Il Cavea rianima le cave di Arzo: «Legati da sempre a questi spazi»

Manca sempre meno al Cavea Festival 2025 che si terrà tra il 29 e il 31 agosto. Quella di quest’anno sarà un’edizione speciale per tanti motivi. Il primo è probabilmente che l’evento è il primo dell’anno (e sarà l’unico di una certa importanza) che sarà accolto nella cornice delle cave di Arzo. Ne parliamo con il presidente dell’associazione Cavea Matteo Martelli.
Quali sono i vostri sentimenti alla vigilia della manifestazione, è più l’entusiasmo o il senso di responsabilità?
«Parlerei di un entusiasmo responsabile. C’è da una parte la curiosità di scoprire come reagirà il pubblico alla nuova formula del Cavea Festival: non più solo concerti serali, ma anche un’offerta domenicale per le famiglie con giochi, atelier creativi, brunch, spettacoli ed escursioni guidate. Nelle intenzioni – e in tempi non sospetti, cioè prima del ricorso contro gli eventi alle cave presentato al Consiglio di Stato – c’era già la volontà di aprire il festival a tutte le fasce di popolazione, diversificandone i contenuti e garantendo la gratuità del sabato e della domenica. In questo senso, crediamo che come unico grande evento previsto per il 2025 alle cave si sia fatto un passo nella giusta direzione».
Voi perché avete scelto le cave come location?
«L’evento nasce nel 2018 in concomitanza con i lavori di recupero delle cave voluti dal Patriziato di Arzo. Siamo tutti cresciuti in questa regione, e quell’occasione ci ha permesso di mettere in luce un gioiello del nostro territorio destinato da quel momento all’organizzazione di eventi. La forza del festival sta proprio nel fascino dell’esperienza. Con questa edizione abbiamo voluto mettere l’accento sul patrimonio storico e naturalistico delle cave, coinvolgendo il Museo dei Fossili di Meride, che domenica offrirà al pubblico delle visite guidate. Siamo legati a questi spazi anche dal nome: la “càvea” è infatti la gradinata degli antichi anfiteatri greci e romani, che ricorda quella dell’anfiteatro naturale delle cave».
Il Cavea Festival di quest’anno sarà speciale anche perché torna dopo una pausa di tre anni. Perché questo stop e perché questo ritorno?
«È stata l’onda lunga della pandemia. La nostra attività associativa nasce poco prima dello stop forzato legato al Covid. Due sole edizioni non ci hanno permesso di accantonare sufficienti risorse. Dopo la terza edizione nel 2022 abbiamo purtroppo dovuto affrontare dei problemi finanziari. Ci siamo quindi dedicati a eventi collaterali di raccolta fondi: l’attività dell’associazione in realtà non si è mai fermata. Ora i tempi sono maturi per un ritorno alle cave di Arzo con una maggior solidità finanziaria».

Gli eventi musicali ticinesi ad aver gettato la spugna negli ultimi anni sono diversi, voi invece avete, forse controcorrente, deciso di tornare. Quali sono le difficoltà maggiori? A mancare è anche il pubblico?
«Le difficoltà credo siano principalmente di natura economica. I costi organizzativi aumentano, mentre le campagne di raccolta sponsor non sempre danno gli esiti sperati. Il problema si presenta quando non si è sufficientemente grandi da attirare sostenitori nazionali o esteri, ma nemmeno così piccoli da potersela cavare con budget contenuti. Questo, sommato alla concorrenza di pubblico fra eventi concomitanti o al maltempo, può avere effetti nefasti. A tal proposito, quest’anno abbiamo deciso di investire in ampi spazi coperti per garantire un’affluenza anche in caso di pioggia, mentre l’area concerti sarà più intima e raccolta rispetto al passato. La decisione di tornare la dobbiamo invece a un comitato in parte rinnovato che crede molto nel festival e a un importante numero di volontari che ringrazio pubblicamente».
La formula sarà in buona parte nuova e diversificata. Sul palco non mancheranno nomi importanti. Può riassumercela e svelarci qualche chicca?
«Il momento clou dell’evento sarà il concerto di sabato sera del Mago del Gelato, band milanese funk-jazz e afrobeat in rapida ascesa. Ho visto un loro live al Mi Ami Festival a Milano: un’esperienza travolgente e movimentata. Venerdì sera ci apriremo anche alla musica classica, con il duo di pianoforti Lupi-Paganini (ticket su cavaviva.ch), una serata a cura dell’associazione Cavaviva. Ci piace l’idea di contaminare generi e pubblici, per abbattere i muri del pregiudizio. Infine, fra le novità da non perdere, un ricco brunch domenicale su prenotazione e un momento dedicato al teatro: alle 15 di domenica ci sarà lo spettacolo “Iros Anghelos”, una produzione Teatro Zigoia. Una nave in partenza alla ricerca del vello d’oro: speriamo sia un buon auspicio per le rotte future del Cavea Festival!».