I diari della pandemia: «Quella bara non la dimentico»

«Abbiamo iniziato a seguire in televisione le conferenze del Cantone. Ho così conosciuto il presidente Christian Vitta, che parla sempre per primo. Sembra molto stanco e mi ricorda un giovane folletto. Il capo della polizia Cocchi ricorda vagamente una lucertola e incredibilmente riesce a stare minuti senza sbattere gli occhi sporgenti. Ho capito l’importanza di avere delle persone che decidono le strategie migliori per contenere il contagio. Li ho visti uniti, come una vera squadra». Lo scrive C., un allievo della Scuola media di Pregassona, sabato 28 marzo nel suo diario ai tempi del coronavirus. Un progetto del maestro Manuel Rossello con gli allievi delle classi 3D, 3E, 3F e 4D, confluito nella raccolta «Contro un nemico invisibile – Diari al tempo del coronavirus» contenente scritti dei ragazzi e riflessioni di Rossello redatti da fine marzo ad inizio giugno.


«Può la scrittura di un diario alleviare l’angoscia?»: questa la domanda che il maestro pone a se stesso nel momento in cui si è trovato, come i suoi colleghi, a dover adattare in fretta e furia la programmazione scolastica imposta dal virus. «Non rischiavo forse di far esplicitare un turbamento che andava invece rimosso?», si chiede ancora l’insegnante nell’introduzione. Ma i dubbi hanno lasciato presto spazio alla speranza. Speranza che la scrittura potesse contribuire «almeno in parte ad alleviare l’angoscia che per alcuni allievi – ma anche per non pochi adulti – ha segnato quei due mesi». Ed è così che nella trentina di pagine che si leggono tutte d’un fiato, riflessioni lessicografiche sui termini del contagio, da virus ad immune (perché – spiega Rossello – «ogni materia ha i suoi termini»), e citazioni dal «Giornalino di Giamburrasca» si alternano a racconti di vita quotidiana degli adolescenti. Il 26 marzo Gabriele scrive: «Sono uscito con mia sorella a giocare a Pokemon Go (...) sembrava di essere nel deserto o in una città morta in cui io e mia sorella eravamo gli unici sopravvissuti».


Tre giorni dopo, R. racconta di aver visto davanti ad una casa anziani «uomini in tuta bianca, cappuccio, copriscarpe, guanti e mascherina: trasportavano una bara» e di aver pensato di essere in una scena di un film: «Credo che ciò che ho visto non me lo scorderò più, è stato troppo brutto».
E cosa ricorderanno, questi giovani che si affacciano piano piano al mondo degli adulti, del periodo di lockdown? Cosa rimarrà di questo caos ad un 14.enne che d’un tratto si è trovato strappato da scuola, dagli amici e dalle abitudini in nome della battaglia contro il nemico invisibile? Secondo Graziano Martignoni, che della raccolta ha curato la prefazione, «coronavirus è un nome che tutti ricorderemo per molto tempo e che i giovani allievi di oggi racconteranno a loro volta alle generazioni seguenti (...)». Ma non solo. «Diremo di aver vissuto, - continua - di aver frequentato la scuola, di esserci per la prima volta innamorati, di aver trovato un vero maestro, di aver perduto una persona cara nel tempo del Covid...». Ed è per questo che gli stralci di vita quotidiana degli allievi di Pregassona assumono un significato ben più profondo e ci riguardano, indipendentemente dalla nostra età. Quei ragazzi siamo tutti noi.


Con il coronavirus anche il concetto di scuola si trasforma e nel diario di Caterina diventa «quell’edificio tanto odiato ma allo stesso tempo famigliare» che le manca «accarezzare con lo sguardo». E l’arrivo del giornale la mattina diventa «uno di quei piccoli rituali che scandiscono le giornate e ci aiutano a sopravvivere». «Dopo che nostro padre lo ha letto, - scrive ancora la giovane il 6 aprile - mio fratello fa il cruciverba, poi io faccio il sudoku. Ma ieri non è arrivato e siamo stati tutto il giorno di malumore». La noia non viene però sempre per nuocere e Janis lo sa bene: «Era da tanti anni – scrive l’8 aprile - che non inciampavo nella noia. E ora che ne sono immersa ne sono quasi felice». Diletta invece, è il 20 aprile, ha perso il conto dei giorni: «Da quanto tempo sono rinchiusa dentro queste quattro mura? Da quanto tempo non abbraccio qualcuno? Vorrei abbracci di felicità, consolazione, d’incoraggiamento».
Solitudine e silenzio scandiscono anche i giorni dei quasi «trentamila luganesi che secondo gli ultimi dati abitano da soli», scrive l’insegnante il 21 aprile, in una pagina dedicata al potere salvifico della radio e al ricordo di Arbore e Boncompagni negli Anni ’70. Tra libri, autori e citazioni, sembra che Manuel Rossello voglia sempre dare qualche spunto ai «suoi» ragazzi. Quasi abbia trovato nel diario uno strumento - vecchio e nuovo insieme - per insegnare loro qualcosa: in fondo, non è questo che deve fare un maestro?


Se è vero che leggendo i «Diari» (l’esemplare online è ottenibile all’indirizzo [email protected]) è impossibile non emozionarsi, non mancano pillole di comicità. «In questo periodo in casa nostra succedono cose assurde. - scrive A. il 26 aprile - Oggi per esempio il nostro cane ha appoggiato il suo sedere sul telecomando ed è partita Barbara D’Urso a tutto spiano». Laura invece racconta i lavori di casa: «Oggi abbiamo (anzi: i miei fratelli hanno) pulito la piscina. Io mi sono rifiutata perché era piena di melma. Credo comunque di aver fatto la cosa più importante, ossia il sostegno morale». Non mancano poi le serie di Netflix, i videogiochi e il cellulare che, come il canto delle sirene, distoglie i ragazzi dai compiti. Perché in fondo, nonostante la pandemia e la scia di paura e morte che essa ha portato con sé, i ragazzi sono pur sempre ragazzi.
Centoundici sfide tra Capriasca e Val Colla
Centoundici tra attività, giochi e scoperte da fare girando per la Capriasca e la Val Colla. Le hanno raccolte in un fascicolo i docenti della Scuola media di Tesserete per gli allievi ma non solo per scoprire quanto di bello c’è nella regione. «Sarà una bella estate, - si legge nel libricino - certamente sarà un’estate diversa, perché non si potranno fare molte attività di gruppo e neppure lunghi viaggi. E allora perché non scoprire quanto di bello ci sta attorno?». Il fascicolo, scaricabile dal sito www.smetesserete.ti.ch, è diviso in 22 categorie tematiche - dai luoghi per fare delle grigliate ai lavatoi, passando per gli animali e le salite in bicicletta, - e per ogni categoria ci sono cinque sfide da raccogliere. Per gli allievi è stato organizzato anche un concorso: in palio ci sono 10 buoni da 20 franchi della Gelateria di Tesserete.