«Il centro sportivo rinascerà e rimarrà qui in Lavizzara»

«Il Centro sportivo Lavizzara verrà ricostruito. Da alcuni mesi, dopo approfondimenti mirati, sono al vaglio degli specialisti alcune concrete e possibili ubicazioni. Di certo vi posso anticipare che l’infrastruttura rimarrà nel nostro Comune, non solo per restituire alla comunità un luogo simbolico, ma anche per dare un segnale concreto; la Lavizzara guarda avanti e lo fa con coraggio e fermezza». La volontà di ripartire ricostruendo quanto l’alluvione ha distrutto nella notte tra il 29 ed il 30 giugno 2024 è stata ribadita ancora dal sindaco di Lavizzara Gabriele Dazio in occasione della giornata commemorativa tenutasi oggi al campo di calcio Draione al Piano di Peccia per ricordare innanzitutto le otto vittime del disastro di un anno fa. Disastro che ha nella pista di pattinaggio di Prato Sornico uno dei simboli della furia della natura. Un simbolo che, dunque, risorgerà a nuova vita e che, nel limite del possibile, sarà ancor meglio di quello distrutto dal fiume in piena. Tra le ipotesi allo studio vi è infatti anche quella di costruire un impianto completamente chiuso che possa essere in funzione tutto l’anno.
La resilienza della comunità
Questo progetto rappresenta, come detto, la resilienza e la volontà di superare le difficoltà dimostrate dalla comunità della Lavizzara che, al pari di quella di Cevio, si è rimboccata le maniche sin dalle ore immediatamente successive all’alluvione di un anno fa. Ed è proprio in questo contesto che, secondo Dazio, si dovrà giocoforza inserire l’iniziativa parlamentare del consigliere agli Stati Fabio Regazzi per l’istituzione di un fondo nazionale per le catastrofi naturali. «Questi eventi sono sempre più frequenti e di forte entità: bisogna assolutamente essere pronti sotto tutti i punti di vista», ha sottolineato ancora il sindaco di Lavizzara nel ringraziare chi nel corso dell’ultimo anno si è prodigato nell’aiutare l’Alta Vallemaggia a superare questi difficilissimi momenti. «Non possiamo cancellare ciò che è stato, ma possiamo decidere cosa fare di ciò che è successo. E noi scegliamo la via della speranza, con rispetto per il passato, con amore per il presente e soprattutto con molta fiducia verso il futuro», ha concluso il sindaco di Lavizzara in un discorso durante il quale non sono mancati momenti di commozione. La stessa via hanno deciso di imboccarla anche le autorità e la comunità di Cevio. «È passato un anno. Un anno in cui abbiamo lavorato instancabilmente, fianco a fianco con tutti voi. Abbiamo ancora molta strada davanti, ma con costanza, tenacia ed unità torneremo alla normalità», ha evidenziato la sindaca Wanda Dadò.
Zone di pericolo, primi dati in arrivo
Oltre agli interventi urgenti per il ripristino dei servizi essenziali, un passo verso la normalità lo si potrà compiere presto. «Nei prossimi giorni al Municipio e alla popolazione di Cevio verrà presentato il piano delle zone di pericolo per i riali della sponda sinistra della valle Bavona. Si tratta di un passo fondamentale per poter avviare la progettazione degli interventi necessari», in particolare per quelli riguardanti la ricucitura del paesaggio di Fontana, Bosco e Mondada, ferito dall’enorme frana. E al riguardo delle opere di protezione che si dovranno costruire, Wanda Dadò ha espresso la speranza che «la composizione del territorio, caratterizzata da numerose case secondarie, non incida negativamente sull’ottenimento dei finanziamenti necessari».

Una pausa tra passato e futuro
Di sicuro non mancherà il sostegno del Governo cantonale. «C’eravamo un anno fa, ci siamo oggi e ci saremo anche in futuro», ha ribadito il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi. «Il fatto di incontrarvi qui oggi così numerosi mi conferma che il disastro che vi ha colpiti non è stato un punto finale ma al massimo una pausa di sospensione, fra il passato e il futuro di questo territorio magnifico», ha proseguito Gobbi, rammentando che fra pochi giorni inizieranno i lavori di ricostruzione del ponte di Visletto. Un passo importante, che segue quello relativo alla pubblicazione del primo messaggio del governo cantonale con i crediti milionari per la ricostruzione di ciò che è andato perso. «Crediti che, unitamente a quelli straordinari promessi da Berna, consentiranno di dare quella tranquillità finanziaria tanto attesa», ha affermato il consigliere nazionale Giorgio Fonio, auspicando che venga accolta la proposta di Regazzi d’istituire un fondo nazionale per le catastrofi naturali. «Nessuno - ha aggiunto Fonio - deve più permettersi di affermare che per risolvere il problema bisogna abbandonare le zone periferiche».

Degna di nota, la scultura realizzata da Christian Nodari utilizzando una grossa trave che il fiume in buzza ha trascinato dalla Lavizzara sin nel Verbano. Raffigura una catena, i cui otto anelli simboleggiano le otto vittime dell'alluvione, con la quale l'autore ha voluto raffigurare la voglia di ripartire tutti uniti. Sarà esposta nel Palazzo comunale di Lavizzara a Prato Sornico.