Casse malati

Il Centro saluta gli altri partiti e scende dal controprogetto PLR

Il partito correrà da solo in aula con un rapporto, mentre sul vascello liberale radicale rimangono Lega e UDC - Quadranti sorpreso dall’improvviso riposizionamento – Dadò: «Il Cantone spenderebbe troppo» – E sui sussidi spunta una mozione democentrista
Giona Carcano
Luca Faranda
28.05.2025 06:00

Contrordine: nello spazio di una settimana, ciò che sembrava oramai cristallizzato si è squagliato come una confezione di gelato dimenticata nella borsa della spesa. Stiamo parlando del controprogetto proposto dal PLR all’iniziativa leghista sulla deducibilità fiscale dei premi di cassa malati. Se, fino a sette giorni fa, liberali radicali e Centro avevano trovato un punto d’incontro sul testo e sembravano intenzionati a correre assieme in Parlamento, oggi ci tocca raccontare un’altra storia. Una storia che comincia con l’improvvisa «fuga» del Centro dal controprogetto, ora sostenuto «solo» da tre partiti: PLR, Lega (con riserva) e UDC. Insomma, questa mattina, al momento della firma in Commissione Gestione e finanze, mancavano quelle dei deputati del partito guidato da Fiorenzo Dadò. Perché? «Il controprogetto del PLR ricalca sostanzialmente l’iniziativa della Lega, e dunque farà spendere al Cantone circa 100 milioni di franchi», spiega proprio il presidente centrista. Insomma, nonostante gli accorgimenti presi per rendere più «digeribile» il progetto dalle casse cantonali grazie a un sistema progressivo, per il Centro la spesa sarebbe comunque insostenibile. «A suo tempo, noi avevamo già presentato un controprogetto che prevede una spesa minore. Andrà ad aiutare chi davvero ne ha bisogno, mentre per Cantoni e Comuni le uscite saranno minori», sottolinea Dadò.

A questo punto, sull’intricato tema delle casse malati il Centro correrà da solo, «riesumando» davanti al Gran Consiglio il precedente controprogetto all’iniziativa leghista i cui contenuti farebbero spendere al Cantone circa 50 milioni di franchi, e non 100 come indicato sia nella proposta leghista, sia in quella liberale radicale. I rapporti di forza sul tema delle casse malati sembrano però a sfavore dei centristi: in aula arriveranno infatti le iniziative di PS e Lega, così come il controprogetto del PLR che incontra i favori della destra. «Io le battaglie le faccio: se sono convinto, vado fino in fondo. Se poi si riesce a farle passare in Parlamento bene, altrimenti pazienza», taglia corto Dadò.

Il PLR ha dunque perso un alleato di peso, ma come noto cammin facendo ne ha guadagnati due: Lega e UDC, che vedono di buon occhio il controprogetto. A differenza dei democentristi, però, i deputati di via Monte Boglia hanno firmato con riserva. Anche qui: perché? «Vogliamo che i cittadini possano dedurre i premi di cassa malati dalle imposte, ora non possono farlo integralmente perché purtroppo i premi sono più alti del limite di imposizione», chiarisce il capogruppo Boris Bignasca. «Con la nostra iniziativa, ma anche con il controprogetto PLR, si potrà finalmente farlo: questo è il nostro obiettivo ed entrambe le proposte lo raggiungono». Lo scopo, prosegue il capogruppo, «non è mettersi delle medaglie sul petto, ma ottenere la deducibilità dei premi per i cittadini». La Lega, dunque, porterà avanti sia la propria iniziativa, sia – di sponda – il controprogetto. Come detto, sul «vascello» del PLR ci sarà anche l’UDC. I democentristi hanno però aggiunto un elemento di novità al già ricco pacchetto sulle casse malati, presentando una mozione per la revisione totale del sistema dei sussidi (RIPAM). In sostanza, i primi firmatari Roberta Soldati e Tiziano Galeazzi chiedono che alla luce delle iniziative e del controprogetto, si metta parallelamente mano al meccanismo degli aiuti. Questo perché, evidenzia la mozione, i parametri per stabilire la concessione o meno del sussidio sono diversi rispetto ai quelli sulla deducibilità fiscale. Per cui è impossibile stabilire se all’aumento della deducibilità fiscale corrisponderà effettivamente una diminuzione dei sussidi. Detto altrimenti: si entra in un campo inesplorato, e va fatta chiarezza. Di qui, l’occasione di rivedere la RIPAM, evidentemente al ribasso, «concedendo al Consiglio di Stato, e in particolare al DSS, il tempo necessario di dare mandato a professionisti privati di proporre entro un anno un progetto di revisione totale», sottolinea Soldati al CdT.

