Locarno

Il colosso delle Cinque Vie continua a non piacere

Sono già state inoltrate due opposizioni contro il nuovo progetto per il centro polifunzionale La Campagna – Prolungato il periodo di pubblicazione, che si conclude proprio oggi – Preoccupano soprattutto volumetrie e traffico generato
Il comparto interessato dal complesso immobiliare è delimitato dalle vie Simen, Rovedo e Romerio, nella zona delle Cinque Vie. ©CdT/Archivio
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
23.05.2020 06:00

Continua ad essere decisamente in salita la strada verso la realizzazione di quello che è ormai noto ai più come il colosso delle Cinque Vie. Quel centro polifunzionale La Campagna del cui progetto a Locarno si parla ormai da tre anni, che era stato ritirato una prima volta di fronte ad una generale levata di scudi e che era stato ripresentato, senza sostanziali modifiche, lo scorso gennaio. La richiesta di approfondimenti da parte del Cantone aveva ritardato l’iter di pubblicazione e anche l’emergenza coronavirus ha fatto la sua parte. Ma ora la procedura (ne avevamo parlato l’ultima volta lo scorso 26 marzo) è arrivata al capolinea (il termine previsto, fra una cosa e l’altra, scade proprio oggi) e contro la nuova variante sono già state inoltrate due opposizioni. Non vi è poi da escludere che in zona Cesarini se ne aggiungano altre.

Previste diverse demolizioni

L’area toccata dall’operazione immobiliare è delimitata dalle vie Simen, Romerio e Rovedo. Il comparto è attualmente occupato dalla Carrozzeria Monzeglio, dal distributore di benzina SOCAR e da alcune palazzine (una delle quali tutelata da un vincolo di protezione, almeno provvisorio). Per realizzare il centro polifunzionale – il cui costo è stimato attorno ai 27,3 milioni di franchi – l’idea è quella di demolire tutto e (su una superficie complessiva di 5.900 metri quadrati) edificare un’unità residenziale (alta sette piani), un’unità amministrativa (di sei piani) e un supermercato (di circa 1.400 metri quadrati, organizzato in una struttura al pianterreno e al piano interrato), altre superfici commerciali di dimensioni ridotte e una nuova stazione di servizio, con relativo negozio. Gli appartamenti previsti sono 56, di cui una trentina destinati ad anziani autosufficienti.

Nessuna grossa modifica

Tali contenuti rimangono sostanzialmente quelli del progetto originale. Ad essere mutati nella nuova versione sono alcuni elementi architettonici. In particolare i due edifici residenziali sono stati allineati rispetto a via Rovedo, cosa che – assieme ad altri cambiamenti di dettaglio – ha permesso di ampliare le zone verdi. Inoltre è stata prevista l’apertura al pubblico di alcuni spazi al pianterreno. In tal modo i promotori (quale istante risulta la Realux SA di Lugano) speravano di cancellare i dubbi e le perplessità suscitati dal primo progetto. Ma così non è stato, viste le prime opposizioni che già sono giunte sul tavolo del Municipio cittadino.

Una vera levata di scudi

Si sta insomma ripetendo quanto accaduto tre anni fa. Se le resistenze saranno consistenti come allora lo si saprà fra qualche ora, quando sarà scaduto il periodo di pubblicazione. A quell’epoca, lo ricordiamo, contro l’operazione immobiliare si schierarono tre privati cittadini, ma anche l’associazione del quartiere Campagna, l’Associazione traffico e ambiente (ATA) e la Società ticinese per l’arte e la natura (STAN). Fra le principali contestazioni, quelle legate alla carenza di spazi verdi, alle volumetrie (giudicate mastodontiche), alla gestione e alla quantità di traffico generato dal nuovo centro. Una vera levata di scudi, insomma, che spinse i promotori a ritirare il progetto. Per poi, però, ripresentarlo leggermente modificato.

Rimangono i vecchi dubbi

E le perplessità legate al traffico sono nuovamente fra le principali motivazioni alla base delle nuove opposizioni. Secondo le stime di chi contesta il progetto, il carico veicolare nella zona, ritenuta già congestionata, rischierebbe di raddoppiare. Non solo. Contestata anche l’organizzazione delle rampe dell’autorimessa interrata. Pure le aree verdi previste dal progetto sono ancora giudicate insufficienti, mentre si fa notare la prevista demolizione di una villa storica che, di per sé, è ad oggi ancora inserita nella lista degli edifici da proteggere. Tutto questo nonostante gli approfondimenti presentati negli scorsi mesi su richiesta del Cantone. Fra questi anche uno studio fonico e, sembra, un’indagine sull’impatto del centro polifunzionale a livello di traffico. Elementi che parrebbero però non aver del tutto convinto. La strada, insomma, per il colosso delle Cinque Vie, continua ad essere in salita.