Moncucco

«Ho visto la morte in faccia e voglio raccontarlo a chi ancora minimizza»

Edoardo Proserpio ha 65 anni, abita a Balerna, e ha passato otto giorni intubato nel reparto di cure intense - «Credevo di non farcela e ora voglio raccontare la mia storia»
© CdT/Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
14.04.2020 06:00

«Mi faccia una foto, che sono guarito». Così - all’interno della Clinica Moncucco di Lugano - abbiamo conosciuto Edorardo Proserpio. Il nostro fotografo Gabriele Putzu era in ospedale per un reportage e i medici stavano trasportando Proserpio - 65 anni, di Balerna - dalle cure intense al reparto post-acuto. «Voglio raccontare quel che mi è successo». Noi lo abbiamo lasciato in pace alcuni giorni e poi lo abbiamo chiamato per vedere se avesse ancora voglia di parlare. E così è stato. «Voglio farlo per tutti coloro che non se ne stanno a casa, o per coloro che dicono che il coronavirus non è poi così mortale. Non è vero. Basti pensare che ho appena appreso della morte del mio caro amico Tullio Abbate (campione di motonautica e figura storica del lago di Como, ndr). E io stesso sono stato fortunato. Quasi la metà di chi entra in cure intense non ne esce, e io ho visto la morte in faccia».

«Non sapevo dove fossi»
Proserpio oggi sta meglio. È ancora al Moncucco («I medici dicono che ho avuto un recupero miracoloso», ci spiega) e verrà presto trasferito in una clinica per la riabilitazione polmonare. Ma se l’è vista brutta. «È stato terribile. Sono rimasto otto giorni in cure intense, intubato. E quando mi sono svegliato non ricordavo cosa mi fosse successo. Credevo di trovarmi all’estero, vittima di un incidente stradale. Non potevo parlare, non riuscivo a comunicare. Avevo dolori ovunque e non potevo vedere le persone che ho a cuore. E il mio unico figlio, che ha due anni. Proprio per questo non avevo alcuna voglia di morire».

«L’ho presa da un amico»
Ma Proserpio - non che la cosa sia particolarmente importante - si è fatto un’idea di come ha contratto il coronavirus? «Credo che ad avermi trasmesso la malattia sia stato un amico. Non a caso lui è stato ricoverato una settimana prima di me. Ma non l’ho mai sottovalutata. Facevo attenzione. Eppure l’ho presa».

«Ho perso i sensi, e ho capito»
E quando ha capito che c’era qualcosa che non andava? «Sono svenuto in casa mia. Mi sono svegliato ed ero pieno di sangue. Mi sono spaventato perché pensavo venisse dai polmoni. Poi ho capito che, semplicemente, cadendo mi ero ferito il labbro. Sono andato al centro medico di Chiasso e mi hanno fatto il test, risultato positivo. E sono stato portato in ospedale».

La situazione si aggrava
Prima di quell’episodio Proserpio praticamente non aveva sintomi. «Un paio di giorni prima solo qualche linea di febbre, attorno ai 37 gradi. Me ne sono reso conto solo perché già la tenevo controllata. Il fatto di essere svenuto mi ha probabilmente salvato la vita e fatto capire che c’era qualcosa che non andava. Altrimenti forse non me ne sarei accorto. Mi hanno detto che era un po’ come se stessi morendo in piedi». E all’arrivo al Moncucco la sua situazione fisica deteriora rapidamente, tanto che dopo un giorno di analisi e controlli i medici decidono di sedarlo e intubarlo. Per otto lunghi giorni Proserpio diventa uno dei «pronati»; così siamo ormai abituati a chiamare i pazienti che vediamo attaccati al respiratore, sdraiati sulla pancia per facilitarne la respirazione. Immagini tragiche, che lui ha vissuto dall’interno.

«Grazie al personale»
Proserpio tiene poi moltissimo ad esprimere gratitudine al personale sanitario. «Sono stati magnifici. La cosa più dura di tutta questa situazione è il fatto che si rimane soli. Il rischio è di sentirsi abbandonati visto che neppure i familiari possono venire a visitarci. E i medici e gli infermieri del Moncucco sono stati bravissimi. Mi hanno trasmesso speranza. Mi hanno coccolato. Non so se mi hanno preso in simpatia o se fanno così con tutti. Anzi no, sono certo che fanno così con tutti». L’hanno insomma aiutato a sopravvivere. «Li porterò sempre nel mio cuore e li ricorderò per tutta la vita».

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