I trent'anni della pista di ghiaccio fra passato, presente e futuro

«La coreografia è stata all’altezza della situazione, grazie ad un abile gioco di luci e a migliaia di accendini, la Resega è rimasta al buio mentre risuonava la marcia trionfale dell’Aida». Con queste parole, trent’anni fa oggi, questo giornale salutava l’inaugurazione della pista di ghiaccio della Resega, nel frattempo rinominata Cornèr Arena, avvenuta di fronte a settemila tifosi. A fare gli onori di casa, in particolare, l’ex sindaco Giorgio Giudici, l’ex presidente dell’Hockey Club Lugano Fabio Gaggini e l’ex vescovo Giuseppe Torti. Da allora, di cose sotto le volte della Resega ne sono successe: l’HCL ha vinto due titoli svizzeri (ma ne ha anche persi quattro), e ha festeggiato il momento sportivo più soddisfacente della sua storia: la vittoria in finale il 5 aprile del 1999 contro l’Ambrì Piotta. E, al di fuori dell’hockey (citiamo però ancora le finali di Eurolega tenutesi a Lugano nel 2003), la struttura ha ospitato negli anni diversi altri eventi, sportivi e non: dalle partite di Champions League di pallavolo nel periodo 2013-2015 a numerosi concerti di importanti artisti italiani e internazionali, passando per spettacoli comici, come quello da tutto esaurito di Checco Zalone nel 2023. Nei prossimi mesi, in vista delle Olimpiadi di Cortina, sarà per una settimana la casa della nazionale femminile canadese, la più forte al mondo, che vi giocherà anche una partita amichevole.
Demolita e ricostruita
Il 1995, sia chiaro, non coincide con la nascita della Resega. Quella risale al 1957 (su consulenza tra l’altro del compianto Geo Mantegazza, che poi diverrà il «presidentissimo» dell’HCL), mentre una prima copertura è del 1977. Nel 1995 si completò una scelta radicale: quella di demolire e ricostruire la pista di ghiaccio, realizzando al contempo la «Reseghina», che ospitò durante i lavori l’HCL grazie a delle tribune provvisorie che i tifosi amavano far «sferragliare» battendoci sopra coi piedi dopo le reti dei propri beniamini. Nacque così l’attuale Cornèr Arena e la sua gestione cittadina: sino a lì era in mano alla famiglia Pedrolini tramite la società Pista di Ghiaccio SA.
Bene lo sport, meno il cibo
«Oggi festeggiamo un luogo emblematico dello sport luganese - afferma il capodicastero Sport di Lugano Roberto Badaracco, da noi raggiunto. - La Cornèr Arena ormai più che un’infrastruttura sportiva è un patrimonio della nostra città, un punto di riferimento e aggregazione per l’intera regione». Oltre all’hockey su ghiaccio - fino a qualche anno fa anche nella sua declinazione al femminile, che ha portato sette titoli svizzeri - la pista ospita il Club Pattinaggio Lugano e il Curling Club Lugano, oltre alle scolaresche e la popolazione, soprattutto alla Reseghina, e si presenta tuttora in buono stato, complici degli importanti lavori compiuto dalla Città, come l’ammodernamento dell’impianto di ventilazione e delle macchine per produrre il ghiaccio. «Dal punto di vista sportivo la Cornèr Arena è tutt’ora una pista di ottimo livello - dice il CEO dell’HC Lugano Marco Werder. - Con l’avvento dell’impianto di Sigirino a gennaio avremo anche la tanto desiderata superficie ghiacciata, che risolverà l’annosa penuria di ghiaccio nel Sottoceneri». Per l’HCL la vera sfida sarà «andare a lavorare sulla struttura per tutto quello che sta attorno all’evento sportivo». A mo’ di esempio, in occasione del recente rinnovo della partnership con Cornèr Banca per il «naming» della pista, Werder aveva rimarcato che a livello gastronomico rispetto alla media svizzera l’HCL stima svantaggi di circa 700.000 franchi l’anno. Vanno per contro benissimo le lounge all’interno della pista, occupate in media al 93%. A tal proposito il club sta lavorando a un possibile nuovo blocco centrale da destinare a spazi amministrativi e tecnico-sportivi, per cui ha ottenuto un diritto di superficie dalla Città. «Con lo sviluppo dei prezzi dell’edilizia sarà una bella sfida - commenta Werder: - dovremo valutare molto bene che investimento siamo chiamati a fare e come generare un ritorno sullo stesso». Uno scadenzario non c’è ancora, «ma stiamo lavorando costantemente per trovare una soluzione», conclude il CEO. Dal punto di vista della Città, invece, il prossimo investimento sarà la realizzazione di nuovi spogliatoi, dato che quelli attuali sono al limite del funzionale per la prima squadra, banalmente per questione di spazi (sono stati pensati per una rosa di 23-25 giocatori, mentre oggi sono 30-32). Più in prospettiva, Badaracco non esclude che comunque si possa realizzare una terza pista sopra alla Reseghina: «Oggi siamo nelle note ristrettezze finanziarie, ma credo che non sia utopia averla entro la fine del 2030». E chissà che in questo senso non possa fare da volano la possibile candidatura privilegiata svizzera per ospitare diffusamente sul territorio le Olimpiadi del 2038 a cui si sta lavorando in questi mesi...
Il corteo e le migliaia di accendini
Dato che i nostri interlocutori quel 23 settembre 1995 non vissero da protagonisti la giornata, per riavvolgere il nastro dei ricordi ci siamo affidati all’avvocato Fabio Gaggini, allora presidente dell’HCL e membro del CdA della Pista di Ghiaccio SA. «La Resega era stata coperta negli anni Settanta con una struttura in legno aperta sui lati - ricorda - ma questa doveva essere radicalmente modificata anche su spinta della Lega di hockey, che imponeva migliorie per renderla più coerente con l’epoca. Il progetto permetteva poi di completare l’offerta di ghiaccio pubblico per la popolazione, le scuole e il pattinaggio artistico». Si decise dunque di ricostruire, affidandosi al compianto architetto Paolo Fumagalli: «Il risultato fu un’opera che ancora oggi è bella a vedersi e dignitosa nelle sue funzionalità. Anche economicamente fu un successo, perché tutta l’operazione costò poco più di 21 milioni di franchi. Si trattava di un investimento che in ogni caso il privato non poteva fare, e fu con lungimiranza che la Città decise di acquistare e rinnovare la pista». Cosa ricorda in particolare Fabio Gaggini della festa d’inaugurazione? «Il corteo con i ragazzi della sezione giovanile partito in via Nassa, l’evento due ore prima della prima partita vinta contro il Losanna con le migliaia di accendini accesi, il vescovo Togni per la prima volta sul ghiaccio. Furono emozioni indimenticabili e adesso fa quasi strano che sia passato così tanto tempo e che la pista sia nel frattempo diventata la più vecchia della Svizzera. Merita di essere aggiornata, ma so che la Città vuole continuare a investirci e sono fiducioso al riguardo».