“Governo complice delle FFS”

BODIO - «Va fatta una scelta di politica regionale: non penalizzate le Tre valli». Ci hanno creduto fin dall'inizio e non smetteranno di farlo. Perché sono convinti che il comparto dell'ex Monteforno di Bodio-Giornico sia la migliore soluzione per le nuove Officine FFS. I sindaci dei Comuni bassoleventinesi e altre autorità dell'Alto Ticino nel tardo pomeriggio di ieri si sono riuniti per oltre due ore e mezzo nella sala del Legislativo bodiese per discutere di quanto emerso nell'ultimo mese a proposito della loro candidatura. Candidatura che sia il Governo sia soprattutto le Ferrovie hanno praticamente affossato per motivi tecnici e finanziari. I diretti interessati tuttavia non intendono alzare bandiera bianca. E chiedono al Cantone e alle Ferrovie di guardare oltre gli aspetti meramente economici e di favorire lo sviluppo armonico del Ticino. Altrimenti potrebbero accodarsi all'Unione contadini ticinesi e lanciare il referendum contro il previsto via libera del Gran Consiglio al credito da 100 milioni di franchi per edificare il moderno sito a Castione.
È quanto auspica anche l'ex consigliere nazionale e già presidente del PLR svizzero Fulvio Pelli, consulente legale dei Comuni bassoleventinesi, per il quale «si tratta di una decisione politica delle FFS con la complicità del Cantone. Mi sembra uno scandalo. È il monopolio delle scelte dei grandi a scapito dei piccoli. Si vuole ridurre il Ticino al triangolo d'oro Bellinzona-Lugano-Locarno a danno delle zone periferiche. Invito pertanto le valli a lanciare il referendum contro il credito. Avrete così modo di far partecipi tutti delle vostre giuste rivendicazioni». Sulla stessa lunghezza d'onda il consigliere nazionale Fabio Regazzi che si è detto «allibito da come continua ad essere trattato il tema della futura Officina. Siamo di fronte, senza voler mancare di rispetto a nessuno, a una specie di presa in giro. Si sta rasentando la provocazione da parte delle Ferrovie nei confronti dell'Alto Ticino».
I toni forti in sala, insomma, non sono mancati. Nell'occhio del ciclone Consiglio di Stato e Ferrovie. Per saperne di più sfogliate il CdT in edicola oggi.