Holy Cow, il fast food svizzero che fa arrabbiare gli indù

Una polemica sterile. O assurda. Ma, comunque, gustosa. E non soltanto perché parliamo di cibo. Riavvolgiamo il nastro: tramite un comunicato, l’enigmatica Universal Hindu Society, con sede negli Stati Uniti, ha invitato i gestori della catena svizzera di fast food Holy Cow a rivedere il nome dell’azienda. A dirlo, con forza, il presidente dell’organizzazione Rajan Zed. Il motivo? Semplice: i membri della citata Universal Hindu Society sono indignati. Ai loro occhi, chiamare «vacca sacra» una catena (presente fra l’altro anche in Ticino, a Grancia) che vive vendendo hamburger è una bestemmia. E questo perché, banalmente, per gli induisti l’animale in questione è, appunto, sacro come ha spiegato il Quotidien Jurassien.
Da che pulpito, verrebbe da dire, considerando che l’America è la terra degli allevamenti intensivi mentre Holy Cow, fra i suoi punti di forza, può vantare una fornitura al 100% locale.
Le catene di ristoranti, dice Zed nel comunicato, non dovrebbero macchiarsi di «appropriazione religiosa, commettere sacrilegio e ridicolizzare intere comunità». E ancora: «Gli indù sono per la libertà di espressione artistica e di parola tanto quanto chiunque altro, se non di più. Ma la fede è qualcosa di sacro e i tentativi di banalizzarla feriscono i devoti».
L’uomo, in passato, era già intervenuto a più riprese per difendere la dignità induista, se così vogliamo chiamarla. A inizio 2016, ad esempio, aveva denunciato la copertina di Fortune che mostrava un disegno di Jeff Bezos, il boss di Amazon, nelle vesti di Vishnu per illustrare un reportage sulla conquista dell’India da parte del sito di e-commerce. Ritenuta «sconveniente», la copertina era stata bollata con queste motivazioni: «L’uso inappropriato di concetti e simboli indù per scopi commerciali non è accettabile». Prima ancora, si era scagliato contro una fabbrica di dolciumi statunitense, rea di aver messo in commercio statuette di Ganesh di cioccolato.
Gli indù della Svizzera, al momento, non hanno espresso un’opinione al riguardo.
Holy Cow, da parte sua, ha invece reagito. Eccome se ha reagito. Contattata dal Blick, l’azienda ha stroncato sul nascere la polemica. Ribadendo non solo il carattere laico dell’operazione ma anche l’origine dell’espressione che ha dato nome alla catena: «Il marchio trae origine dalla lingua anglosassone parlata e l’espressione si può tradurre con l’esclamazione Wow». Un’esclamazione usata nella serie tv Batman e particolarmente apprezzata dal fondatore di Holy Cow. Nello specifico, il wow è legato – ovviamente – anche allo stupore del cliente di fronte a un hamburger servitogli. Almeno secondo le intenzioni e le ambizioni dell’azienda.