Politica

Gobbi e la strategia del Governo, un’opinione criticata da tutti

Dopo aver svelato sul Mattino i contenuti del piano dell’Esecutivo sull’implementazione delle iniziative sui premi di cassa malati, la politica torna a porre domande sul «ministro» leghista - Il Centro punta il dito contro il silenzio dell’Esecutivo, il PLR lancia una serie di domande
©Gabriele Putzu

«Ogni tanto il Governo deve giocare al pallone, non subire la partita». Norman Gobbi utilizza una metafora calcistica per chiarire i motivi dietro alla pubblicazione – da parte del Mattino della domenica – di una sua opinione in qualità di presidente del Consiglio di Stato. Un’opinione in cui tuttavia il «ministro» svela le carte del Consiglio di Stato su come intende procedere con le due iniziative sui premi di cassa malati votate dal popolo lo scorso 28 settembre. Il metodo comunicativo utilizzato da Gobbi, peraltro già visto pochi mesi fa in occasione dell’ormai famoso «arrocco», non è però piaciuto ai partiti. Non solo: anche per quanto riguarda i contenuti della cosiddetta «road map» (vedi articolo sotto) sono piovute critiche. E, stando a quanto abbiamo potuto appurare nei corridoi di Palazzo delle Orsoline, anche ad almeno un paio di colleghi di Governo non è piaciuta la mossa del «ministro» leghista, tantoché il tema potrebbe essere sollevato nella prossima seduta dell’Esecutivo.

Il PS: «Non è adeguato»

Metodo e contenuto. A sinistra, ad esempio, le stilettate all’indirizzo di Gobbi non mancano. «Sembra che ritenga più importante la comunicazione tramite il Mattino, invece che tramite i canali ufficiali del Consiglio di Stato. E ciò non ci sembra adeguato», spiega Ivo Durisch. Il capogruppo PS non approva nemmeno i contorni del piano presentato sul domenicale. «No», prosegue, «non condividiamo nemmeno i contenuti. Secondo noi l’iniziativa popolare va trattata il prima possibile (ndr. non a partire dal 2027, come annunciato dal consigliere di Stato). E anche i gruppi di lavoro, così come sono stati descritti, non ci sembrano appropriati». Insomma, da parte di chi ha lanciato l’iniziativa per il 10% questo modo di procedere non va affatto bene.

«Qualcosa si muove»

E la Lega? I promotori dell’altra proposta, quella per la deducibilità dei premi, evidentemente «assolvono» il loro «ministro», ma non mancano di far sapere al Governo che quanto messo sul piatto (anche se in via non ufficiale, come visto) non è digeribile. «Fuga in avanti? Ci aspettiamo che il Governo informi sulla volontà di agire sulle iniziative», sottolinea il coordinatore Daniele Piccaluga. «Tramite il Mattino abbiamo finalmente appreso che qualcosa si sta muovendo, e che il Governo sta discutendo della situazione. Sottolineo anche che a un mese dal voto, e dopo l’incontro avuto con l’Esecutivo in qualità di iniziativisti, non abbiamo più avuto alcuna informazione». Diversa, invece, l’opinione di Piccaluga sul contenuto del «progetto» governativo. Su questo punto non ci siamo, dice, «perché non possiamo accettare che la data di implementazione dell’iniziativa potrebbe essere il 2027. La quadra la si può trovare, basti pensare alle 40 misure promosse dalla Lega a suo tempo. Comprendiamo che l’esercizio non sia facile, ma siamo consapevoli che alcune misure erano già sul tavolo prima ancora della votazione. Ora però invitiamo il Governo a fare i compiti: la volontà popolare va rispettata. Nel 2026 le iniziative, o almeno una parte di esse, vanno implementate».

«Questo metodo non va bene»

Nessuna assoluzione, invece, da parte del PLR. Anzi: i liberali radicali, a stretto giro di posta, hanno presentato una serie di domande al Governo sull’accaduto. A firmare l’interrogazione sono Matteo Quadranti e Alessandra Gianella. Spiega il capogruppo liberale radicale: «Questo metodo con le comunicazioni del Governo che escono dal Mattino della domenica non va bene». Anche perché, aggiunge, non è la prima volta. «È già successo in passato con l’arrocco in Governo, anticipato sul Mattino il giorno prima dell’inaugurazione dell’anno giudiziario», ricorda Quadranti. «E se questo metodo comunicativo diventa la regola, allora proprio non va bene». Nell’atto parlamentare inoltrato ieri sera si chiede, fra le altre cose, «se l’articolo del presidente del Governo era stato preventivamente discusso ed approvato dal resto dell’Esecutivo che ne ha autorizzato la pubblicazione» e se «non ritiene il Governo di stabilire formali embargo al proprio interno per il divieto di anticipare decisioni governative». Con una certa ironia, inoltre, il PLR chiede all’Esecutivo se «la composizione dei gruppi tecnici verrà determinata e comunicata al Legislativo e ai partiti tramite Il Mattino della domenica a cose fatte». Insomma, oltre a criticare Gobbi, il PLR se la prendere anche con l’Esecutivo.

