Il Borgo stimola il turismo investendo su arte e cultura

Un Borgo fatto di molti luoghi di cultura diversi ma complementari, sinergici e attrattivi. È così che il Municipio vede la Biasca del prossimo futuro. Una visione, se realizzata, che darebbe anche una grande spinta al settore turistico, stimolando così la creazione di nuove strutture ricettive e posti di lavoro. Non solo per Biasca ma per tutta la regione delle Tre Valli. L’Esecutivo ci crede con un progetto ambizioso che si è già messo in moto il mese scorso con l’inaugurazione dell’Auditorium all’interno, non a caso, del comparto di Casa Cavalier Pellanda. Un primo passo che ne porterà altri fino ad ottenere una sorta di Borgo dell’arte nel senso ampio del termine. «Nel futuro di Biasca vediamo un museo in grado di ospitare opere di importante fattura, un centro di competenze legato all’arte e agli archivi e molto altro. Ci crediamo molto ma sappiamo anche che non sarà facile», spiega il vicesindaco e capo dicastero Cultura e scuole Roberto Cefis.
«Ospitare opere importanti»
Qualsiasi viaggio però va fatto un passo alla volta. «La prossima tappa – spiega Cefis – riguarda l’ammodernamento degli interni di Casa Cavalier Pellanda e la creazione di sinergie con il nuovo Auditorium». Secondo il Municipale l’edificio risalente al 1500 necessita infatti di adeguamenti. «Oggi le esposizioni di opere d’arte importanti non sono possibili. Non c’è una climatizzazione e nemmeno un riscaldamento adeguato. Ma soprattutto non c’è un sistema d’allarme». Sono tutti interventi previsti da un investimento di 2,7 milioni. Inizio lavori intorno a marzo 2023. Parliamo di una struttura antica che fa parte del patrimonio nazionale, quindi bisognerà agire con una certa delicatezza. «Con le dovute precauzioni, i lavori dovrebbero durare tra i 6 e i 12 mesi». C’è poi la questione di accessibilità al secondo piano per persone con difficoltà motorie. «Intervenire diventa complicato perché si tratta di un bene culturale nazionale. Il nuovo Auditorium, provvisto di ascensore, sarà invece un luogo di incontro per tutti durante le inaugurazioni e i diversi eventi. Il Municipio però resta aperto nel trovare soluzioni anche per l’edificio principale, ci stiamo lavorando ma dagli Uffici dei beni culturali dicono che un intervento del genere risulta complicato».
Un centro di competenze
Come si svilupperà poi il comparto culturale? La visione dell’Esecutivo di una Biasca volta all’arte non si ferma al museo, ma passa anche dall’arsenale. «Stiamo procedendo con il progetto per la creazione di un centro di competenze dell’arte e degli archivi, con delle realtà internazionali interessate, ma non solo, che diventerà un deposito di opere d’arte». Ci sarà spazio anche per la conservazione ed il restauro, la consulenza e i servizi museali, la didattica e la formazione, infine la digitalizzazione (intesa come trasposizione delle opere in digitale). «Tutto questo rientra nel progetto di ampio respiro che include pure la gestione del lascito degli artisti ai Comuni», continua Cefis.
Sinergie tra diverse strutture
Un po’ alla volta (questo è il piano) il Comune favorirà la creazione di sinergie tra le sue diverse strutture e i proprietari delle opere. «Siamo in contatto sia con il Cantone sia con realtà private anche internazionali, la nostra volontà è riuscire a implementare questo progetto che porterà diversi posti di lavoro diretti e indiretti, a partire da chi dovrà coordinare e gestire le attività e gli eventi delle strutture. L’intenzione è quella di assumere una persona che faccia da coordinatore culturale a 360 gradi, in maniera tale da poter gestire l’attività del Borgo oltre che un calendario unico in cui tutte le realtà e le associazioni possano gestire le date degli eventi proposti in maniera tale da non accavallarsi».
«Favorire i pernottamenti»
Il piano darà valore a tutto il territorio, «in particolare, in collaborazione con il Patriziato, cercheremo di valorizzare la zona pedemontana». In questo caso cultura fa rima con turismo. Si spiana quindi la strada a nuove strutture ricettive, in modo tale che chi è interessato a visitare le mostre si fermerà alloggiando sperando che visiti anche la regione. «Siamo alle porte di due valli, questa strategia interessa tutte le Tre Valli con la creazione di posti di lavoro».