Muralto

Il Cantone non sente ragioni: «Transito bus in viale Cattori»

Nell'affollata serata pubblica con i funzionari del Dipartimento del territorio illustrata nei dettagli la variante pianificatoria del nodo intermodale – Gli oppositori: «Con i mezzi pubblici si penalizzano i commerci e si deturpa il lungolago»
© CdT/Chiara Zocchetti
Mauro Giacometti
25.01.2024 06:00

Bus a gasolio, ibridi e in un futuro non tanto lontano elettrici transiteranno su viale Cattori per raggiungere, fermarsi e ripartire dal nuovo terminal della stazione FFS di Muralto. È quanto ribadito ieri sera dai funzionari del Dipartimento del territorio nel momento informativo, organizzato dal Municipio, in un’affollatissima sala congressi, sulla variante di riordino del nodo intermodale, dunque sul tracciato e la pensilina di stazionamento dei bus per l’interscambio trasporti pubblici - privati della stazione FFS. «Le soluzioni miracolose non esistono. Questa è la soluzione che convince di più il team di tecnici ed esperti che ci ha lavorato da anni e che può essere realizzata nei tempi necessari per non perdere 5,4 milioni di contributi federali», ha detto Martino Colombo, che insieme a Fabiano Martini ha presentato nel dettaglio - e per la prima volta - i contenuti della variante relativa alla futura mobilità del comparto stazione FFS.

Partendo da alcuni dati: già entro il 2030, ma anche prima, il traffico passeggeri supererà i 22.000 utenti al giorno, tra treni e bus. A questi movimenti di passeggeri, incrementato dall’apertura della galleria di base del Ceneri, che ha proiettato Locarno verso il futuro del trasporto ferroviario «concorrenziale» e capillare, si aggiunge il traffico veicolare privato, in un’arteria fondamentale come viale Stazione e viale Cattori e circa 6.000 pedoni che raggiungono o attraversano il comparto o frequentano i negozi in zona. «La situazione attuale è già al limite e non adeguata ad uno scalo importante come quello di Locarno-Muralto - ha evidenziato Colombo - in particolare per la movimentazione dei bus, sulle attuali fermate, lungo e lateralmente viale Stazione, verso il park&ride. Mezzi pubblici che in alcuni casi sono costretti a manovre di conversione ad U alquanto pericolose. In più anche davanti alla stazione c’è un generale disordine tra pedoni, automobili, ciclisti e via vai dai parcheggi. L’obiettivo - ha precisato Colombo illustrando alcune slide - è quello di creare un terminal bus che sia effettivamente tale, si integri con il comparto, procedendo anche alla creazione di una zona d’incontro che rappresenterà un moderno e accogliente biglietto da visita per chi frequenterà la stazione», ha detto.

Gli interventi

Tre gli interventi fondamentali: la realizzazione del terminal con cinque corsie per sosta o assestamento dei bus parallelo alla stazione, dove attualmente ci sono chiosco e negozio Avec, che saranno demoliti; due nuovi semafori, uno all’altezza del terminal e l’altro del Centro Pax che regoleranno l’uscita dei bus su viale Stazione, il traffico di transito e quello pedonale; la realizzazione di una zona d’incontro, prevalentemente pedonale davanti alla stazione, anche se ci sarà il passaggio dei bus e delle auto provenienti da via Scazziga. «Il flusso del traffico, ha comunque evidenziato Fabiano Martini, con questa variante sarà più controllato e ordinato». La viabilità sulla bretella in ciottolato rossastro che collega la stazione al lungolago passerà dagli attuali 3.000 veicoli giornalieri a circa 1.000 che si aggiungeranno ai 250 bus che circoleranno unicamente in salita su viale Cattori. Proprio questa colonna di bus (uno ogni tre minuti, è stato calcolato) e la parziale chiusura al traffico veicolare di viale Cattori ha destato le perplessità della platea. D’altra parte a Muralto in meno di due mesi si sono raccolte oltre 4.000 firme per salvare viale Cattori dalla prospettata invasione dei bus. «Una zona d’incontro con il transito di 250 bus al giorno. Mi sembra un’assurdità. E i negozi che s’affacciano su viale Cattori con quali clienti lavoreranno, con gli autisti dei bus», ha detto ad esempio Gian Luigi Varini, uno dei promotori della raccolta firme. «Al di là degli aspetti tecnici di viabilità e flussi del traffico, che non contesto, il difetto di questa variante è la totale perdita del lungolago», ha detto l’architetto Marco Pelosi, anch’egli contrario ad un viale Cattori riservato quasi esclusivamente ai bus. «C’è una seconda opzione, quella della variante 1A, che mantiene il flusso dei bus su viale Stazione: perché non approfondire meglio questa soluzione?». 

La bocciatura

«Ricordo che il credito per l’approfondimento di questa variante è stato bocciato dal Consiglio comunale - ha risposto il capodicastero Opere pubbliche e pianificazione Renato Canziani -. È dal 2008 che sento parlare di nodo intermodale e non c’è più tempo da perdere: questa è la soluzione migliore», ha tagliato corto.