Elezioni

Gli occhi del Ticino puntati su Linescio

Da ore è l’unico comune in cui è terminato lo spoglio dei voti per il Gran Consiglio - È davvero un bel posto da visitare - Solo in due hanno votato al seggio. Perché? «Perché la domenica si va in montagna»
Red. Online
08.04.2019 12:54

LINESCIO - Sì, lo ammettiamo. Questo articolo serve soprattutto ad ammazzare un po’ il tempo visto che da Bellinzona - a causa di problemi tecnici - i risultati del Gran Consiglio tardano ad arrivare.

Ormai da ore sulla mappa del Cantone (https://www3.ti.ch/elezioni/Cantonali2019/ViewComuni.php?ElTipo=GC) appare un piccolo puntino azzurro che i non addetti ai lavori potrebbero confondere per un laghetto alpino. In realtà si tratta di Linescio, comune del Distretto di Vallemaggia che in queste elezioni del 2019 potrà vantarsi di un record. È infatti stato il primo (e per ora unico) Comune scrutinato.

Linescio - scommettiamo che non tutti i ticinesi sanno dove si trova - conta 45 abitanti e si trova a 668 metri sul livello del mare. È conosciuto soprattutto per il ponte sulla Rovana. Nel 1858 si è separato da Cevio, proprio all’imbocco della valle. Lungo il territorio di Linescio - 6,58 km quadrati - si possono ammirare la bellezza di 25 chilometri di muri a secco, una sorta di piccola Muraglia (ti)cinese. Tali manufatti contribuiscono a dare vita a un paesaggio terrazzato che innanzitutto ricorda il duro lavoro dei contadini, che li hanno realizzati per poter coltivare cereali, patate, rape e quella che è considerata l’ultima vite della Val Rovana. Purtroppo, non abbiamo notizia del tipo di vitigno tipico della località.

(foto Archivo CdT)
(foto Archivo CdT)

Sono iscritte in catalogo 44 persone. Ventiquattro hanno votato per corrispondenza e solamente 2 si sono recati alle urne. Questo «Perché la domenica si va in montagna e nessuno viene più al seggio», come ci spiega il vicesindaco Marco Sartori.

Solo due persone hanno votato al seggio? «Perché la domenica si va in montagna»

E come hanno votato? Il partito che ha fatto il botto è stato il PLR con ben 13 schede (54,17%). Nettamente staccati gli altri partiti. La Lega ha raccolto 4 schede (16,6%), l’MPS 2 (esattamente il doppio delle preferenze date ai Verdi e al PPD). Il PPD, che nelle valli tradizionalmente raccoglie consensi e che per le elezioni del Consiglio di Stato è cresciuto rispetto alle passate legislatura, a Linescio è rimasto invece al palo. «Il galoppino degli “oregiatt” non è riuscito ad arrivare fino a qui, è stato fermato dalla neve», scherza Sartori, con evidente riferimento all’affaire Armando Dadò che ha scaldato gli ultimi giorni di campagna elettorale.

Delle 26 schede elettorali, tra l’altro, due sono state annullate per vizi di forma e 3 erano senza intestazione. Così per una mattinata il PLR ha potuto vantarsi della maggioranza assoluta (54,17%), mentre per quanto riguarda i candidati liberali-radicali a fare il pieno di voti personali è stato Alex Farinelli (22 voti), seguito a ruota da Aron Piezzi, sindaco di Maggia, dunque un uomo delle valli. Tra le fila del PPD il più votato è stato Massimo Ramelli di Moghegno che ha battuto di un voto preferenziale il suo presidente dipartito, Fiorenzo Dadò. Tra i socialisti il più votato è stato il “boscaiolo” Henrik “Bingo” Bang, anch’egli molto vicino alle problematiche delle regioni periferiche, mentre la caparbietà «antisistema» di Matteo Pronzini (MpS/POP/Indipendenti) è stata premiata con sette voti preferenziali.

Potrà dare indicazioni sull’andamento del voto nel resto del Cantone? Difficile. Linescio non è l’Ohio («Là dove si elegge il presidente USA»), ma è pur vero che già ieri - durante lo scrutinio per il Consiglio di Stato - un altro piccolo Comune (Grancia) ha dato parecchie indicazioni sulla possibilità, poi confermata, della non rielezione di Paolo Beltraminelli.

AGGIORNAMENTO DELLE 13.11: Lo spoglio dei voti a livello cantonale si è rimesso in moto.

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