Guerre e minacce, qual è la situazione della sicurezza in Svizzera?

Russia, Ucraina, Israele, Iran, Stati Uniti. La situazione internazionale è decisamente tesa. Conflitti e crisi rappresentano una notevole sfida per gli Stati occidentali, Svizzera compresa. «Il contesto della politica di sicurezza si deteriora di anno in anno», aveva dichiarato otto mesi fa Christian Dussey, direttore del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC). E l'architettura di sicurezza mondiale, da allora, è solo peggiorata. Proprio all’intelligence elvetica ci siamo quindi rivolti per capire se la Confederazione abbia deciso di rafforzare le misure per contrastare i pericoli.
«È ancora troppo presto per fare una valutazione pubblica degli eventi attuali» ci è stato risposto. «Il SIC informa innanzitutto il capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), l'intero Consiglio federale e altri decisori e autorità chiave, affinché possano conoscere e comprendere la situazione e prendere le decisioni necessarie. Il SIC renderà pubbliche le sue opinioni a tempo debito e in forma adeguata».
Situazione perennemente monitorata
In Svizzera, la sicurezza è un compito comune delle diverse autorità federali e cantonali. Il Servizio delle attività informative della Confederazione mantiene stretti contatti con questi organismi, sia a livello generale che in relazione agli eventi attuali. Raccoglie costantemente informazioni, le analizza e valuta la situazione di minaccia. «Monitora gli sviluppi in Medio Oriente 24 ore su 24 e mette i suoi risultati a disposizione dei decisori politici e delle autorità di sicurezza. Ciò riguarda in primo luogo il Consiglio federale e gli organi responsabili della politica di sicurezza, ma anche altre autorità federali e le forze di polizia cantonali. Questi organi devono essere in grado di prendere decisioni fondate per proteggere la Svizzera e le persone che vivono qui, nonché i cittadini svizzeri e gli interessi svizzeri all'estero».
L'intelligence elvetica monitora dunque tutto costantemente e informa le autorità competenti di tutti gli sviluppi rilevanti. La protezione delle strutture diplomatiche e delle persone protette dal diritto internazionale in Svizzera è di competenza dell'Ufficio federale di polizia (fedpol), in collaborazione con le forze di polizia cantonali, a cui spettano la definizione e l'attuazione di eventuali misure di protezione.
«Nessun dettaglio»
Fedpol è responsabile della protezione delle rappresentanze straniere in Svizzera. A tal fine, rimane in contatto con le altre autorità federali, i Cantoni e le rappresentanze estere. «Se è necessario adattare le misure di sicurezza, ciò avverrà in collaborazione con i Cantoni o su loro delega», fanno sapere sollecitati. «Ciò può comportare misure visibili o non visibili. Per non compromettere la sicurezza e l'efficacia di queste misure, non divulghiamo alcun dettaglio su se, dove e in che forma sono state o saranno adattate».
In Ticino «in atto misure attive di protezione»
E in Ticino? La Polizia cantonale precisa che, in accordo con il Servizio federale di sicurezza, «applica le misure definite, che possono essere rafforzate in base a ulteriori nostre valutazioni». Al momento «sono in atto misure attive di protezione che vengono costantemente adeguate all’evoluzione della situazione».
«Lo avevamo previsto»
Ma torniamo al rapporto sulla situazione «Sicurezza in Svizzera 2024» del Servizio delle attività informative della Confederazione citato a inizio articolo. Il SIC aveva già messo in guardia da un'escalation nell'ottobre 2024. Scriveva: «Il conflitto tra Israele e Iran si è inasprito due volte, in aprile e all'inizio di ottobre 2024, e ha il potenziale per riaccendersi. Israele ha dimostrato di poter colpire con precisione infrastrutture essenziali per l'esistenza dell'apparato di potere iraniano e di poter uccidere in modo mirato persone importanti per l'“asse della resistenza”. L'Iran, da parte sua, dispone di potenti missili balistici che potrebbero raggiungere Israele in numero tale da diventare critici per l'architettura di difesa israeliana. (...) È molto probabile che l'Iran voglia evitare un'escalation militare con Israele e gli Stati Uniti, che minaccerebbe la sopravvivenza a lungo termine del regime. Allo stesso tempo, però, il Paese è pronto a correre rischi che potrebbero portare a una vendetta da parte di Israele». Ebbene, fa notare «questa valutazione del SIC si è rivelata corretta».