Musica

Il disco che non muore mai in un'epoca dove tutto è online

Due negozi, due stili diversi, ma una passione in comune: quella per il vinile – Gli unici esperti in questo settore rimasti nel Luganese sono Tondo Music e Dadix Vinyl & More che resistono allo spostamento degli ascolti verso il digitale
© CdT/Chiara Zocchetti
Ariela Garetto
23.08.2025 06:00

i formati 33 e 45 giri si apprestano a festeggiare gli 80 anni: inventati dall’ungherese Peter Carl Goldmark, ingegnere alla Columbia Records, sono stati messi sul mercato nel 1948. Eppure, in un mondo dominato dallo streaming digitale, il loro ‘rumore’ continua a farsi sentire, specialmente tra gli appassionati in cerca di un’esperienza d’ascolto unica. Ma si può davvero parlare di un ritorno del vinile? Le statistiche raccontano una storia diversa (ci torneremo tra poco). Alcune case discografiche, comunque, hanno continuato negli anni a investire nel vinile per preservare un’esperienza di ascolto che per molti è diventata un vero e proprio rito: estrarre il disco dalla copertina, posizionarlo sul piatto, abbassare la puntina e godersi la musica. Per soddisfare questa nicchia di collezionisti, esistono ancora negozi specializzati dove è possibile acquistare dischi senza ricorrere al web. Nel Luganese, in particolare, ci sono due punti di riferimento per gli appassionati: Tondo Music a Maroggia e Dadix Vinyl & More in centro città.

Valore all’esperienza d’acquisto

Alessandro Bassanini, proprietario di Tondo Music, ci ha spiegato la sua scelta di aprire un negozio fuori dal centro cittadino. «Ho fatto di proposito a creare un negozio a Maroggia. Fin dagli inizi ho voluto evitare ‘la tribù dei selfie’, cioè tutte quelle persone che entrano in negozio perché non hanno nient’altro da fare. Lo scopo di questa scelta è attirare una particolare tipologia di clientela: gli interessati del vinile che fanno volentieri alcuni chilometri per ricercare non solo i dischi, ma anche l’esperienza di acquisto». Interrogato sul motivo che ha portato alla chiusura di molti negozi di vinili, Bassanini individua diverse ragioni, come l’avanzamento tecnologico e lo spostamento verso il digitale che hanno portato a prediligere supporti più maneggevoli e trasportabili. Ma c’è di più. Secondo il proprietario si è verificata proprio una rivoluzione nel sistema di funzionamento dei negozi. Se un tempo gli affitti erano economici e si potevano avere spazi ampi per stoccare dischi di nicchia, oggi la situazione è diversa: «Gli spazi sono sempre meno e più cari, quindi i negozianti sono costretti a tenere e vendere solo dischi famosi e attuali». L’obiettivo, secondo Bassanini, è quello di «creare un ambiente differente che fornisca al cliente un’esperienza che online non può trovare». Dire che si sta verificando un ritorno di massa al vinile «non è propriamente corretto in quanto rimane pur sempre un ambito di nicchia per appassionati. E si fa fatica a vivere della sola vendita perché il mercato non è abbastanza grande».

«Le ristampe vanno forte»

Passiamo ora al centro città. Lo staff di Dadix Vinyl & More ha una percezione differente sull’andamento del mercato dei vinili. Negli ultimi anni, hanno notato un aumento della richiesta di negozi specializzati in questo settore. «A nostro avviso il ritorno al vinile è dovuto sia al piacere del supporto materiale, quindi un aspetto più estetico e da collezionismo, sia al rinnovato interesse per i suoni del passato». Inoltre, hanno osservato tra i clienti del loro negozio che la fascia d’età più interessata all’acquisto è quella tra i 14 e i 35 anni, e che la maggior parte dei loro acquisti riguarda dischi nuovi. «Il 70-80% di dischi che vendiamo sono nuovi e solo il 20% è occupato da vinili di seconda mano». Le ristampe, quindi, vanno forte, così come i dischi di autori e autrici contemporanei come Taylor Swift, Lana Del Rey e Kanye West, che scelgono di stampare i loro album su vinile. Questo rinnovato interesse per i dischi, secondo Dadix Vinyl & More, è legato alla voglia di avere qualcosa di tangibile in un’epoca in cui tutto è digitale, un oggetto fisico da conservare. E per loro, avere un negozio in centro a Lugano è una scelta vincente, perché «la vicinanza ad altri esercizi commerciali e la mancanza di altri punti di riferimento vicini hanno reso la nostra posizione strategica. La clientela non manca, grazie sia al turismo sia ai clienti abituali». Insomma, il mercato c’è.

Il 2% del mercato svizzero

Le statistiche, dicevamo, raccontano una storia diversa. Secondo i dati dell’IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), nel 2023 in Svizzera i formati fisici rappresentavano solo l’8% del mercato musicale. Nello specifico, il vinile contava il 2%, mentre i CD il 6%. Il restante 92% era appannaggio della musica digitale. Guardando indietro, nel 2021, la percentuale dei formati fisici era leggermente più alta (11%), ma anche in quel caso il vinile restava al 2%. Cifre alla mano, non si può parlare di un revival in senso stretto. Al contrario, l’andamento generale del fatturato dei supporti fisici in Svizzera mostra una chiara decrescita a favore dei servizi di streaming. Nonostante le cifre non incoraggianti e le opinioni divergenti sul ‘ritorno’ del vinile, i proprietari dei due negozi concordano su un punto fondamentale: l’interesse dei collezionisti e degli appassionati è presente e non accenna a diminuire. Il vinile, insomma, non è un semplice supporto musicale, ma un oggetto di culto che continua a resistere, grazie a una comunità che ne apprezza il fascino e il valore.

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