I ricorsi e il mistero del rogo di pneumatici

«Per quanto ne so, l’inchiesta della procura non è ancora terminata. Quindi per il momento non è ancora chiara l’origine dell’incendio»: a parlare è il capo del Dicastero sicurezza del Comune di Mendrisio Samuel Maffi in merito al rogo che nella notte del 19 dicembre bruciò gli pneumatici accatastati alla PM Ecorecycling di Mendrisio. Non di meno continua il braccio di ferro fra da una parte le autorità di Mendrisio e dall’altra il proprietario e gli affittuari gerenti dell’attività di riciclaggio: le prime vorrebbero di fatto impedire la continuazione di una simile attività, i secondi vorrebbe invece proseguire.
Inoltrato il divieto
Attualmente siamo in un momento di stallo. In concreto, ci spiega il municipale capo del Dicastero costruzioni Daniele Caverzasio, l’Esecutivo ha inoltrato alle parti il divieto di utilizzare il sedime, cioè di accettare e lavorare altri pneumatici nell’azienda, oggi in pessime condizioni. Rimane la possibilità di smaltire il materiale presenze e di mettere in sicurezza l’area.
Sia il proprietario del terreno sia i responsabili della PM Ecorecycling però non ci stanno e hanno così inoltrato ricorso contro la decisione municipale. L’atto è stato presentato al Consiglio di Stato il quale per il momento non si è ancora pronunciato. Ad ogni modo non sussiste alcun effetto sospensivo. «Il nostro ordine è tuttora valido» ci conferma Caverzasio. Aggiunge che per continuare l’attività nel comparto occorrerà richiedere la riattivazione della licenza edilizia: «Oggi ci sono troppe cose che non vanno. Una volta ripresentata la domanda toccherà al Municipio pronunciarsi, fra l’altro valutando la situazione in base alle norme della polizia del fuoco».
Si vuole andare avanti
Per il momento, comunque, proseguono i lavori di messa in ordine del fondo, lavori eseguiti con la supervisione della Sezione cantonale per la protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo. Pure coinvolto dalla «controparte» il geologo Markus Felber. Insomma, è un segno dell’intenzione di locatore e locatario di proseguire nell’attività di smaltimento e riciclaggio di pneumatici. Un’attività che gran parte dello spettro politico mendrisiense vorrebbe fosse interrotta per evitare un eventuale altro disastro come quello di prima di Natale. Dopo il rogo non sono infatti mancate vibrate proteste che si sono concretizzate in interrogazioni al Municipio e comunicati stampa.
Limiti rispettati
A questo punto va però ricordato che dai primi rilievi, come peraltro assicurato allora dal sindaco Samuele Cavadini, i quantitativi di pneumatici stoccati nell’azienda erano entro i limiti definiti dalla licenza. Pure rispettati erano le misure imposte per motivi di sicurezza. A suo tempo Maffi ebbe fra l’altro modo di affermare che «il comparto di via Campagna Adorna è un po’ strano dal profilo pianificatorio, perché vi convivono una zona residenziale ed edifici e attività di tipo artigianale-piccolo industriale. È una situazione che impone sì una riflessione, ma credo che si tratta di un problema più legato al tipo di attività che alla pianificazione in sé. Personalmente il secondo incendio mette la parola fine al riciclaggio di pneumatici nella zona: indipendentemente dal fatto che si sia trattato di nuovo di dolo o di una fatalità».
L’ipotesi dell’atto volontario
Già, dolo o incidente? Come detto la Procura non ha ancora finito il suo lavoro, per cui non ci sono certezze. D’altronde non è nemmeno terminata l’inchiesta aperta dopo il prcedente rogo alla PM Ecorecycling del 2016. L’ipotesi più accreditata rimane quella del dolo. Nel dicembre scorso scrivevamo che l’impianto di videosorveglianza dell’azienda avrebbe fornito importanti elementi relativi a movimenti sospetti nei pressi del deposito di pneumatici. Finora, però, non sono stati presi provvedimenti contro eventuali autori.
Due incendi in quattro anni
Alla PM Ecorecycling in zona Campagna Adorna si era verificato un primo grosso incendio nel 2016. In quattro anni l’inchiesta della Magistratura non ha portato a conclusioni. Sia allora sia oggi dopo il rogo del 19 dicembre si parlava e si parla di dolo ma non ci sono certezze. Prima di Natale l’incendio scoppiò verso le 22 di sabato. Lo hanno domato ben 45 pompieri solo verso le 18.30 di domenica.