Processo

Il degrado di via Odescalchi, il carcere e la seconda chance

Uno dei casi di droga scoperchiati nel novembre 2016 nel famoso quartiere chiassese è approdato oggi in aula. Ad uno svizzero 38.enne, la Corte ha dato 18 mesi di cui 8 da espiare
Foto Fiorenzo Maffi
Marija Miladinovic
14.02.2019 16:23

CHIASSO - Della riqualifica di via Odescalchi si è parlato proprio oggi sulle pagine di questo giornale. Prima di essa però, il quartiere ha vissuto un periodo buio in cui è stato protagonista di prostituzione, di vandalismi, dello spaccio di droga e addirittura di un omicidio. Il consumo di stupefacenti, in particolar modo, l’ha fatta da padrone. Ed è in questo contesto che si situa anche il caso approdato questa mattina di fronte alla Corte delle Assise correzionali, presieduta dalla giudice Manuela Frequin Taminelli. A comparire alla sbarra è un 38.enne della regione che da oltre 20 anni ha problemi legati al consumo di droga e che lo hanno portato a dover rispondere principalmente di infrazione e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti, ma anche di infrazione alle Legge federale sulle armi e sulle munizioni per il possesso di diversi coltelli a serramanico che teneva in casa.

L’uomo era stato fermato il 23 novembre del 2016 in un blitz della polizia che, all’alba di quel giorno, aveva fatto irruzione nel suo appartamento che si trova nel complesso di palazzine divenute all’epoca una specie di ghetto. Solo poche sere prima era infatti scoppiata una rissa e un anno prima dell’irruzione c’era stato l’omicidio di un 35.enne portoghese residente nello stesso stabile, per dirne alcune. Il fermo ha rappresentato uno degli ultimi episodi di degrado prima della riqualifica della via Odescalchi iniziata nel 2017, e del caso si è parlato anche a causa dell’incendio divampato nell’appartamento dell’imputato poche ore dopo il suo arresto e le cui dinamiche non sono state del tutto chiarite.

In aula, il 38.enne, difeso dall’avvocato Marco Frigerio, ha brevemente ripercorso la propria vita. In carcere dall’agosto del 2018, l’uomo segue attualmente una cura a base di metadone, le cui dosi gli sono state ridotte in maniera importante con il passare del tempo. Prima del carcere, come lui stesso ha ammesso, il suo consumo di droga aveva però raggiunto i massimi livelli con una media di 5 grammi di cocaina e 4 grammi di eroina consumati quotidianamente. Oggi, come la stessa giudice e l’accusa hanno constatato, l’imputato sembra essersi ravveduto. Contrariamente all’atteggiamento talvolta scontroso mostrato in sede di interrogatorio, trovatosi per la prima volta in un’aula di tribunale, l’uomo si è infatti dimostrato collaborativo e cosciente della situazione.

Ciò non toglie che la sua colpa è grave, ha ricordato il procuratore pubblico Zaccaria Akbas. Considerando solo le quantità destinate allo spaccio, si parla di 165 grammi di cocaina con un grado di purezza che sfiora il 90%, di 25 grammi di eroina e 1,7 chili di marijuana. Senza dimenticate il lungo periodo dedicato sia al consumo che all’alienazione ad altri consumatori della zona. Tutto considerato, la pubblica accusa ha quindi domandato una pena di 21 mesi di detenzione.

Nel leggere il dispositivo della sentenza, la giudice Frequin Taminelli ha riconosciuto che, se l’uomo non avesse mostrato la presa di coscienza espressa oggi in aula, la prognosi per il suo futuro sarebbe stata decisamente nefasta. Tuttavia c’è ancora del lavoro da fare e la Corte ha quindi rassicurato l’imputato nella sua richiesta di non essere lasciato solo a combattere la sua dipendenza. Di certo quindi il 38.enne, in carcere dal 20 di agosto, non verrà ancora rilasciato. La sua pena è stata decisa in 18 mesi di cui 8 da espiare dietro alle sbarre. Considerando il carcere sofferto, manca quindi poco più di un mese di detenzione. Un mese nel corso del quale, ha spiegato la giudice, si dovrà preparare all’uscita. I restanti dieci mesi di carcere verranno infatti sospesi per un periodo di prova di cinque anni, ma l’imputato, che oggi risiede a Vacallo, si dovrà tuttavia far assistere nella riabilitazione, dovrà seguire cure ambulatori e sottoporsi a controlli a sorpresa delle urine.