Sotto la lente

Il binario del cambiamento

Nella Giubiasco del futuro non ci sarà solo il comparto delle Ferriere Cattaneo, che diventerà un polo di sviluppo multifunzionale - Sul sedime ex Linoleum sorgerà un quartiere «sostenibile e attrattivo» - Novità anche per i Molini Riuniti?
Sulla sinistra, in primo piano, le Ferriere Cattaneo. E, verso la stazione, la via Linoleum. © CdT/Archivio
Alan Del Don
23.02.2023 23:00

Non solo il nuovo volto del comparto che si svilupperà a tappe al posto delle Ferriere Cattaneo. A Giubiasco ci sarà di più nell’ambito della riqualifica urbanistica dei grandi comparti industriali attraverso investimenti ad otto zeri. Qualcosa si sta già muovendo nell’area a ridosso della stazione FFS (che presto sarà priva di barriere architettoniche), con dei contenuti artigianali, abitativi, amministrativi e commerciali in linea con il Piano regolatore, la cui variante era stata approvata dall’allora Consiglio comunale del Borgo ed è nel frattempo cresciuta in giudicato. Il sedime ex Linoleum – sottolinea il Municipio cittadino rispondendo ad un’interrogazione di Fabio Briccola (PLR) – è stato acquistato «da un fondo d’investimento d’Oltralpe che è intenzionato a svilupparlo nel senso di un quartiere multifunzionale, sostenibile e attrattivo». Novità potrebbero giungere a breve anche per il futuro dello stabile ex Molini Ticinesi Riuniti, stando a quanto ci risulta.

Dalla forgia alla sala congressi

«Le zone industriali e artigianali a stretto contatto con l’abitato generano situazioni non sempre di qualità dal punto di vista urbanistico, paesaggistico e dell’armonia tra le diverse funzioni. Nello scenario di un quartiere contraddistinto da un’elevata qualità residenziale è necessaria una rigenerazione di queste aree». Nel Programma d’azione comunale che preconizza la capitale del 2040, l’Esecutivo ha messo nero su bianco il destino di quello che sarà uno dei cinque poli di sviluppo multifunzionali.

Quello previsto alle Ferriere è un progetto che segnerà un profondo cambiamento nel Borgo. Centinaia di posti di lavoro, pure nel campo delle cure mediche ed infermieristiche sfruttando la «vicinanza» con il nascituro ospedale regionale alla Saleggina. Una riconversione da 100-200 milioni di franchi per la superficie di 46.000 metri quadrati occupata dagli anni Trenta del secolo scorso dalla storica azienda. E tutto ciò entro tre lustri e secondo il concetto urbanistico elaborato dallo studio Durisch+Nolli Architetti di Massagno. La prima zona sarà a carattere artigianale e commerciale nonché con spazi multiuso e per eventi importanti (il sogno è la realizzazione di una «Kongresshaus» al posto della forgia e del maglio), mentre la seconda accoglierà prevalentemente appartamenti ed uffici.

Artigiani e piccoli commerci

Altrettanta curiosità ruota attorno alle prospettive di rinascita del sedime ex Linoleum. Rifacendosi alle ultime informazioni in suo possesso (risalenti ad un anno fa), il Municipio spiega ora che a ridargli lustro dovrebbe pensarci un fondo d’investimento confederato. I contenuti artigianali e destinati ai piccoli commerci non spariranno, ma se ne aggiungeranno altri. «La nuova proprietà ha trovato con gli attuali inquilini (in primis artigiani, appunto; n.d.r.) delle soluzioni che permettano in particolare la loro permanenza sino a quando non sarà necessario procedere con i lavori di costruzione», si puntualizza nella risposta all’interrogazione di Fabio Briccola. Una tempistica chiara, al momento, ovviamente non c’è. Idem per quanto riguarda lo stabile ex Molini. A questo proposito l’Esecutivo osserva che a fine dicembre 2018 era stata rilasciata «una decisione su una domanda preliminare informativa per la riqualifica del comparto, a cui non è per ora seguita alcuna domanda di costruzione definitiva». Stando a quanto ci risulta nei prossimi mesi la situazione potrebbe sbloccarsi. Per ora, anche in questo caso, difficile saperne di più.

Una nuova passerella?

Riordino fa rima (pure) con mobilità. In questo senso la Città non intende investire nel risanamento del sovrappasso tra le vie Ferriere e della Rongia di proprietà delle Ferrovie e del Comune. E questo perché i costi previsti sono elevati (1,5 milioni, di cui oltre 800.000 a carico di Bellinzona) mentre l’utilizzo è molto scarso. È così emersa la possibilità di realizzare una passerella ciclopedonale (accessibile anche alle persone con disabilità) che collegherebbe l’area alla stazione FFS, come auspicato dall’associazione Inclusione andicap Ticino. Che, sperando proprio in quest’opera, ha ritirato l’opposizione che aveva inoltrato nell’ambito del progetto di risanamento dell’accesso ai binari.

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