I container abusivi di Paradiso a Lugano

Negli scorsi mesi il Comune di Paradiso ha installato due container nei pressi dei propri magazzini comunali a Pambio Noranco: ospitano un ufficio per la squadra esterna. Niente che meriti un articolo di giornale, non fosse che i container sono comparsi all’insaputa di Lugano. Sono stati posati, cioè, senza rispettare le procedure edilizie. Una situazione a cui Paradiso ora sta ponendo rimedio tramite una notifica di costruzione a posteriori. Stesso discorso per alcune tettoie per le biciclette posate sempre sullo stesso terreno. Strutture «leggere», quindi (non stiamo parlando di una casa costruita senza dire niente a nessuno), magari anche provvisorie. Ma la cui posa deve in ogni caso essere segnalata se la struttura resta al suo posto per più di tre mesi (così dicono le norme).
Galeotte furono le foglie
Ad allertare la Città è stata una segnalazione giunta al Controllo cantieri, a cui ha fatto seguito la richiesta a Paradiso di regolarizzare la situazione. Da cui la notifica di costruzione apparsa all’albo comunale. «La vicenda nasce da una cattiveria - afferma il sindaco di Paradiso Ettore Vismara. - Una persona confinante si era lamentata che le foglie di due alberi sul nostro terreno finivano sul suo e ci ha chiesto di abbatterli. Noi abbiamo mandato i nostri operai a pulirle il tetto, ma questo non l’ha accontentata. E ora ha segnalato i container per ritorsione». La segnalazione poteva però essere evitata notificando la posa delle strutture sin da subito: «Con tutti i fastidi che abbiamo non ci è venuto in mente: è già così complicata la vita. E poi non so se dei privati nella stessa situazione sarebbero stati ligissimi...». Ma l’Ente pubblico ha un dovere accresciuto di rispettare le regole: «Stiamo parlando di due container che non si vedono dalla strada posati sul retro di un magazzino, non esageriamo. Non danno fastidio a nessuno. Poi un giorno li toglieremo. Avremmo potuto argomentare che erano provvisori, ma abbiamo deciso di lasciar stare e di fare la notifica in sanatoria». Come richiesto dalla Città, la quale si è anche riservata la procedura di contravvenzione. Un’eventuale multa, ci spiegano dall’Edilizia privata, terrà conto della tipologia dell’opera, della gravità dell’abuso e della buona o mala fede.