Le cifre

I sacchetti ecologici per gli escrementi dei cani sono ancora troppo cari

Almeno per il Municipio di Mendrisio: ne mette a disposizione annualmente mezzo milione di involucri nei vari distributori pubblici – Quelli attuali di colore rosso non sono biodegradabili: utilizzare buste in bioplastica costerebbe quasi quattro volte di più, da 3.700 a oltre 14.000 franchi all’anno
©CDT/CHIARA ZOCCHETTI
Luca Bernasconi
17.01.2022 06:00

I proprietari di cani lo sanno, anche se non tutti sono ligi ai loro doveri: quando l’animale espleta i suoi bisogni, gli escrementi devono essere raccolti negli appositi sacchetti. Tocca al padrone portarli con sé ma si possono trovare anche negli specifici distributori pubblici che ormai si possono reperire in numerosi comuni. Ma vi siete mai chiesti quanto costa a un’amministrazione comunale mettere a disposizione i sacchetti? Quanto pesano? Sono biodegradabili? Come vengono smaltiti? Le risposte ci giungono parzialmente dal Municipio di Mendrisio che ha replicato a un’interrogazione di Claudia Crivelli Barella, Alessandra Caimi-Telleschi e Lorena Gianolli (L’Alternativa). In estrema sintesi si viene a sapere che i suddetti sacchetti non sono biodegradabili ma l’utilizzo di altri prodotti più ecologici costa molto di più.

A carico della nettezza urbana

I dati assoluti di Mendrisio forse non dicono tutto perché occorrerebbe confrontarli con altre realtà ma i numeri sembrano ragguardevoli. «La Città di Mendrisio dispone oggi di una fitta rete di cestini per la raccolta dei rifiuti spesso abbinati a dei distributori per i sacchetti per gli escrementi canini. Nel corso di un anno viene distribuito un quantitativo pari a circa mezzo milione di questi sacchetti. Il costo del loro acquisto, dell’acquisto dei distributori e la loro logistica, raccolta e smaltimento, sono completamente a carico della nettezza urbana» si legge nella risposta.

Una tonnellata

Gli involucri sono realizzati in polietilene ad alta densità, cioè il materiale tipicamente utilizzato per questi prodotti. «Il peso del singolo sacchetto, dello spessore di 15 micron, è di circa 2 grammi, ragione per cui si impiega annualmente circa una tonnellata di questo materiale» spiega l’Esecutivo. Per completezza d’informazione, un normale sacco per i rifiuti di 35 litri pesa 40 grammi, cioè all’incirca venti volte di più.

Valutazione cauta

Come detto, i sacchetti per cani non sono biodegradabili, come auspicherebbero i tre interroganti. Il Municipio giudica comunque «interessante» l’impiego di bioplastiche ma questa soluzione «è comunque da valutare con cautela poiché risulta chiaramente interessante sul fronte della riduzione dell’impiego di prodotti petroliferi, ma risolve solo parzialmente la questione delle microplastiche e il loro bilancio ambientale è ancora oggetto di alcune incertezze».

Mercato povero

Ma anche il costo di simili involucri pesa in modo importante. Per il momento l’offerta dei mazzi a strappo per i distributori pubblici «è ancora estremamente limitata». Per lo più in vendita ci sono rotoli da 10 pezzi destinati all’acquisto da parte del singolo proprietario di cani.

Non di meno l’Ufficio tecnico comunale è riuscito a trovare sul mercato un distributore disposto a procurare sacchetti specifici compatibili con i dispenser comunali «ma a un costo estremamente elevato» precisa l’Esecutivo. La spesa annua oggi di circa 3.700 franchi passerebbe a oltre 14.000 franchi. «La Città è quindi interessata all’acquisto di questa nuova tipologia di sacchetti, ma non al prezzo attuale, che è ritenuto ancora troppo elevato per rapporto ai potenziali benefici ambientali» si legge ancora nella risposta all’interrogazione.

Nell’ambiente

Ad ogni modo, continua il Municipio, per quanto riguarda la diffusione nell’ambiente, «solo occasionalmente, si riscontra che qualche singolo sacchetto, nuovo o usato, viene accidentalmente disperso nell’ambiente». E aggiunge: «Il loro numero e soprattutto la loro massa è tuttavia irrilevante rispetto al numero e alla massa di altri oggetti dispersi tramite il littering, come bottigliette o mascherine e anche rispetto alle microplastiche disperse nell’ambiente con l’abbigliamento, le calzature, gli pneumatici e via elencando.