Alle Criminali

«Ha approfittato di lei senza permetterle di difendersi»

Chiesti 4 anni di carcere per il giovane adulto del Locarnese accusato di aver compiuto atti sessuali nei confronti di una bimba sull'arco di tre anni – Dai baci sulla bocca, il giovane allora 19.enne si spinse fino a farsi praticare del sesso orale – La difesa si è battuta per una pena interamente al beneficio della condizionale
© CdT/Archivio
Spartaco De Bernardi
02.09.2025 13:36

Dai baci sulla bocca fino al sesso orale. Si è spinto sempre più in là il giovane del Locarnese, oggi 24.enne, comparso di fronte alla Corte delle Assise criminali presieduta dal giudice Paolo Bordoli (giudici a latere Renata Loss Campana ed Emilie Mordasini) perché accusato di aver abusato sull'arco di tre estati, tra il 2020 ed il 2023, di una bambina che all'inizio della triste vicenda aveva solo 9 anni. «Atti sessuali con fanciulli (questa la qualifica giuridica di quanto commesso e ammesso dal giovane», ndr.) che sarebbero proseguiti se la giovane vittima non avesse trovato il coraggio di dire basta, ha sottolineato la procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis nella sua requisitoria al termine della quale ha chiesto per il 24.enne una pena detentiva di 4 anni, l'interdizione a vita di svolgere un'attività professionale e extraprofessionale a contatto con minorenni e l'obbligo di seguire un trattamento psicoterapico durante la detenzione.

«Ha sfruttato la posizione di inferiorità e di fragilità della sua giovanissima vittima per soddisfare le proprie pulsioni sessuali», ha argomentato la rappresentante della pubblica accusa rilevando come il ragazzo non abbia permesso in alcun modo alla bambina di difendersi, facendole capire che le avrebbe fatto subire tutto ciò che lui voleva. Da qui l'accusa di coazione sessuale, che va ad aggiungersi anche a quella di pornografia relativa alle foto senza veli o in biancheria intima che la giovanissima vittima aveva spedito al telefonino del suo aguzzino. Giovanissima vittima che resterà segnata per tutta la vita per quanto accaduto, ha rimarcato il suo patrocinatore, avvocato Carlo Borradori.

Associandosi alle richieste di pena formulate dalla pubblica accusa, il legale ha chiesto che la Corte imponga anche al 24.enne il divieto assoluto di avvicinarsi alla ragazzina.

«Ammette i fatti e si pente di quanto commesso»

«Fatti tutti ammessi», ha evidenziato l'avvocato Chiara Villa, patrocinatrice del giovane, mettendo in evidenza la collaborazione fornita dal suo assistito fin dalle prime battute dell'inchiesta. «È un bambino nel corpo di un uomo», ha proseguito la rappresentante della difesa, rilevando come il 24.enne – dalla personalità immatura e con limiti cognitivi evidenti – abbia bene compreso la gravità degli atti commessi e sia pronto a pagarne le conseguenze. Per lui, ha concluso l'avvocato Chiara Villa, una pena giusta dev'essere contenuta entro i limiti che consentano di porla interamente al beneficio della condizionale.

La sentenza è attesa a metà pomeriggio.

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