«Bollettino istituzionale»

Al centro dello scacchiere politico la fuga in avanti di Gobbi viene pesantemente criticata anche da Fiorenzo Dadò: «Prendiamo atto che il giornale della Lega sembra essere diventato il bollettino istituzionale del Governo», taglia corto il presidente del Centro. «Se questi sono i metodi per cercare di risolvere i grossi problemi che ha il nostro cantone, auguri». Per Dadò, a fronte di un’uscita del genere del presidente del Consiglio di Stato, ciò che stupisce è il silenzio da parte degli altri membri del Governo. Nel merito della «road map» presentata a mezzo stampa, invece, Dadò spiega che «prossimamente (in Gestione, ndr) avremo un’audizione del Consiglio di Stato sul preventivo, ed evidentemente porremo domande riguardanti anche il piano del Governo sulle iniziative». In linea generale, però, per il presidente del Centro «anche questa volta si sta pasticciando. Prima di uscire con soluzioni o proposte, è opportuno coinvolgere tutti e trovare una convergenza. E quando dico tutti, intendo i partiti ma anche i sindacati, gli ambienti economici e altri attori ancora».

«Non c’è la volontà di agire»

L’uscita di Gobbi e il contenuto del messaggio sono infine commentati anche dall’UDC: «La forma della comunicazione è ancora quella sbagliata, esattamente come accaduto per l’arrocco», sottolinea Alain Bühler. «Ma a preoccuparmi di più è il contenuto della road map». Il deputato democentrista spiega infatti che «si sta tirando a campare verso le elezioni cantonali 2027. Ulteriori studi? Ulteriori gruppi tecnici? Non c’è la volontà di agire. Questa legislatura è persa. Ma forse è meglio così: se l’unica proposta del Governo è quella di aumentare le tasse e di spingere le entrate anziché tagliare la spesa, allora è meglio che rimaniamo a livello di gruppi di lavoro. Perché significa che non riusciranno a imporci nuove tasse. Comunque le iniziative votate e approvate sono lì per essere attuate: il Governo non può permettersi di scegliere se applicarle, ma solo di definire quando e come farlo. Ci si aspetta quindi un’azione concreta, a partire da un intervento serio sul contenimento della spesa, non l’ennesima fuga in avanti con gruppi di lavoro buoni solo come alibi».

I tre pilastri della strategia del Governo

Nella presa di posizione di Norman Gobbi (il quale si è firmato come presidente del Consiglio di Stato), apparsa a pagina 3 dell’ultima edizione del domenicale di via Monte Boglia, il «ministro» leghista ha chiarito che «il Consiglio di Stato sta elaborando un piano d’azione per attuare le decisioni popolari, garantendo al contempo la stabilità delle finanze cantonali». La strategia spiegata da Gobbi nel breve articolo essenzialmente «si fonda su tre principi: gradualità, coordinamento e responsabilità condivisa». Nel dettaglio – si poteva leggere sul Mattino della domenica – «in una prima fase, si interverrà per contenere ulteriormente la crescita della spesa sanitaria, predisporre le basi tecniche necessarie all’attuazione delle due iniziative e limitare l’impatto sui conti pubblici». Ciò, ancor più nel dettaglio, «avverrà attraverso l’adeguamento dei parametri dei sussidi e l’introduzione di un monitoraggio trimestrale della spesa sanitaria». Gobbi nella breve spiegazione aggiunge pure che «grazie alla prevista copertura finanziaria, dal 2027 (ndr. non dal 2026 come auspicato dagli iniziativisti) sarà possibile procedere in modo graduale, introducendo meccanismi transitori per l’applicazione del principio del 10% e per l’integrazione con le deduzioni fiscali, così da creare un sistema unitario e coerente». Oltre a ciò, Gobbi ha pure chiarito che «per accompagnare questo processo si prevede l’istituzione di gruppi tecnici composti da rappresentanti dei partiti, dei Comuni, delle casse malati e da esperti indipendenti» il cui compito «sarà analizzare scenari alternativi, formulare proposte condivise e individuare misure strutturali per contenere i costi sanitari». Dopodiché, «una volta definite e condivise le soluzioni, il Cantone avvierà una campagna di comunicazione chiara e trasparente per informare cittadini e Comuni sulle nuove regole e sui benefici attesi, garantendo un adeguato accompagnamento».