Il caso Wicht approda in aula penale

È agendato per il prossimo 29 ottobre di fronte a una Corte delle assise criminali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta (a latere Emilie Mordasini e Luca Zorzi) quella che potremmo definire la seconda puntata delle vicende giudiziarie di Paolo Clemente Wicht, fiduciario ed ex presidente dell’UDC Ticino. La prima si era chiusa nel 2021 con un decreto d’accusa e una condanna a sei mesi sospesi per reati relativi alla gestione di alcune società, nonché con un decreto d’abbandono per l’accusa di aver sottratto sette milioni di franchi all’ex moglie. E sarà proprio quest’ultimo filone di cui si parlerà presto in aula, in quanto l’ex moglie, patrocinata dall’avvocato Filippo Ferrari, ha contestato con successo quel decreto d’abbandono firmato dal procuratore pubblico Daniele Galliano davanti alla Corte dei reclami penali e ora il procuratore pubblico ha promosso l’accusa nei confronti del fiduciario, difeso dall’avvocato Elio Brunetti.
Corposa la serie di reati a lui imputati, che sarebbero stati commessi tra il 2008 e il 2017: truffa ripetuta e in parte tentata, falsità in documenti, appropriazione indebita ripetuta, amministrazione infedele aggravata, acquisizione illecita di dati e minaccia ripetuta. Il procuratore Galliano prospetta una pena contenuta fra i due e i cinque anni. È la prima volta che la vicenda verrà giudicata da una Corte: nella puntata precedente - trattandosi di decreti d’accusa e abbandono - non era stato necessario ricorrere a un Tribunale.