Confine

I medici scappano in Ticino, e a Como richiamano quelli in pensione

Camici bianchi con 70 anni e più - Per supplire alla carenza di personale, la sanità comasca sta ingaggiando liberi professionisti in età avanzata
©Chiara Zocchetti
Red. Online
10.07.2025 14:00

La fuga di medici e infermieri dalla Lombardia al Ticino non si arresta. E in attesa che si capisca il destino della cosiddetta "tassa della salute", gli ospedali d'oltre confine si arrangiano come possono. Alla disperata, anche richiamando in servizio i medici pensionati. 

L'Azienda socio sanitaria territoriale di Como - Asst Lariana - ha pubblicato nei giorni scorsi un lungo elenco di medici, disponibili a coprire i turni lasciati vacanti dal fuggi-fuggi verso la Svizzera. La maggioranza - fa notare la Provincia di Como - sono medici in pensione, alcuni nati addirittura negli anni Cinquanta.

Un'ottantina di medici e una trentina di infermieri hanno risposto all'appello, offrendosi volontari (si fa per dire: le prestazioni sono pagate all'ora dalla Regione) all'età di settant'anni e rotti. Si va da un cardiologo di 78 anni a un geriatra di 73, un coetaneo nefrologo, un medico di famiglia di 72.  

«Ho dato disponibilità perché non ci sono più psichiatri – ha commentato ad esempio al quotidiano comasco Salvatore Zizolfi, 72 anni – il reparto ci ha chiesto aiuto e in questi mesi noi pensionati stiamo contribuendo a snellire le lunghe liste d’attesa, da più di tre mesi stiamo passando a pochi giorni». Anche sua moglie, una psichiatra di 69 anni, è nell'elenco. 

 «Lavorare mi aiuta a non invecchiare – dice il geriatra Gaetano Pavano, 73 anni – e poi ho prestato il giuramento di Ippocrate, se c’è bisogno d’aiuto continuerò a fare il medico finché avrò le forze. Il problema della nostra sanità però è grave, mancano i giovani, chi può scappa all’estero».

Non è la prima volta che l’Asst Lariana richiama pensionati in libera professione. Secondo i dati dell'USTAT i frontalieri nella sanità ticinese sono in aumento, in controtendenza rispetto ai permessi G nel complesso: a settembre scorso erano 3.801, un numero senza precedenti (35 in più rispetto a giugno). Circa un quarto degli addetti del settore in Ticino provengono da oltre confine, per lo più dalle provincie di Varese e Como.