Viabilità

Il Ceneri è proprio «vecchio»: restyling con pochi disagi per gli automobilisti

Inizierà nell’estate 2021 il risanamento da 22 milioni di franchi della strada cantonale fra Cadenazzo e Rivera: gli interventi dureranno tre anni - Il Gran Consiglio si esprimerà lunedì prossimo - Il traffico, sia automobilistico sia lento, subirà inconvenienti limitati
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
13.10.2020 06:00

Interventi non solo necessari, ma fondamentali. Perché la vetustà è lì, sotto gli occhi di tutti. E così non si può andare avanti. La strada cantonale del Monte Ceneri dall’estate 2021, per tre anni, si sottoporrà ad un importante risanamento per un investimento pari a 22 milioni di franchi. Il sì del Gran Consiglio – che si esprimerà lunedì prossimo, 19 ottobre – è praticamente scontato. Come lo è stato il preavviso, favorevole, della Commissione Gestione e finanze (relatore Bixio Caprara, PLR) che ha posto l’attenzione sul «continuo degrado» del collegamento di 6,6 chilometri fra Rivera e Cadenazzo: urge un «intervento risolutore e definitivo». Da notare che gli ultimi 400 metri, quelli verso Rivera, verranno migliorati dall’Ufficio federale delle strade dal 2025.

Ruggine, fessure e buche

«La pavimentazione in calcestruzzo della strada del Monte Ceneri è stata realizzata negli anni ’60 e, dopo circa 60 anni, mostra i segni evidenti dell’usura. Per garantire l’efficienza e la sicurezza di questa ancora importante arteria stradale, segnatamente quale alternativa in caso di chiusura dell’autostrada, è necessario procedere alle opere di risanamento». Più categorico di così il Governo non poteva essere. Ad eccezione del rifacimento dei cordoli, dei muri di sostegno e del rinnovo delle barriere, portato a termine fra il 2013 ed il 2014, non si è mai davvero messo mano all’arteria. Che fino all’apertura dell’A2 è stato l’unico collegamento fra il nord ed il sud del Cantone, tant’è che in seguito il numero di transiti giornalieri è diminuito di quasi il 60%. Nonostante il calo di vetture e mezzi pesanti non si possono non notare le «macchie di ruggine, fessure, buche, rotture di bordi, assenza di masticatura nei giunti, rappezzi mal eseguiti e movimenti verticali delle lastre», che sono «alcuni esempi di difetti che è stato possibile osservare e catalogare», scrive il Consiglio di Stato. Ergo: le opere di conservazione e pavimentazione sono di «indubbia necessità», rincara la dose la Gestione. In particolare sono quattro gli accorgimenti principali.

Quattro aspetti sotto la lente

Vediamoli. Il primo riguarda la pavimentazione stradale di cui abbiamo appena detto. «La scelta operativa attuata, che è previsto di adottare anche per la strada in beton del Lucomagno, è quella di un risanamento globale dell’infrastruttura a partire dalla sostituzione della pavimentazione con un concetto sperimentato gli anni scorsi sul Piano di Magadino (consolidamento delle lastre in beton e rivestimento con miscela bituminosa) e che ha dato dei buoni risultati, fino alla sostituzione dei cordoli e delle barriere di sicurezza, nonché all’eventuale rinnovo del sistema di evacuazione delle acque». Secondariamente si tratterà di pulire le canalizzazioni, in quanto vi sono tratte «parzialmente o totalmente ostruite con cedimenti o danni». In terzo luogo ci si è resi conto della pericolosità in due dei quattro tornanti durante il periodo invernale. I motivi sono presto spiegati, che poi si riducono ad uno solo: il gelo. A causa dell’assenza di sole, delle basse temperature nelle ore notturne e della neve accumulata ai bordi della strada che quando si scioglie provoca il ghiaccio. Infine, quarto punto, si procederà al restyling del semiponte alla Volta nuova e del ponte sulla linea ferroviaria alla luce delle infiltrazioni d’acqua.

Il semaforo nei primi tornanti

La domanda che buona parte dei lettori si staranno facendo, però, è sicuramente la seguente: cosa cambierà per gli automobilisti? «Come per ogni cantiere stradale sarà inevitabile qualche inconveniente a livello di fluidità del traffico che l’organizzazione degli interventi ha permesso di limitare al meglio», precisa la Gestione. La risposta più dettagliata la fornisce il Governo nel messaggio che verrà discusso dal Gran Consiglio fra meno di una settimana. Bisogna fare una distinzione fra due tratte. Nella prima, che equivale praticamente al 95% del tracciato, la larghezza della carreggiata è sufficiente «a garantire in ogni momento la circolazione del traffico nelle due direzioni (una corsia per direzione». Si procederà invece a senso alternato nei primi due tornanti; il traffico verrà gestito attraverso un impianto semaforico. In entrambi i casi la lunghezza del cantiere sarà irrisoria, al massimo 250 metri, e la velocità limitata a 50 chilometri orari. Il Consiglio di Stato rileva inoltre che «in caso di chiusura dell’autostrada A2 la segnaletica di cantiere dovrà poter essere rimossa in massimo 2-4 ore in quanto il traffico sarà deviato sulla via Monte Ceneri che dovrà essere agibile senza impedimenti».

I ciclisti restano in sella

Nel loro rapporto i commissari si chinano, infine, sulla gestione del traffico lento. Ovvero sui ciclisti. Le soluzioni sono in costante affinamento da parte dei preposti uffici cantonali. In special modo nel secondo tratto sarà ammesso il transito degli appassionati del pedale, in direzione Rivera, «anche in caso di semaforo rosso per la direzione in salita». Per il resto, grazie alle due corsie e alla linea mediana tratteggiata, gli automobilisti potranno sorpassare i ciclisti. Non è per contro possibile «prevedere il mantenimento di una corsia ciclabile anche in fase di cantiere poiché ciò comporterebbe il ricorso a più fasi di lavoro. Questo allungherebbe il programma lavori e richiederebbe una fase di lavoro supplementare con cantiere al centro e corsie veicolari e ciclabili ai due lati».