Gli esperti: «Poche soluzioni per lo sfitto in Ticino»

Non solo fare rete tra gli addetti ai lavori nel mercato immobiliare, scambiare esperienze ed opinioni professionali. Ma anche chinarsi sui temi di attualità cercando magari di trovare risposte e soluzioni, come per lo sfitto, le innovazioni nel design, l’attenzione per l’ambiente e la riqualificazione dei centri urbani. Sono alcuni degli obiettivi della Borsa immobiliare Ticino (BIT), che i prossimi 18 e 19 settembre si svolgerà nella sua quinta edizione al Centro Porsche di Lugano.
Tra l’altro la manifestazione, che inizialmente aveva una cadenza biennale, forte del successo riscosso negli scorsi anni, ora è pronta per crescere, come hanno spiegato ieri i relatori in conferenza stampa al Centro Porsche, presentando il programma di BIT 2019.
Il prossimo anno ci saranno infatti anche due appuntamenti fuori dal nostro cantone: a Zurigo (la data però non è ancora nota) e a Montecarlo, più precisamente in giugno presso lo Yacht Club di Monaco. «La forza di BIT sta nel suo dinamismo. Abbiamo risposto alle richieste di molti espositori Oltralpe - ha spiegato Paolo Caspani di BIT -: la Svizzera va oltre il nostro Cantone e dobbiamo essere pronti a collaborare mantenendo gli orizzonti aperti». Montecarlo d’altra parte costituisce un’ottima opportunità per far conoscere sia il settore immobiliare, sia di riflesso il Ticino economico e turistico anche altrove. E perché no, anche quello fiscale, esattamente come stanno facendo tanti Paesi europei (Italia, Portogallo, e via dicendo) che cercano di attirare sul territorio contribuenti facoltosi con particolari agevolazioni fiscali. Non a caso, il progetto ha ricevuto l’appoggio del Cantone, che parteciperà patrocinando questi eventi tramite la Divisione Economia del DFE.
Montecarlo può anche rivelarsi una sfida, se letto come un tentativo di risposta a uno dei maggiori problemi che affligge l’immobiliare ticinese, ovvero lo sfitto.
I tassi negativi purtroppo continuano a spingere i grossi attori istituzionali tipo le casse pensioni a costruire, come hanno sottolineato anche gli altri relatori (il presidente della Catef Gianluigi Piazzini, il presidente della Svit Ticino Giuseppe Arrigoni, il direttore di Credit Suisse Ticino Mauro Prada, e il responsabile di homegate.ch in Ticino Pietro Izzi).
A Sud delle Alpi infatti i numeri ufficiali rilevano 5.500 appartamenti vuoti che probabilmente lieviteranno a 6.000 il prossimo anno su 300.000 abitanti: in proporzione, molto di più che la media Svizzera, dove ci sono circa 75.000 unità sfitte su una popolazione di 8 milioni. Lo sfitto tra l’altro riguarda tutte le fasce di prezzo (e non solo gli oggetti di lusso). Se da una parte ha il merito di abbassare gli affitti, dall’altra rende sempre meno sostenibile il risanamento del parco immobiliare vetusto costruito negli anni ‘70.
E dunque come risolvere questa situazione, posto che l’operato della BNS è un fattore parzialmente prevedibile e poco influenzabile?
Secondo gli esperti le soluzioni al momento restano limitate. Le banche infatti, come ha spiegato Prada, sono già molto severe nel concedere finanziamenti immobiliari. Il problema sono appunto le società finanziarie con grosse liquidità che vengono penalizzate dalla Banca centrale se tengono la liquidità in cassa. In Ticino né la popolazione né l’immigrazione crescono, e anzi, regrediscono, quindi provocando un calo de i prezzi, ed difficile che la domanda di appartamenti tenga il passo con l’offerta costante di nuove costruzioni. L’opzione di mettere uno stop all’edilizia (il «Baustopp») per frenare l’offerta, come già successo in passato, non è decisamente un tema di discussione sul tavolo dei politici. Non resta dunque che sperare in una normalizzazione delle politiche monetarie senza troppi scossoni sul mercato immobiliare.
Vista la situazione, hanno sottolineato i relatori, a maggior ragione eventi come il BIT sono importanti. Per fare sistema rafforzando i legami professionali e cogliere gli spunti sui trend di mercato. Concludendo: «È proprio quando il gioco si fa duro che i duri giocano bene. In mezzo a tante ragioni per essere preoccupati, mettere in rete professionalità ed esperienza è sicuramente molto positivo»