Orizzonte settembre

Salvo sorprese (che su questo tema, come abbiamo visto, non sembrano mancare mai), nella sessione parlamentare di giugno il plenum si esprimerà sulle iniziative di PS e Lega e sui controprogetti di PLR e Centro. A riassumere il nuovo scenario è Matteo Quadranti (PLR), relatore del testo con Soldati. «Per una volta, non è la loro soluzione che toglie il coniglio dal cilindro», spiega il deputato a proposito del riposizionamento del Centro. «L’altra motivazione potrebbe essere legata alle serie di iniziative del partito per combattere la denatalità, che se accolte costerebbero oltre 200 milioni di franchi allo Stato. Forse si sono accorti che diventa un po’ difficile far passare quelle e al contempo andare verso deduzioni di gettito. Immagino che per il Centro sia una questione di opportunità interna al partito». Cambi di visione che però non modificano la sostanza: alle urne, infatti, dovrebbero arrivare le due iniziative osteggiate dal Governo e forse un controprogetto. E tutto questo probabilmente già a settembre, a pochi giorni dalle comunicazioni sui premi 2026.

Crescono i costi, e i premi saliranno anche nel 2026

Un aumento, ma più contento: anche il prossimo anno i premi malattia saranno più cari, ma l’incremento dovrebbe essere meno marcato rispetto a quello annunciato lo scorso anno per il 2025, quando era del 6%. Lo ha annunciato ieri in conferenza stampa a Berna il vicedirettore dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Thomas Christen. Giovedì scorso, il portale di comparazione Comparis aveva previsto per il 2026 un aumento medio del 4% per i premi dell’assicurazione malattia di base (LAMal). Secondo il servizio di confronti online l’incremento è in linea con la progressione dei costi sanitari. Christen, direttore supplente dell’UFSP, ha anche illustro alcuni dei motivi di questo rallentamento: uno di questi è che le riserve delle casse malati, lo scorso anno, non si sono ulteriormente ridotte. Rimarranno però forti differenze tra cantoni e tra singole assicurazioni. Intanto, i costi sanitari continuano a salire: +4,7% nel 2024 e +4,9% solo nel primo trimestre del 2025. «L’evoluzione attuale preoccupa», ha detto Christen. E non si vede all’orizzonte alcuna inversione di tendenza. È opportuno ricordare che si tratta solo di una stima basata sui primi dati. Ma gli elementi in mano all’UFSP non lasciano spazio a dubbi. Le autorità federali, a differenza di Comparis che stima un aumento del premio medio del 4%, non vuole però fornire delle possibile percentuali. «È troppo presto per fare una proiezione dell’ammontare dei premi per il 2026. Come annunciato, siamo a conoscenza dei costi per i primi tre mesi del 2025», ci spiega una portavoce dell’UFSP. I premi del 2026, come noto, saranno presentati alla fine di settembre dalla «ministra» della Sanità Elisabeth Baume-Schneider. La consigliera federale, già lo scorso mese di settembre aveva avvertito che anche per il 2026 ci sarebbe stato un ulteriore aumento dei premi.  Per il Ticino - dopo tre anni con incrementi attorno al 10% - c’è da attendersi un’ulteriore stangata? «Come nel caso della Svizzera, è troppo presto per fare una stima cantonale dell’andamento dei costi e quindi dei premi nel 2026», sottolinea la portavoce dell’UFSP, ricordando però che «se in un Cantone i premi previsti nel 2025 non coprono i costi previsti nel 2025, nel 2026 ci sarà una domanda di premi arretrati. Di conseguenza, nel Cantone in questione si prevede un aumento dei premi maggiore nel 2026». In Ticino, dunque, in media i premi potrebbero aumentare più che nel resto della Svizzera: «Secondo il Monitoraggio dell’andamento dei costi dell’assicurazione malattia, i costi nel Canton Ticino continuano a crescere a un tasso superiore alla media (al 31 marzo 2025: 5,8%)», precisa la portavoce. Nel dettaglio: al 31 marzo (al termine del primo trimestre), l’aumento dei costi in Ticino era del 5,8%, contro il 4,9% a livello nazionale. Non è però l’unico fattore. Inoltre, ci spiegano ancora dall’UFSP, «negli ultimi anni i costi nel Canton Ticino sono stati notevolmente superiori ai premi. Un eventuale effetto di recupero non può essere né confermato né escluso. I premi devono essere fissati in modo tale che i premi previsti coprano i costi previsti per il 2026».