaccati, le notifiche giunte dall?Italia sono esplose. Per il presidente, rispetto al recente passato si può parlare di un aumento del 30% dei giardinieri italiani che hanno passato la frontiera. Si fanno largo proponendo interventi a prezzi molto più bassi.

«Se un giardiniere in Italia riceve un salario di 1.000 o 1.200 euro, in Ticino si sfiorano i 4.000 franchi al mese iniziali come da contratto collettivo di lavoro cantonale» ci spiega Poli.

Per cercare di fermare questa forma di dumping, l?ultima assemblea di Jardin Suisse ha deciso di introdurre l?obbligo per tutti di depositare una cauzione per poter lavorare in Ticino. Una garanzia bancaria di 20.000 franchi che servirà anche come fondo in deposito da utilizzare in caso di mancato pagamento di oneri sociali o di multe da parte di una ditta. La proposta vale anche per i giardinieri ticinesi, ciò che ha generato qualche critica.

«La misura non è ancora in vigore. Spero che al più presto possa essere accettata dalla SECO a Berna e possa essere applicata da metà 2014. La sezione di Basilea ha già attuato il provvedimento, accorgendosi dei ?danni? causati dai giardinieri tedeschi o francesi impiegati nel cantone. Ora anche Ginevra e Vaud sembrano intenzionati ad andare nella medesima direzione. Bisognava fare qualcosa. Speriamo che questa cauzione freni un po? l?arrivo da noi di giardinieri frontalieri» aggiunge il nostro interlocutore.

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