Formazione

I ticinesi a scuola? Tra i primi della classe

L’analisi statistica mette in luce la buona preparazione degli studenti - Nove su dieci ottengono un diploma di scuola secondaria seconda, l’80% consegue almeno il bachelor - Egloff: «Malgrado la preparazione, faticano a trovare spazio nel nostro mercato del lavoro»
© CdT/Chiara Zocchetti
Martina Salvini
27.10.2022 20:00

Gli allievi ticinesi? Preparati. Addirittura più preparati dei colleghi Oltregottardo. È questa la conclusione a cui giunge l’edizione del 2022 di «Scuola ticinese in cifre», la panoramica dei dati statistici più rilevanti del sistema educativo. «La nostra scuola si posiziona a un buon livello, a tratti ottimo, soprattutto nel confronto intercantonale», dice il responsabile della statistica scolastica Michele Egloff. Secondo i dati, infatti, nove giovani su dieci ottengono una certificazione di grado secondario secondo. Sei su dieci un attestato di maturità liceale, professionale o specializzata. E otto su dieci il bachelor. «Avere una scuola che permette a quote importanti di giovani di arrivare a questi livelli di competenza, certificati, deve essere motivo di orgoglio per il nostro sistema formativo», evidenzia Egloff. Nonostante il livello di preparazione, però, «per questi ragazzi è sempre più complicato, una volta terminati gli studi, trovare spazio nel mercato del lavoro ticinese. Sempre più spesso, trovano migliori opportunità lavorative - meglio retribuite - fuori dal cantone». Come dire: il Ticino li forma, ma poi a beneficiare delle loro competenze sono altri. «Un tema ormai noto - osserva Egloff - che spetta però all’economia dirimere, cercando soluzioni per creare condizioni di mercato più attrattive, che riportino questo bagaglio di conoscenze a casa».

Passi avanti

Sì, perché tornando ai dati dello studio emerge chiaramente il passo avanti compiuto dalla scuola ticinese negli ultimi anni. «Gli sforzi fatti nell’ultimo decennio hanno permesso di portare il 90% dei giovani a ottenere la certificazione di grado secondario secondo. Un dato degno di nota, visto che finora non eravamo mai andati tanto vicini a sfiorare l’obiettivo politico nazionale, fissato al 95%». Non solo. Colpisce anche il tasso di maturità entro i 25 anni, che in Ticino è il più alto della Svizzera. «È attorno al 57% e si tratta di un dato eccezionale». Sì, perché come spiega Egloff, «di solito nei cantoni germanofoni si tende a privilegiare socialmente le scuole professionali, che quindi risultano vincenti nel confronto con i licei. Al contrario, nei cantoni a tradizione latina il confronto premia i licei. Il Ticino, invece, ottiene un buon risultato tanto per i licei quanto per le scuole professionali». Bene anche per lo step successivo della formazione, quello universitario. Dopo otto anni dall’immatricolazione, l’80% dei ticinesi ha conseguito almeno un bachelor. «Per quanto riguarda la quota di diplomati nelle università, con un tasso del 20% siamo secondi in Svizzera, dietro solo a Ginevra, mentre per le SUP, siamo a metà classifica, forse perché nel nostro cantone è più radicata la tradizione universitaria, a svantaggio di quella, relativamente nuova, delle scuole universitarie professionali», osserva Egloff.

Spesa pubblica

Guardando alla spesa pubblica per l’educazione, infine, dallo studio emerge che il Ticino investe il 4% del PIL nella scuola. Troppo poco? «In realtà - risponde Egloff - se osserviamo la spesa pubblica per la fascia tra i 4 e i 29 anni, che comprende quindi l’intero arco della formazione, la spesa destinata alla scuola non è poi così bassa. Il Ticino, infatti, si posizione all’incirca sopra la metà della classifica intercantonale». Tuttavia, le differenze non mancano. «Prendendo in considerazione solo la formazione degli allievi dai 4 ai 14 anni, vediamo che effettivamente il Ticino è penultimo in classifica». Al contrario, nel secondario, dai 15 ai 18 anni, il nostro cantone si piazza terzo. Insomma, «se la spesa pubblica nel secondario II è a un livello interessante, nella scuola obbligatoria siamo piuttosto bassi; un aspetto questo che andrà senz’altro approfondito per valutarne accuratamente le ragioni e gli eventuali correttivi necessari».