28 settembre

I 5 Comuni-polo contrari alle iniziative di Lega e PS sulle casse malati: «Saremmo costretti ad aumentare il moltiplicatore»

Lugano, Bellinzona, Mendrisio, Locarno e Chiasso si schierano compatti per il no: «Effetti devastanti in un momento già difficile»
©Chiara Zocchetti
Giona Carcano
03.09.2025 13:48

È quantomeno inusuale che le principali città ticinesi si espongano sugli oggetti in votazione popolare. Ma in vista del 28 settembre, Lugano, Bellinzona, Locarno, Mendrisio e Chiasso hanno deciso di metterci la faccia. Esprimendo un «no» secco, senza fronzoli, alle iniziative di Lega e Partito socialista sui premi di cassa malati. In ballo, come hanno spiegato i sindaci, ci sono decine di milioni di franchi fra minori entrate fiscali e maggiori costi per i sussidi. Troppi per non buttarsi nella mischia, anche perché il periodo – per le finanze pubbliche – è molto delicato. Insomma, in un periodo di ristrettezze e tagli (è di oggi la notizia dei quasi 100 milioni di deficit preventivato dal Governo per il 2026) non c’è da scherzare.

Non si gioca con le imposte

«Bisogna fare in modo che i cittadini siano consapevoli di quanto andranno a votare», ha spiegato Michele Foletti durante la conferenza stampa alla Protezione civile di Rivera. «Da anni Città e Comuni cercano di comprimere le spese, di migliorare i processi, di risparmiare dove si può. A Lugano, ad esempio, il Municipio ha ricevuto dal Consiglio comunale il compito di risparmiare 10 milioni di franchi sul Preventivo 2026. Ma se dovesse passare l’iniziativa della Lega, per noi sarebbe una mazzata. Perderemmo 11 milioni di franchi di entrate dal gettito delle persone fisiche». La conseguenza? Immediata e misurabile. «Dovremmo alzare il moltiplicatore di quattro punti», chiosa Foletti. Ma non solo: Lugano ha in ballo anche il finanziamento del Polo sportivo e degli eventi, che comporterà un aumento di altri tre punti del moltiplicatore cantonale. «Trovo sia assolutamente malsano dover giocare con i moltiplicatori per compensare minori gettiti fiscali», ha rilanciato ancora il sindaco di Lugano. «Il moltiplicatore è uno strumento molto importante per poter equilibrare le uscite per gli investimenti rispetto alla gestione corrente. Da sempre, i Comuni aumentano temporaneamente i propri moltiplicatori per finanziare strutture come le scuole, per poi abbassarlo». Ma se passasse l’iniziativa leghista, l’aumento diventerebbe strutturale. «Con tutte queste iniziative fiscali, rimane molto poco spazio per gli investimenti», ha ricordato Foletti. «E questo crea un danno per l’economia cantonale». Bisogna dunque essere in chiaro: le iniziative al voto a fine settembre, ha aggiunto il sindaco, hanno ripercussioni importanti non solo sullo Stato, ma anche sugli Enti locali.

 Ma se Lugano piange, Bellinzona non ride. Anzi. La capitale parla di oltre 4,3 milioni di minori entrate fiscali per la sola proposta leghista, che si tradurrebbero in un aumento di cinque punti percentuali del moltiplicatore. «Ci troviamo nella sede della Protezione civile, un luogo simbolico che potrebbe rappresentare i tempi che attenderebbero i Comuni» se passassero le varie manovre, ha ironizzato Mario Branda. Il discorso, per il sindaco di Bellinzona, è semplice: «I bilanci degli Enti locali sono già in condizioni di relativa fragilità dopo le misure prese a livello cantonale in ambito fiscale. Bilanci sempre più difficili da tenere in equilibrio. Ma la situazione è ancora più aggravata dalle prospettive finanziarie dovute alle iniziative al voto». Branda non ha messo in discussione l’onere che i ticinesi devono sopportare per il pagamento dei premi di cassa malati. «Ma bisogna sapere quello che queste iniziative potrebbero significare per i Comuni e dunque per i cittadini. Bellinzona, dovesse passare l’iniziativa della Lega, dovrebbe alzare il moltiplicatore al 98%». Le risorse a disposizione dei Comuni si assottigliano, e il margine d’azione si riduce. «E questo non fa bene ai cittadini», ha chiosato Branda. Meno risorse significano infatti tagli ai servizi, come il doposcuola. «Un rischio concreto». In definitiva, il sindaco della capitale si è detto «preoccupato. Perché se oltre alle iniziative cantonali passasse anche quella federale sul valore locativo, parlare di effetto devastante sui conti comunali non sarebbe esagerato».    

Basta ribaltare gli oneri

Le città, a fronte di un simile potenziale impatto, hanno trovato un accordo in tempi brevi. E presto anche l’Associazione dei Comuni ticinesi dirà la sua. Continuare a riversare oneri sugli Enti locali non è più possibile, hanno spiegato. «È come un videogame con livelli sempre più difficili», ha detto Samuele Cavadini. «Iniziative di questo tipo rendono più complicato il lavoro che siamo chiamati a fare. Mendrisio, nel recente passato, ha già accusato il colpo delle riforme fiscali, in particolare per le persone giuridiche. Se continuiamo così, il lavoro diventa estremamente difficile. E anche i rapporti con il Cantone ne risentirebbero». Spesso, ha notato Cavadini, quando lo Stato deve risparmiare ribalta l’onere sugli Enti locali. «È un processo rischioso, qualcuno i costi li deve compensare».

«Il 60%-70% delle uscite dei Comuni è vincolato da decisioni prese dai livelli superiori», ha aggiunto Nicola Pini. Il sindaco di Locarno, pure lui confrontato con un potenziale aumento del moltiplicatore, ha aggiunto che «non è una questione di merito delle varie iniziative proposte, quanto di metodo. L’architettura istituzionale svizzera è fatta da livelli che si parlano. E spesso decisioni prese a un livello superiore ricadono sui Comuni. Gli stessi Enti locali che sono chiamati a dare le prime risposte alla cittadinanza. Ecco perché chiediamo che quando si discute una proposta, si tengano presenti le conseguenze».

Discorso simile per Chiasso, confrontata pure lei con misure di risparmio spalmate su tre anni. «Misure che verrebbero annullate nel caso venisse approvata l’iniziativa della Lega», ha spiegato Luca Bacciarini, capo Dicastero finanze. «Non sapremmo che cosa fare. Queste continue riforme limitano la nostra economia, la tendenza va cambiata».   

Un orizzonte complicato

Come detto, le città non mettono in guardia solamente dall’iniziativa leghista. Anche quella targata PS è fortemente osteggiata, anche se ancora non è possibile quantificarne l’impatto. «L’iniziativa socialista farà aumentare i costi per i sussidi di cassa malatia per Cantone e Comuni», ha sottolineato Foletti. «Oggi gli Enti locali hanno un tetto del 9% massimo di gettito fiscale per finanziare i sussidi. Ma basterebbe cambiare un articolo della legge tramite il Parlamento, portando il tetto al 10%-11%, per recuperare i 300 milioni a scapito ancora dei Comuni». L’orizzonte, anche visto il Preventivo 2026 del Cantone, «è estremamente complicato. Dovremmo rivedere una serie di servizi che abbiamo conquistato dopo tanti anni».