Il fenomeno

Il «car pooling della spesa»: così gli svizzeri aggirano la franchigia dimezzata

Nonostante il limite sia passato da 300 a 150 franchi, i turisti della spesa aggirano facilmente la nuova norma: i supermercati invitano gli svizzeri a viaggiare in più persone sulla stessa auto
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Michele Montanari
08.05.2025 10:40

Come recita il vecchio adagio: fatta la legge, trovato l’inganno. Nonostante il Consiglio federale abbia inasprito le restrizioni per gli acquisti all’estero, gli svizzeri hanno trovato il modo di aggirare la riduzione della franchigia per gli acquisti, passata da 300 a 150 franchi dallo scorso primo gennaio. Di fatto, da quest’anno, chi effettua acquisti all'estero deve pagare l'IVA svizzera per beni il cui valore complessivo supera 150 franchi. Inutile dire che il tema è molto sentito anche in Ticino, tanto che l’uscita del CEO del Gruppo Migros Mario Irminger, che lo scorso gennaio aveva proposto una riduzione della franchigia a 50 franchi, aveva suscitato un bel polverone.

Il giro di vite sulla spesa oltreconfine era stato chiesto dal Parlamento, che nel 2021 aveva accolto una mozione della Commissione delle finanze del Nazionale per migliorare l’equità fiscale nel flusso di merci sul confine (riducendo la franchigia) e al tempo stesso aveva dato seguito a due iniziative dei Cantoni di frontiera di Turgovia e San Gallo per abolire del tutto il limite di esenzione dall’IVA. Il dimezzamento della franchigia era stato messo in consultazione per alcuni mesi fra il 2023 e il 2024, raccogliendo il consenso della maggioranza dei Cantoni, degli ambienti economici e di diversi partiti.  

L'obiettivo di Berna era quello di porre fine al turismo degli acquisti, che ogni anno fa perdere miliardi al commercio al dettaglio elvetico. Le cose non stanno andando però come sperato. Primo, perché Paesi come l'Italia e la Germania hanno abbassato le rispettive soglie per richiedere il rimborso dell'IVA: 70 euro per quella italiana, mentre il limite di 50 per quella tedesca verrà addirittura abolito al più tardi nel 2026.

Secondo, perché aggirare la nuova norma è semplicissimo: basta recarsi oltreconfine in compagnia di parenti o amici. In questo modo la franchigia «si moltiplica» istantaneamente (se si è in due torna subito a 300 franchi), in quanto il limite doganale viene applicato a persona, e questo significa che contano pure i bambini.

Dopo la già citata dichiarazione del CEO di Migros, molti ticinesi avevano criticato la sua uscita «infelice» su un ulteriore abbassamento della franchigia: «Ci sono persone che fanno la spesa oltreconfine non per “sfizio”, ma perché i prezzi in Svizzera sono spesso insostenibili. La carne, il pesce e persino alcuni beni di prima necessità costano il doppio o il triplo rispetto a quanto si trova nei Paesi vicini. Forse sarebbe il caso di affrontare il problema dei prezzi elevati qui in Svizzera, invece di penalizzare ulteriormente i consumatori», aveva commentato un lettore ribattendo a Irminger. Insomma, non c'è nessun motivo di sentirsi in colpa quando vanno fatti i conti alla fine del mese.

Alcuni funzionari doganali citati dal Blick, hanno sottolineato come ora le auto che varcano la frontiera tra Svizzera e Germania siano semplicemente occupate da più persone, mentre la NZZ, intervistando alcuni turisti dello shopping, ha scoperto che c’è chi lo fa per necessità – la difficoltà di pagare tutte le bollette alla fine del mese – e chi per protesta, perché i prezzi in Svizzera sono troppo elevati.

Nonostante vi siano molti prodotti più convenienti in Svizzera, come ad esempio gli smartphone, in nessun altro Paese europeo la vita è così cara. Gli svizzeri sono di gran lunga i cittadini che pagano i prezzi più alti per molti beni e servizi. Secondo l'Ufficio statistico dell'Unione europea Eurostat, il livello dei prezzi nella Confederazione è superiore del 74% rispetto alla media dell'UE. Nemmeno l'Islanda è così costosa, nonostante dipenda quasi esclusivamente dalle importazioni. Molti elvetici, di fatto, vedono il dimezzamento della franchigia come la semplice cura di un sintomo, non della malattia. Insomma, per evitare il turismo dello shopping, bisognerebbe in primis lavorare sui prezzi svizzeri, non sul viaggio all’estero.

La NZZ cita l’esempio di un turista dello shopping del canton Argovia, il quale riesce a risparmiare oltre 400 franchi all’anno comprando in Germania. Il paradosso dei paradossi? Le caramelle balsamiche Ricola, praticamente un must rossocrociato, costano meno oltre confine. E alcuni supermercati tedeschi, come Edeka, utilizzano il cosiddetto car pooling della spesa come strategia di marketing. Su un cartello pubblicitario appeso all’esterno di un negozio si può leggere: «Acquistate insieme, risparmiate insieme». Il poster raffigura un’auto decappottabile con a bordo una famiglia sorridente composta da quattro persone. Sulla targa c'è scritto: «600 franchi di franchigia». Insomma, i supermercati appena oltre confine fanno di tutto per tenersi stretti i loro clienti svizzeri. E chi l’avrebbe mai immaginato?

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