Giudice di Pace: una poltrona per due

Tra pochi giorni sarà eletto il nuovo Giudice di Pace del circolo di Mendrisio. Intervista «doppia» ai candidati Marzia Fabbrini e Brunello Ponti.
Perché votare lei per la carica? Per quale motivo si ritiene la persona giusta?
Marzia Fabbrini: «Nel mio percorso professionale ho avuto l’opportunità di occuparmi di procedure e decisioni, compiti tipici del Giudice di Pace. Candidarmi significa mettere a disposizione un’esperienza consolidata, una formazione mirata e una motivazione sincera. Il Giudice di Pace è una figura di prossimità, di fiducia, che deve garantire equità e indipendenza nei processi. In un contesto giuridico sempre più complesso, ritengo essenziale che chi esamina e giudica disponga degli strumenti e della preparazione necessari. Ho già un bagaglio di competenze e un approccio positivo alla risoluzione dei conflitti, che mi rendono pronta a svolgere questo incarico. Amo il mio lavoro e lo svolgo con passione, puntando a soluzioni rapide ed efficaci, sempre nel rispetto delle norme e dei diritti. La mia visione è quella di promuovere una giustizia accessibile e di qualità. Vorrei quindi mettere le mie competenze al servizio della collettività, contribuendo a garantire processi equi e un futuro più sereno. Il Giudice di Pace ha il ruolo di giudicante e di conciliatore, e io ho sia la formazione che 20 anni di esperienza in questi ambiti. Conosco il sistema giudiziario, le norme e le procedure, strumenti necessari per garantire processi equi, indipendenti e imparziali. Credo fortemente nell’importanza di un approccio umano, che tenga conto delle specificità di ogni caso e delle esigenze dei coinvolti. Sono convinta che la giustizia possa essere uno strumento di cambiamento sociale».

Brunello Ponti: «La mia candidatura si basa su una solida esperienza diretta nell’ambito giudiziario. In 30 anni di lavoro ho partecipato a migliaia di udienze, trattato decine di migliaia di incarti e sono venuto in contatto con molte persone che attraversano un momento di difficoltà. Tutto questo mi ha permesso di ampliare le mie conoscenze e prendere coscienza dei bisogni che oggi interessano la società. Ho inoltre collaborato con molti Magistrati che hanno saputo trasmettermi le loro esperienze e la loro passione. Saranno poi le elettrici e gli elettori a scegliere se io sia o meno la persona giusta per questo ruolo. Non poter mettere tutto questo a disposizione del prossimo sarebbe un peccato».

Il Giudice di Pace è una figura di cui non si sente parlare molto, anche perché si trova a decidere su vicende che possono essere considerate minori. Ciò nonostante, la sua elezione a Mendrisio e Coldrerio è molto sentita. Come spiega questa contraddizione apparente?
Marzia Fabbrini: «Indipendentemente dal valore delle cause, il Giudice di Pace è centrale per l’accesso alla giustizia e il buon funzionamento del sistema giudiziario. Essendo eletto dalla popolazione, è giusto che i cittadini siano informati, per poter scegliere in modo consapevole la persona più adeguata a questo ruolo».
Brunello Ponti: «Penso che il Giudice di Pace debba essere una persona nota, ma che non si faccia notare. Anche se l’articolo 31 della Legge sull’organizzazione giudiziaria prevede che la competenza del Giudice di Pace si limita alle controversie patrimoniali fino ad un valore litigioso di 5.000 franchi è sbagliato affermare che si tratti di procedure minori. Infatti le cittadine e i cittadini che devono affidarsi alla Giudicatura di Pace per risolvere i loro problemi si aspettano lo stesso trattamento ed impegno che viene riservato alle procedure più complesse. Ritengo sia per questo che l’elezione di un nuovo Giudice di Pace sia molto sentita dalla popolazione».
Dietro questa elezione ci sono, chi più apertamente e chi più nell’ombra, i partiti. L’elenco dei vostri proponenti lo dimostra chiaramente. Perché? Che ruolo ha la politica in questa funzione?
Marzia Fabbrini: «Mi sono candidata come indipendente, e non appartengo di fatto ad alcun partito. Qui non si tratta a mio avviso tanto di politica quanto di competenza e le persone che hanno deciso di sostenermi finora l’hanno fatto alla luce delle mie competenze e della mia esperienza professionale, oltre che del mio approccio umano ai conflitti. Credo sia cruciale scegliere un candidato in base a competenza ed esperienza, per garantire accesso e rispetto della giustizia per tutti».
Brunello Ponti: «Occorre ricordare che il Giudice di Pace è per definizione un giudice laico ed è eletto direttamente dal popolo. Di conseguenza il ruolo della politica è marginale e non dovrebbe interferire apertamente sulla scelta del candidato, che va votato in base alla sua esperienza, competenza e conoscenza delle peculiarità della regione».