Il forte cambia bandiera

«Posizione fortificata da mura». O ancora, in senso figurato, «ambiente in cui si gode di una prevalenza indiscutibile e difficilmente soppiantabile». Dizionario alla mano, è questa la definizione di «roccaforte». Un termine che a Mendrisio, negli ultimi decenni, è stato spesso utilizzato. Ebbene oggi la città si è ritrovata ancora una volta ai piedi del forte. Ma dal quale sventola una nuova bandiera: quella del Partito liberale radicale. PLR che ottiene la maggioranza relativa nell’Esecutivo, passando da due a tre seggi. Il tutto a scapito del PPD, che perde il terzo municipale e la maggioranza relativa (tra il 2009 e il 2013 la maggioranza era addirittura assoluta con quattro seggi azzurri). Una vittoria - quella liberale radicale - figlia anche del grande consenso popolare raccolto in primis dai due uscenti, il sindaco Samuele Cavadini e Samuel Maffi. A conti fatti due «locomotive» capaci di far vivere al PLR risultati e emozioni che nell’ultimo ventennio erano spettati piuttosto ai pipidini (di «Crociana» memoria, verrebbe da dire). Samuele Cavadini, a Mendrisio, ha raccolto 5.404 voti personali, numeri difficilmente prevedibili prima del responso delle urne. Samuel Maffi ne ha ottenuti 3.698 e il terzo municipale, la «new entry» Massimo Cerutti, 2.898. Un’avanzata anche a livello generale: 28,4% di schede ottenute dal partito, +4,8% rispetto al 2016.
Questione di carattere
«È un risultato per certi versi inaspettato e sicuramente molto positivo - ammette il sindaco uscente -. Anche perché questa è a conti fatti la conferma dopo il ballottaggio (quello con Romano di tre anni fa, ndr)». Oltre ai voti di partito ha raccolto numerose preferenze dalla scheda senza intestazione e da altri partiti: «È una cosa che fa ancora più piacere, perché la politica comunale va spesso oltre l’appartenenza partitica. Dev’essere molto concreta e molto attenta ai bisogni della cittadinanza, senza perdersi in troppe ideologie o visioni fuori dal pragmatismo». Il suo risultato di oggi, chiediamo, permette anche di rispedire al mittente chi la criticava quale sindaco «con poco carattere». «Ho il mio carattere - risponde -. Cerco di essere accomodante e concordante con tutti. È un tipo di approccio che fa parte della mia persona. Penso che si possano ottenere risultati anche così. Non so se i grandi leader che urlano e picchiano i pugni siano poi quelli che portano i risultati. Insomma, la nostra democrazia è anche fondata sul dialogo, sulla condivisione, sulla ricerca del consenso, e su questo bisogna lavorare: da soli non si ottiene mai nulla».
Quando sentiamo Samuel Maffi, invece, la voce è ancora rotta dall’emozione. Tutta di felicità. Quella di un uomo e di un politico che temeva una possibile non riconferma, per cause più interne che esterne. «È un segnale generale di apprezzamento». Il PLR in città guadagna un terzo seggio, ma non solo: «Penso che analizzando politicamente la scelta fatta dal partito dal 2009 - ovvero di puntare sul rinnovamento - col senno di poi sia stata pagante. A maggior ragione se guardiamo i voti personali ottenuti». Strategia subito identificata: «Lanciare allora dei giovani che oggi hanno 40 e 41 anni. Hanno potuto crescere e farsi un nome. E ora hanno anche saputo prendere consenso da tutti i partiti».

Quando lo chiamiamo, poco dopo la pubblicazione dei risultati, anche il neomunicipale Massimo Cerutti ha la voce commossa: «Quello di oggi è un risultato storico che aspettavamo da tanti tanti anni», dice riferendosi al terzo seggio. Cerutti è felicissimo anche dei risultati dei singoli: «Il sindaco ha fatto una votazione davvero bellissima che conferma quanto ampio sia il suo gradimento. Personalmente invece sono contentissimo anche per il fatto che, con il mio arrivo, in Municipio giunge un imprenditore che può portare una visione che prima mancava a Mendrisio e potrà aiutare molto la Città. Cercherò di essere un municipale di tutta la popolazione, sono legato al borgo ma non dimenticherò sicuramente i quartieri».
«Dobbiamo riflettere»
In casa PPD Francesca Luisoni è felice. Non tanto forse per il risultato del partito (20,8% delle schede, -6,4% rispetto al 2016) ma per il suo personale. È infatti stata la più votata (2.909 voti), addirittura davanti al vicesindaco uscente Paolo Danielli (2.782), segno che il suo lavoro è stato apprezzato dagli elettori. «È stata la prima prova alle urne del PPD senza sindaco. Noi eravamo tutti subentranti e non è stato facile. L’impressione è che i liberali abbiano sbancato, più che altro a scapito nostro. Su questo dovremo riflettere. Mi lasci aggiungere che sono dispiaciuta per la non conferma dell’uscente Manuel Aostalli che aveva cominciato un lavoro di sostanza nell’Esecutivo» ci dice Luisoni.


Dopo essersi pure detto dispiaciuto per l’estromissione di Aostalli, contento per la votazione di Luisoni e anche per la sua, Danielli commenta invece così la situazione del partito: «Bisogna ricominciare da zero, con una squadra nuova e di giovani. Ora viviamo un momento di delusione però rimango fiducioso per il futuro. Il PPD c’è ancora».
Per gli altri due eletti le emozioni sono agrodolci. A livello personale sono soddisfatto del risultato - reagisce il leghista Daniele Caverzasio (2.323 voti personali) -, l’obiettivo di gruppo (il raddoppio in Municipio, ndr) però non lo abbiamo raggiunto. Ma abbiamo tenuto le posizioni, quindi il nostro può essere considerato un po’ come un pareggio». In merito alla nuova maggioranza relativa in Esecutivo, Caverzasio non prevede ripercussioni particolari: «Ci occupiamo di temi e questo non cambierà, inoltre ci conosciamo già per sei settimi e questo aiuterà». Françoise Gehring Amato (l’Alternativa) è contenta del risultato personale, ma sperava di rafforzare la presenza del suo gruppo in Municipio, così come quella delle donne: «Avrei gradito avere Claudia (Crivelli-Barella, ndr) al mio fianco, per rafforzare anche la rappresentanza femminile. Peccato che non sarà così e peccato perdere una persona competente come Manuel Aostalli. Ma sono felicissima per Francesca Luisoni e per il fatto che il Municipio, in fondo, avrà stabilità».