«Gli impianti di Airolo-Pesciüm? Non mi interessano più»

Stanno discutendo. Perché la volontà delle parti è quella di trovare, il prima possibile, un accordo che scriva la parola fine a una vertenza che si trascina da troppi anni. Entro due mesi l’imprenditore Giovanni Frapolli attende un’offerta concreta per quanto riguarda gli impianti di Ravina di sua proprietà. L’ex granconsigliere vuole vendere strutture e terreni alla Valbianca SA (che gestisce gli impianti di Airolo-Pesciüm), tuttavia ad un prezzo che per lui va bene. La cifra sul tavolo è sempre la stessa: circa 1,5 milioni di franchi.
Fra tribunale e Pretura
«Non mi interessa né espropriare né gestire Ravina. Desidero solo quello che mi spetta. Ci stiamo parlando e spero che, in tempi brevi, si possa giungere ad una soluzione che accontenti entrambi». Dici «stazioni sciistiche», in Ticino, e non puoi non pensare a lui. A quel Giovanni Frapolli che, nei primi anni Duemila, era il numero uno di Bosco Gurin, Carì, Campo Blenio ed Airolo-Pesciüm. Il Tribunale d’appello prima e la Pretura di Leventina poi gli hanno dato ragione per quanto riguarda la fattispecie oggetto di questo articolo. Ovvero che è lui il proprietario dei 4.700 metri quadrati di fondi, contrariamente alle argomentazioni del Patriziato di Piotta e dei Boggesi Alpe Ravina. L’ultima sentenza è della scorsa primavera. «Non sono andati avanti nella vertenza, pertanto ora si tratta di discutere per trovare un accordo finanziario. Non voglio bloccare l’attività, sia chiaro, però dev’essermi riconosciuto quello che è giusto», puntualizza il nostro interlocutore.
Ma non è che Giovanni Frapolli, in cuor suo, è ancora interessato alla stazione altoleventinese? «Assolutamente no. Ai tempi avrei potuto mettere in rete tutti gli impianti, ma l’operazione non è andata in porto. Adesso mi concentro su Bosco Gurin perché ritengo che abbia ancora un futuro roseo nel panorama cantonale», afferma.
