I tanti progetti per gli anziani che in realtà sono per tutti

Le sue mura hanno accolto generazioni e generazioni di bambini di Morbio Inferiore. Il suo parco questi bambini li ha visti giocare e crescere. Da quando è stato costruito il nuovo asilo l’edificio – noto anche come Villa Cereghetti – è però sostanzialmente in disuso; «viene usato saltuariamente per altre attività (festa del Primo Agosto e concerti della Filarmonica)», si legge nella relazione tecnica allegata alla domanda di costruzione in pubblicazione.
Se c’è una richiesta edilizia, è perché per l’edificio si prospetta una nuova vita. A firmare il progetto è la Parrocchia di Morbio Inferiore, proprietaria dello stabile, che si appresta a rinnovare Villa Ceregetti per destinarla a nuove funzioni. Tra gli interventi in programma ci sono tinteggiature, l’installazione di servizi igienici e la posa di una rampa d’accesso. Interventi che hanno l’obiettivo di creare spazi amministrativi e adatti ad attività di formazione. Per chi? Nella relazione tecnica si parla di una «sinergia attivata con la Fondazione Parco San Rocco già presente sul territorio comunale» che potrebbe usare le varie aule.
Giuria al lavoro
Parco San Rocco, a Morbio Inferiore, si trova a pochi passi da Villa Cereghetti. La sinergia tra le parti appare quindi facilitata dalla vicinanza. Ma di che sinergia si tratterà? Lo abbiamo chiesto al direttore della casa anziani Parco San Rocco di Morbio Inferiore John Gaffuri, il quale ci ha parlato della possibilità di utilizzare Villa Cereghetti e i suoi spazi durante il cantiere per la ristrutturazione e ampliamento della casa anziani. Collaborazioni più in là nel tempo saranno inoltre valutate a momento debito.
Ne abbiamo approfittato per chiedere a Gaffuri un aggiornamento sulla ristrutturazione completa della struttura con ampliamento da 110 a 120 posti letto. «Una giuria si sta occupando di analizzare le proposte giunte sul tavolo» nell’ambito del concorso di progettazione, «il vincitore sarà selezionato nel mese di settembre, poi partirà l’iter», spiega.
Per tutta la valle
Nella pentola della Fondazione non bolle tuttavia solo il progetto di Morbio Inferiore. Carne al fuoco ce n’è anche in altre località, su tutte a Breggia e a Vacallo. Nella prima si sta preparando il terreno per realizzare un quartiere intergenerazionale a Morbio Superiore. Per definire i contenuti futuri del quartiere (oltre alla casa anziani) è stata coinvolta la popolazione e nelle scorse settimane il lavoro è proseguito con entusiasmo e determinazione. La capodicastero Sanità di Breggia Michaela Marmotta ci fornisce un aggiornamento: «Abbiamo creato due gruppi di lavoro, uno operativo e uno di accompagnamento. In questi mesi ci siamo incontrati più volte con il gruppo operativo e lo stesso è stato suddiviso in 4 sottogruppi, il primo si occupa di un’analisi nell’ambito della socialità, il secondo in ambito di finanze, il terzo di pianificazione e il quarto di ambiente ed energia», premette la municipale. I gruppi proseguiranno le loro analisi durante l’estate, con l’obiettivo di portare le proprie conclusioni in Consiglio comunale in autunno, quando sarà votato il messaggio sul diritto di superficie per il futuro quartiere intergenerazionale. «Le loro valutazioni saranno però anche presentate pubblicamente durante una serata per la popolazione», prosegue Marmotta. Ma nel concreto, in che direzione stanno andando le valutazioni? «Stiamo lavorando nella direzione di creare un legame tra il cuore del progetto, che sarà Morbio Superiore, e tutte le frazioni di Breggia e devo dire che stanno emergendo elementi molto interessanti, commisurati alla realtà di Breggia». La direzione che stanno prendendo le valutazioni è quella della creazione di una realtà diffusa, fatta di servizi che vengono erogati e prendono vita nelle varie località della Valle di Muggio. «Stiamo analizzando l’inserimento di attività e servizi nei vari paesi, sfruttando ad esempio le ex case comunali. Immaginiamo una presenza diffusa, quindi non solo la gente che va verso il quartiere intergenerazionale di Morbio Superiore, ma anche lo stesso quartiere che va verso la popolazione». Tra i servizi in fase di studio ci sono pasti a domicilio, servizi medici itineranti, mini centri diurni, ma anche la distribuzione del pane porta a porta, una possibilità garantita oggi da un panettiere di Cabbio ma che in futuro potrebbe venire meno.
Alloggi nel nucleo
Da Breggia a Vacallo dove Comune e Fondazione Parco San Rocco stanno lavorando con l’idea di sviluppare un modello abitativo complementare alle case anziani. Ad aggiornarci su questo disegno è il sindaco Marco Rizza e anche in questo caso il concetto chiave sembra essere la «diffusione». «Più che un progetto per ora è un’idea, però ben lanciata – spiega il sindaco vacallese –. Coinvolti sono diversi stabili, non tutti comunali, nell’area del centro sociale (l’ex cooperativa, un edificio della Parrocchia, Casa Puccini, ma anche il prato dietro il centro sociale). Uno studio di fattibilità in fase di allestimento ha l’obiettivo di trovare una forma intermedia di alloggio per accogliere anziani (ma non solo loro perché si pensa all’intergenerazionalità), che non sia né l’alloggio indipendente, né la casa anziani. Potrebbe essere destinata a tutti quegli anziani autonomi ma interessati a sfruttare i servizi del centro sociale e altri servizi messi a disposizione dalla Fondazione. Il nostro obiettivo è anche dare una visione nuova al nucleo, inserendo contenuti sociali e culturali. Si tratta di un’offerta complementare alle case anziani ma che crea anche un concetto di diffusione dei servizi per gli anziani». Lo studio di fattibilità sarà pronto per metà giugno.